Enjoy the Silence, il libro d’esordio di Alessandro Mazzaro

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È Enjoy the Silence (l’ultimo inno del secolo breve), l’opera prima con cui il giornalista e scrittore Alessandro Mazzaro fa il suo esordio. Il volume terzo, facente parte della collana Song di GM press, vuole omaggiare la canzone più famosa dei Depeche Mode che quest’anno compie 30 anni. Alessandro Mazzaro, ci ha concesso un’intervista. Leggi qui cosa ci ha detto!

Il libro è un meraviglioso percorso a più step, dove si parte dall’allora innovativa Milano con i suoi Puk Studio, fino ad arrivare agli studi deserti in Danimarca. Il libro racconta con chiarezza e precisione le notti brave passate dal gruppo a Milano e la ricerca del famigerato “silenzio” nelle lande della Danimarca. Si percorreranno i suoni innovativi del gruppo che ha segnato un’epoca, come nel caso di Personal Jesus, per poi arrivare al racconto delle continue modifiche di Enjoy The Silence, la quale prima di diventare la canzone che conosciamo, ha subito diverse metamorfosi nel ritmo e nel tempo. Il libro non lascia fuori gli eventi storici, come la caduta del muro di Berlino, e il tumulto della popolarità, la quale a volte può trasformarsi in motivi di fuga dalla realtà.

L’abile penna di Mazzaro, nel libro edito da GM press ricostruisce sapientemente le metamorfosi del gruppo e del pezzo stesso. Esso, si avvale di vivide testimonianze di chi ha visto nascere l’album “Violator”. Chiare ed interessanti, quindi, le esposizioni di Carmelo La Bionda, allora titolare dei Logic Studio di Milano, dove i Depeche Mode hanno registrato in parte Enjoy The Silence nel 1989, fino ad arrivare a Pino Pischetola, tecnico del suono e amico di “bravate” del gruppo stesso. Il libro di Mazzaro si dedica ad un entusiasmante narrazione di eventi che vanno dal 1989 al ’90. Magico è il racconto di un’epoca che cambia e un mondo che sta conoscendo ed apprezzando sempre di più uno dei gruppi più iconici di sempre. È un libro per chi ama la musica, ma anche per chi ha la pura esigenza di conoscere il mondo che sosta silente dietro la nascita di una canzone o di una band. In un mondo dove il silenzio sembra non trovare più spazio, Alessandro Mazzaro, ce ne regala un po’.

L’intervista ad Alessandro Mazzaro

Come hai ribadito in alcune occasioni non sei un “fan da maglietta” dei Depeche Mode, come mai quindi, l’idea di un’opera prima che parlasse proprio di questo gruppo?

Nonostante non sia un fan accanito della band, questa canzone è sempre stata tra le mie preferite. L’idea del libro è nata nel 2017, quando ho riscoperto i Depeche Mode: in quell’estate è nata l’interpretazione che ho dato ad Enjoy the Silence e che rappresenta il punto di partenza del libro. Tutto il resto è arrivato in maniera quasi “accidentale” due anni e mezzo dopo, quando durante una chiacchierata con il direttore artistico della collana, è nata l’idea di farne un libro.

Secondo te, in Italia e nel mondo, i Depeche Mode sono ancora ascoltati tra i giovani? Esiste un gruppo “moderno” che ne riprende in qualche maniera le sonorità?

I Depeche Mode, in molte occasioni, hanno anticipato sonorità e mondi musicali, sfuggendo ad una catalogazione statica. Il loro merito, senza dubbio, è quello di aver sdoganato l’elettronica ed averla portata ad un pubblico ampio ed eterogeneo. Per questo motivo è difficile rintracciare nella musica moderna una band che possa essere paragonata a loro, anche se sono molti i gruppi che a loro si ispirano e che riescono a replicarne le atmosfere. Per quanto riguarda il pubblico dei Depeche Mode, devo dire di aver riscontrato che i fan del gruppo non fanno parte solo della generazione cresciuta fra gli anni ’80 e ’90. Numerosi sono, infatti, i ragazzi che li hanno scoperti grazie alle cover che gruppi contemporanei hanno realizzato.

Nel tuo libro si parla di una clandestinità di ascolto per quanto riguarda i Depeche Mode, quali sono i motivi secondo te che si annidano in questa  pseudo censura?

Più che pseudo censura la definirei una censura vera e propria. Illuminante per me è stato il libro di Sascha Lange “Oltre il Muro di Berlino”, che mi ha fatto scoprire la realtà della Berlino Est degli anni ’80: una città ed uno Stato (la Germania Est) vittime di un regime di polizia fra i più repressivi dell’intera Europa Orientale. A tale controllo oppressivo i giovani dell’epoca opposero una resistenza silenziosa, che portò nelle case la musica di contrabbando dei Depeche Mode e di tante altre band del periodo.

Com’è stato per la prima volta abbandonare i panni “del giornalista” per vestire quelli da scrittore? Quali sono state le differenze sostanziali e le emozioni provate durante la stesura?

Questa esperienza mi ha insegnato la profonda differenza che intercorre tra scrittura giornalistica e scrittura letteraria: la prima, giocoforza, deve ricorrere alla sottrazione; la seconda, viceversa, può essere arricchita da contenuti più sostanziosi. L’emozione più bella è stata sicuramente toccare con mano la prima copia stampata del libro.

A chi è destinato il tuo “Enjoy the Silence”(l’ultimo inno del secolo breve)?

Il libro è rivolto ad un pubblico eterogeneo, non solo ai fan di stretta osservanza ma anche a quelli che hanno voglia di riscoprire un gruppo, una canzone ed un’epoca

Ringraziamo Alessandro Mazzaro per la realizzazione di quest’intervista

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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