Furio Colombo torna con “Clandestino” (Recensione)

Clandestino, l’ultimo lavoro di Furio Colombo

Pubblicato dalla casa editrice La Nave di Teseo nella collana Le onde, è uscito oggi in libreria Clandestino. La caccia è aperta del noto giornalista, scrittore e politico italiano Furio Colombo. Il libro è una raccolta delle lettere pubblicate da “Il Fatto Quotidiano” nella rubrica tenuta dall’autore, nel periodo che va dal 3 Febbraio  2016 al 30 Settembre 2017, alle quali Colombo ha risposto con chiarezza, precisione e con un’apertura e un’onestà disarmanti visto il delicato e spinoso argomento in esse contenuto.

Il filo conduttore che lega gli interventi dei lettori è quello relativo la questione, della quale si parla e si sente parlare ormai da anni – anche se le radici di questo tema sono ben più profonde tanto da riempire le pagine della storia sin dai suoi albori – dell’immigrazione. Le intenzioni di Colombo si trovano subito esposte nella frase contenuta nell’ Avvertenza in apertura al libro:

“Tutto quello che vi hanno raccontato sul traffico in mare, di soldi, barche, navi, soccorso, vita e malavita dei migranti, non è vero: in nessun tempo, in nessun luogo, in nessun punto.”

Bastano queste poche parole, che non lasciano certo spazio a fraintendimenti, a invogliare a proseguire la lettura con curiosità e, soprattutto, con il desiderio di saperne di più in modo tale da capire, confrontare il proprio e l’altrui punto di vista e/o posizione scoprendo verità – e, spesso, le ulteriori verità – per cui l’autore ha optato di esordire con un’affermazione simile.

Clandestino di Furio Colombo: domande e risposte a un’umanità, oramai, in alto mare

È emblematico – ma non certo programmato – che il testo di Furio Colombo sia uscito pochi giorni dopo la vicenda relativa alla nave da ricerca e soccorso dell’organizzazione non governativa internazionale italo-franco-tedesca SOS Méditerranée – Medici Senza Frontiere – Aquarius. A bordo di quest’ultima si trovavano 629 migranti che, rifiutati da Malta prima e dall’Italia poi, vista la decisione di non autorizzare l’ingresso della nave in un porto italiano da parte dell’attuale Ministro dell’Interno e Vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini – peraltro più volte citato nel testo insieme al suo predecessore Marco Minniti – sono stati “accettati” dalla Spagna verso la quale sono partiti dopo giorni di attesa in acqua.

In questa occasione, come è stato per quelle passate e come sarà per quelle future, nel Paese si è creata una spaccatura tra coloro i quali erano soddisfatti e sollevati del rifiuto e chi non avrebbe esitato a far sbarcare i migranti. È a questi italiani, quelli che guardano al loro prossimo scappato dalle atrocità degli abusi, delle carestie e delle guerre affrontando un viaggio insidioso dopo essersi affidati a mercenari di vite privi di scrupoli che Colombo risponde.

E, a ogni lettera, risponde con la sua penna che buca il foglio lasciando a ogni parola una scia rossa dietro di sé come rosso è il colore del sangue – uguale in tutti gli uomini e tutte le donne del mondo – perso in mare da questi disperati in cerca di sopravvivenza

“perché nessuno resta dentro un incendio, persino se rischia di bruciarsi nella fuga.”

Clandestino. La caccia è aperta è un libro che apre la mente e, grazie ad argomentazioni solide e fondate, dà la possibilità al lettore di confrontarsi con altri che, come lui, si pongono domande e sono interessati ad avere risposte che non tardano ad arrivare. E, chissà, che in questa condivisione di idee, dalla quale prende forma il confronto, non germoglino nuove coscienze più interessate alla sopravvivenza dell’intera specie umana piuttosto che a una parte – perché la storia sembra essere destinata, seppure con modalità e protagonisti diversi, a ripetersi – di essa.

A proposito di Francesca Melis

Calabrese di nascita e sarda di origine sono laureata in Lingue e ho molte passioni: i viaggi, la musica, la fotografia, la scrittura e la lettura. In attesa di insegnare, coltivo il mio sogno nel cassetto di diventare una scrittrice.

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