Il campo di Gosto, Anna Luisa Pignatelli | Recensione

Il campo di Gosto

Anna Luisa Pignatelli, autrice de Il campo di Gosto, è nata ad Asciano il 22 novembre 1952. Toscana di nascita, ha trascorso molti anni fuori dall’Italia, fra cui diversi in Tanzania, Portogallo, Corea del Sud e Guatemala. È molto conosciuta in Francia, dove, nel 2010, ha vinto il Prix des lecteurs du Var con la traduzione della raccolta di racconti Nero toscano. Con Ruggine (Fazi Editore, 2016), molto apprezzato dal pubblico e dalla critica, ha vinto il Premio Lugnano 2016. Sempre per Fazi Editore, nel 2019, è uscito Foschia. I suoi libri sono utilizzati in corsi di lingua e letteratura italiana presso la Franklin & Marshall University di Lancaster (USA)

Il campo di Gosto di Anna Luisa Pignatelli, pubblicato da Fazi Editore a gennaio 2023 nella collana Le strade, è un romanzo che ha per protagonista Gosto, diminutivo di Agostino, anziano ormai in pensione. Il suo lavoro è stato, per anni, quello di consegnare con un camioncino alle trattorie, ai ristoranti, alle botteghe e ai privati, casse di vino, d’olio, di aceto e a volte anche di frutta. Gosto è un uomo solo, senza amici, sposato con Zelia, dalla quale ha avuto un’unica figlia: Mirella. Trascorre le giornate nel suo podere nel quale ha tutto ciò di cui necessita: la natura, la terra, il cielo.

“A volte si sentiva come un naufrago che, spinto dalle onde dopo tante traversie su una spiaggia deserta, non sapendo dove si trova, nell’assoluto silenzio che lo circonda, sente il peso di essere ancora vivo”

Gosto ha trascorso gran parte della sua esistenza tra Ruffolo e Castelnuovo per trasferirsi infine nel podere di nome Focaia, ereditato anni prima dal suo padrino. Il protagonista de Il campo di Gosto appare come una figura introversa ma nonostante ciò non smette di credere nel prossimo e di ricercare qualcosa di buono dalla vita al contrario della moglie, che invece viene descritta come una persona cinica e pettegola, convinta che sulla faccia della terra non esista un solo individuo su cui contare. 

“La morte, se ti metti a pensare a lei, perde vigore. Se la guardi in faccia, s’allontana: s’approfitta di quelli che la temono per annientarli anzitempo. Gosto voleva dimostrarle che non si faceva abbattere dalla sua prossimità, che anzi ricavava soddisfazione dai giorni che gli restavano da vivere”.

Gosto è un uomo fiducioso nel prossimo, amante della natura, che ripone ancora estrema fiducia nella giustizia. Nonostante nel paese in cui vive sia considerato un estraneo, si ingegna affinché il terreno della sua proprietà possa ancora produrre qualcosa di buono. La moglie ormai lo ha lasciato e l’unica figlia che ha, nella quale ha riposto tutte le sue speranze, sembra interessata solo ai soldi.

Il campo di Gosto di Anna Luisa Pignatelli

Il protagonista del racconto è l’incarnazione perfetta della bontà, della nobiltà d’animo che è in netta contrapposizione alle malelingue e alle dicerie dei paesani della campagna toscana in cui vive. Gosto si discosta completamente dal modus operandi dei suoi compaesani, ripudiando con tutto se stesso l’ipocrisia di coloro i quali, pur di raggiungere i propri scopi nella vita, sono disposti a mentire e tradire il prossimo. Gosto è deluso non tanto dalla moglie ma quanto dalla figlia che non è poi tanto diversa dagli altri e non fa altro che calcolare e studiare il maniera meticolosa come ottenere la terra del padre.

Anna Luisa Pignatelli dà vita ad un romanzo scorrevole, intenso, profondo. Il Campo di Gosto narra una storia  toccante: la lettura è piacevole e carica di tensione. L’autrice ripercorre meticolosamente il passato di Gosto catapultando il lettore tra le stagioni dei suoi ricordi, il matrimonio infelice, la nascita della figlia, il lavoro svolto per anni, le dinamiche familiari e l’ultima fase della vita del protagonista che ama la vita, nonostante pensi sempre più spesso alla morte.

Gosto sarà un vinto o un vincitore?

A proposito di Chiara Morello

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