“Il sapore delle parole inaspettate”: il romanzo “parigino” di Giulia Zorat

Il sapore delle parole inaspettate

Il sapore delle parole inaspettate | Recensione del romanzo “parigino” di Giulia Zorat

Esce in ebook Il sapore delle parole inaspettate“, una favola moderna ambientata a Parigi.

Mais le ciel de Paris
N’est pas longtemps cruel
Pour se faire pardonner
Il offre un arc-en-ciel

È con una citazione musicale che comincia il romanzo di Giulia Zorat , vincitore del torneo letterario gratuito IoScrittore, promosso dal Gruppo editoriale Mauri Spagnol, con le parole rese immortali da Édith Piaf, scelte proprio perché catapultano direttamente sotto il cielo “magico” di cui cantano: quello che a Parigi è spesso plumbeo e grigio, ma mai tanto crudele da durare troppo a lungo, e che poi quasi per farsi perdonare regala, inaspettato, un arcobaleno.

Sono versi che rimandano all’atmosfera che in tutto il romanzo si respira. Una storia che assume un po’ tutte le sfumature dello stesso arcobaleno: sembra a tratti cupa, affrontando il dolore della morte e della perdita, poi persino tragicomica, quando a raccontarla è un bambino speciale e intelligentissimo, fino a diventare iridescente, attraverso gli occhi di due adulti che – dopo tanto non averlo assaporato – ritrovano il gusto della vita.

Il piacere delle piccole cose

Tra gli inaggirabili titoli di riferimento per questa favola moderna non si può non pensare al favoloso mondo di Amélie Poulain, la dolce ragazza col caschetto impersonata da Audrey Tatou e resa famosa sul grande schermo dalla fantastica regia di Jean-Pierre Jeunet. Sono almeno quattro le storie diverse che si intrecciano e si influenzano a vicenda tra le pagine di questo libro piacevolissimo e che si incontrano tra le righe di una rubrica curata dal giornalista François LeFevre, curiosamente intitolata “Aujourd’hui. Vita, morte e miracoli a Parigi”.

I protagonisti de “Il sapore delle parole inaspettate”

Jacques è un uomo anziano che ha perso LEI, la compagna di una vita che non riesce più nemmeno a nominare.

Enea è un bambino che gli fa da nipote, forse il protagonista più irresistibile del romanzo. Enfant prodige, scrive un diario indirizzato ad un padre italiano che non ha mai conosciuto e di cui sa solo il nome: Alberto.

Irene è la madre di Enea, italiana che dal proprio Paese d’origine è fuggita, ritrovando in Jacques ed in sua moglie una famiglia che non aveva mai avuto. LEI aveva infatti una pasticceria, “Chez Josephine”, che adesso è andata in eredità a Irene, pasticciera provetta che coccola i suoi clienti con dei dolcetti di sua invenzione: i “mots du chocolat”. Non semplicemente “al” cioccolato, ma “di” cioccolato, con all’interno dei brevi messaggi che invitano a riassaporare l’esistenza. È grazie a queste “parole di cioccolato” che fa capolino François, il giornalista che compie quarant’anni e si trova alle prese con uno strano incarico: consegnare un pacco di lettere… in Paradiso!

Tempi, luoghi, miracoli

La storia ha una cornice temporale precisa: dal settembre 2013 all’aprile 2014, ma in realtà potrebbe svolgersi al di là di qualsiasi confine cronologico. Una lettura ideale in questi tempi difficili, per i quali proprio i francesi hanno coniato un nuovo termine, simile alla tanto decantata “mélancolie”: la “mélancovid”, quella variante di malinconia dovuta alla reclusione forzata da coronavirus.

Un libro leggero che tiene conto dei valori della vita e li tira fuori da un cassetto, proprio come se fosse un mucchio di lettere da consegnare, facendo tesoro dei ricordi, senza con questo doversi fermare ad essi, come se il futuro fosse già tutto scritto prima di noi. Se è vero che la morte è una parte della vita, vi sono in essa anche tanti piccoli incontri apparentemente casuali che si susseguono e ci prendono per mano: basta credere nei miracoli perché essi accadano.

Dulcis in fundo, un piccolo extra molto gradito dai golosi: la ricetta finale dei mots du chocolat. Per dare un morso a tutto ciò che ci è stato tolto e che soltanto la vita ancora da vivere – sorprendente ed inattesa come un arcobaleno – può ancora regalare.

Foto in evidenza: https://www.ioscrittore.it/2020/05/14/parigi-storia-amicizia-sogni-magia/

A proposito di Giulia Longo

Napolide di Napoli, Laurea in Filosofia "Federico II", PhD al "Søren Kierkegaard Research Centre" di Copenaghen. Traduttrice ed interprete danese/italiano. Amo scrivere e pensare (soprattutto in riva al mare); le mie passioni sono il cinema, l'arte e la filosofia. Abito tra Napoli e Copenaghen. Spazio dalla mafia alla poesia.

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