Il villaggio perduto, di Daniela Sacerdoti | Recensione

Il villaggio perduto, di Daniela Sacerdoti | Recensione

Tra colpi di scena e segreti da svelare: la storia di Luce e della famiglia Nardini è il centro del nuovo romanzo di Daniela Sacerdoti.

“Il villaggio perduto” è il nuovo romanzo della scrittrice italiana Daniela Sacerdoti, pubblicato da Newton Compton Editori e disponibile nelle librerie a partire dal 21 Aprile 2022. Sebbene le vicende e i personaggi narrati siano frutto dell’immaginazione dell’autrice, sullo sfondo di questo racconto si intrecciano insieme fatti realmente accaduti in due grandi tragedie della storia italiana: la Seconda Guerra mondiale, con l’occupazione nazista e la lotta partigiana, e il terremoto che ha colpito l’Italia centrale nel 2016. Il filo rosso che tiene insieme due momenti, così distanti a livello temporale ma in egual modo dolorosi per l’Italia, è la storia di Luce Nardini, una donna americana di origini italiane, la quale compie un viaggio per ricostruire la storia della propria famiglia e delle proprie radici.

L’autrice, Daniela Sacerdoti, è la pronipote del celebre scrittore Carlo Levi. È nata a Napoli ma ha vissuto la maggior parte della sua vita in Piemonte, mentre negli ultimi anni si è stabilita in Scozia. Daniela Sacerdoti è laureata in Lettere Classiche e ha insegnato italiano, latino e greco. Scrive sia in italiano che in inglese ed è stata tradotta in ben dodici Paesi. Newton Compton Editori ha già pubblicato di questa autrice “Ho bisogno di te”, il suo romanzo di esordio, bestseller in Inghilterra, “Amore, zucchero e caffè”. “Tienimi accanto a te” e “I segreti della villa in collina”.

Il villaggio perduto: la recensione

La trama

Il racconto inizia nel 2006. Luce Nardini è una donna di quarantatré anni, vive da sola a Seattle e lavora come fotografa. Da qualche anno, Luce si è separata dal suo ex marito Ethan e il loro figlio, Eli, è cresciuto e frequenta ormai l’università. L’essersi ritrovata da sola in casa provoca in lei un senso di grande vuoto e incompletezza: “Ethan era fuori dalla mia vita, Eli era a New York, e io? Io… ero alla deriva.” Per questo Luce decide di intraprendere un viaggio che la porterà dall’altra parte del mondo, in Italia, per recuperare una parte della propria identità, quella familiare, e risalire al motivo per cui sua madre, Angelina, si è allontanata dalla sua famiglia prima che lei nascesse. Angelina, dal canto suo, insiste sul non voler rivelare il proprio passato alla figlia e lei, non riuscendo a sostenere più il peso di segreti e silenzi, raggiunge il paesino di origine della madre nel Centro Italia, Bosconero e l’antica casa di famiglia, Rosa Bianca. Lì incontra sua cugina Matilde, figlia del fratello di sua madre, Carlo, il quale si mostra profondamente ostile verso di lei, e sua nonna Clelia, la madre di Angelina. Luce e Matilde, attraverso il racconto di Clelia, cercheranno di ricostruire la storia della propria famiglia, nonché il rapporto tra Clelia e sua sorella Nora e come hanno trascorso insieme un’infanzia di povertà per poi vedere le proprie vite sconvolte dalla Seconda guerra mondiale. L’equilibrio precario della famiglia Nardini, che man mano vede rimettere insieme le tessere del puzzle del proprio passato, viene però nuovamente scosso da un forte terremoto che colpisce Bosconero e i paesi vicini e che cambia il destino di Luce e delle persone a lei care.

Una storia di famiglia: tra verità nascoste e legami da ricucire

La storia è ambientata nell’ affascinante scenario del paesino di Bosconero, un luogo diviso tra le storiche casette di pietra, le luci, la vitalità e l’accoglienza tipica di noi italiani e le tenebre, le ombre del bosco avvolto nel mistero e sede di tanti segreti. “Il villaggio perduto” alterna il racconto del presente attraverso la voce di Luce e quello del passato a partire dal punto di vista di Clelia. Quest’ultima si staglia all’interno della scena romanzesca come un personaggio particolarmente complesso e dalle molte sfaccettature. I racconti che lei fa a Luce e Matilde per rivelare il suo passato e quello della loro famiglia sembrerebbero le classiche storie che una nonna racconta ai propri nipoti riguardo la propria giovinezza, la guerra, la nascita dei figli, in un tempo lontano che vive solo nei ricordi e che si sente il bisogno di tramandare di generazione in generazione. Ma in realtà dietro la narrazione delle varie tappe della vita di Clelia si nascondono segreti, misteri e bugie che lei ha portato troppo tempo dentro di sé. Clelia è una donna che ha dovuto affrontare tante difficoltà e momenti di grande dolore che però ha cercato sempre di celare agli altri. Dietro la sua corazza e apparenza di donna forte, si nasconde una Clelia piena di insicurezze e fragilità, di demoni che l’hanno accompagnata per tutta la vita e che l’hanno portata a compiere scelte controverse.           

Luce, invece, fin dall’ inizio de “Il villaggio perduto” mostra quanto sia forte in lei il desiderio di ricucire il legame con il passato della sua famiglia di origine dopo anni di silenzi da parte della madre e dopo che la sua vita ha preso un’inaspettata piega di solitudine. Non riuscendo più a prefigurare davanti a sé un futuro ora che si è separata dal marito e che il figlio, ormai adulto, è andato via di casa, Luce si volta indietro e cerca di trovare un senso alla propria esistenza colmando un vuoto che la accompagna fin da bambina: capire perché sua madre ha lasciato l’Italia, perché non le ha mai parlato della sua famiglia e soprattutto di suo padre di cui non conosce neanche il nome. “Non voglio più vivere senza sapere niente del mio passato. È come un libro con le pagine bianche”. E Luce lotterà contro tutto e tutti 20

A proposito di Rosaria Cozzolino

Sono nata il 13 marzo 1998 a Pollena Trocchia (NA). Fin dall’infanzia ho sempre cercato nuovi modi per esprimere la mia creatività e il mondo delle arti mi ha sempre affascinata e attratta. Ho frequentato per quattordici anni la scuola di danza classica e contemporanea “Percorsi di Danza” di Angelo Parisi, per poi abbracciare un’altra mia grande passione, il teatro, entrando nell’ “Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema” di Gianni Sallustro. La letteratura e la cultura umanistica in tutte le sue sfaccettature sono da sempre il faro costante della mia vita e ho deciso di assecondare questa mia vocazione frequentando il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano D’Arco (NA). Nel 2017 mi sono iscritta alla facoltà di Lettere Moderne presso l’università Federico II (NA) e ho conseguito la laurea nel luglio 2021 con una tesi in Letterature Moderne Comparate. Al momento sono specializzanda in Filologia Moderna sempre presso la Federico II e continuo a coltivare tanti interessi: la lettura, il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte ma anche i viaggi e la scoperta di posti nuovi. Credo fermamente che la cultura sia il nutrimento migliore per l’anima ed è quello che vorrei trasmettere con la scrittura.

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