La casa nella nebbia: il ritorno di Robert Bryndza

La casa nella nebbia: il ritorno di Robert Bryndza

La casa nella nebbia”: recensione dell’ultimo lavoro di Robert Bryndza edito da Newton Compton editori

Prendete una ex poliziotta perseguitata da uno scandalo che le ha rovinato carriera e vita privata, insediatela nella cittadina costiera di Ashdean, nel Devon, lungo la costa meridionale inglese e inseritela in un contesto universitario dove adesso lavora come docente. Immaginate che questa donna, Kate Marshall, un giorno, durante un’immersione col figlio adolescente Jake, si imbatta in un cadavere a Shadow Sands, un profondo bacino idrico artificiale della zona, e da quel momento inizi per lei un viaggio, pericoloso quanto affascinante, in quello che è il mistero che ha portato alla scomparsa della giovane vittima, Simon. Questo viaggio la condurrà alla scoperta di un fitto mistero che affonda le sue radici nelle leggende locali e in una serie di omicidi mai collegati fino ad allora e la porterà ad incrociare il suo destino con un’altra giovane e combattiva donna, caduta nel tranello di un serial killer che da anni agisce indisturbato. Kate riuscirà a fare la differenza e a risolvere il rompicapo prima che sia troppo tardi per la ragazza alla mercé del mostro di Ashdean?

Questi gli ingredienti principali del thriller “La casa nella nebbia”, seguito de I cinque cadaveri scritto da Robert Bryndza ed edito da Newton Compton editori.

I due romanzi sopracitati, incentrati sulla figura di Kate Marshall, si affiancano ad una serie che vede come protagonista un altro personaggio femminile, Erika Foster, a cui sono ispirati libri già pubblicati in Italia La donna di ghiaccio, La vittima perfetta, La ragazza nell’acqua e Ultimo respiro, tutti per la Newton Compton.

Il romanzo di Bryndza: una vicenda che ti cattura

146 pagine di suspence catturano il lettore e lo irretiscono fino allo scioglimento del mistero che sta alla base di tutta la storia, che non manca di lasciare spazio anche alla vicenda personale di Kate, creando un continuum con il precedente romanzo e aprendo la strada ad un nuovo capitolo della sua esistenza, nella quale entrano a far parte anche altri personaggi, come l’assistente Tristan, e in cui ritroviamo vecchi “amici”, come il cannibale Peter Conway, personaggio-chiave del passato di Kate.

La brutalità dell’omicidio iniziale e dei delitti compiuti nell’arco della narrazione de La casa nella nebbia appare meticolosamente lucida, resa ancor più cupa perché intessuta in un enigma che mette alla prova i nervi di Kate e di Tristan, che vengono coinvolti nelle indagini senza quasi rendersene conto.

La polizia sembra apatica, incapace di applicare quei principi che, invece, sono alla base dell’operato, spesso impetuoso, di Kate e di Tristan e talvolta essa appare connivente con il serial killer che divora dall’interno il placido paese di Ashdean, scegliendo come complice la nebbia che sovente abbraccia la zona e ne nasconde i misfatti.

Kate e Tristan, seppur mossi dal medesimo amore per la giustizia e dal desiderio di risolvere il mistero, cercando al contempo di salvare una delle vittime del carnefice sconosciuto, sembrano due facce della stessa medaglia.

Il passato da poliziotta di Kate non la lascia un momento, orientando molte delle sue azioni e delle sue reazioni ed evitando spesso errori madornali ma la sua vita privata mette alla luce una fragilità, una incertezza come madre, donna e figlia che spesso minano la sua autostima e la sua fermezza, evidenziando una crepa profonda nel cuore della donna che ancora fatica a rimarginarsi e che la condurranno a mettere in discussione varie certezze anziché sbrogliare la matassa.

Tristan è alla vigilia del suo slancio di vita, sia in ambito lavorativo, attraverso quest’indagine che forse per la prima volta conquista la sua curiosità e lo muove all’azione trasformandolo in un investigatore bizzarro, talvolta impaurito, talvolta ardito ma sempre presente e sul pezzo, sia nella sua vita affettiva, accompagnandolo in un percorso che lo porterà a liberarsi da falsi miti e omissioni, per valorizzare la sua essenza nel profondo, sinceramente e coraggiosamente.

I due docenti improvvisatisi investigatori all’inizio del thriller sembrano brancolare nella nebbia che fa da sfondo costante alle vicende: la loro frustrazione è tangibile, così come palese è il marcio che si intuisce alla base del quieto vivere della cittadina idilliaca.

I pericoli diventano sempre più reali e potenti e si intrecciano ad una tensione che si taglia col coltello, resa attraverso un climax crescente che trova il culmine nelle scene conclusive del romanzo.

La casa nella nebbia: lo stile

Il libro, sintetico ma intenso, è sicuramente capace di suscitare forti emozioni, grazie anche a vari colpi di scena e a domande che continuano a susseguirsi senza trovare risposta.

La scrittura è semplice e fluida, armoniosa, il ritmo è serrato ma equilibrato tra azioni, confronti dei due investigatori, punti di vista delle vittime, scene di suspence e frammenti di vita privata.

La scelta stilistica dell’autore, che apre il racconto praticamente in medias res, nel pieno della tragedia, non fa altro che incrementare la tensione, la curiosità, l’attenzione del lettore che, come accade a Kate e Tristan, si ritrova suo malgrado coinvolto dalla storia prima ancora di terminare il primo capitolo.

Ottima pubblicazione, che lascia il segno, accattivante.

Libro davvero consigliato!

 

Fonte immagine in evidenza: https://www.illibraio.it/libri/robert-bryndza-la-casa-nella-nebbia-9788822746467/

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