Quanti di noi sono stati rapiti e incuriositi dalla lingua di Arancia Meccanica? Da dove nasce e in cosa consiste questo gergo artificiale?
Arancia Meccanica, romanzo del 1962 di Anthony Burgess e capolavoro cinematografico di Stanley Kubrick del 1971, è caratterizzato dall’uso di una lingua particolare: il Nadsat. Vediamo in cosa consiste e perché è così importante.
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Un mondo distopico visto attraverso la sua lingua
«Le avventure di un giovane i cui principali interessi sono lo stupro, l’ultra-violenza e Beethoven». La locandina del film di Stanley Kubrick introduce un mondo distopico visto attraverso la mente del giovane Alex. Il suo modo di esprimersi, il Nadsat, rappresenta lo specchio della sua percezione della realtà. Burgess usa la lingua come voce di una controcultura, basandosi sull’idea che il linguaggio possa modellare il pensiero, come sostenuto dall’ipotesi di Sapir-Whorf.
Nadsat: cos’è e come nasce
La parola Nadsat deriva dal suffisso russo per “dici” (usato nei numeri da undici a diciannove), e significa quindi adolescente. La lingua di Arancia Meccanica è uno slang artificiale composto da circa duecento parole. Come documentato dalla International Anthony Burgess Foundation, si basa principalmente su parole russe traslitterate, a cui l’autore, come riportato nella sua biografia sull’Encyclopedia Britannica, unì termini derivati dal gergo Cockney, parole gitane e invenzioni proprie. L’ispirazione per l’uso del russo venne a Burgess durante un viaggio a Leningrado nel 1961.
Un piccolo vocabolario nadsat: decifrare la lingua di Alex
Parola in nadsat | Traduzione e origine |
---|---|
Drugo | Amico (dal russo друг, drug). |
Moloko | Latte (dal russo молоко, moloko). |
Horrorshow | Buono, bene (dal russo хорошо, khorosho). |
Devotchka | Ragazza (dal russo девочка, devochka). |
Gulliver | Testa (dal russo голова, golova). |
Lo scopo del Nadsat: perché Burgess lo ha creato
Burgess non creò il Nadsat solo per dare colore al suo mondo distopico. Il suo scopo principale era psicologico: costringere il lettore a un processo di decodifica. Descrivendo atti di “ultra-violenza” con termini quasi poetici e sconosciuti, l’autore crea una barriera tra il lettore e l’orrore delle azioni. La violenza viene prima intellettualizzata e poi percepita emotivamente, un effetto di distanziamento che costringe a riflettere sulla natura del male e del libero arbitrio, come evidenziato da diverse analisi letterarie. Lo stesso titolo dell’opera deriva dall’espressione Cockney “as queer as a clockwork orange”, che Burgess interpretò come metafora del suo protagonista: un organismo naturale (arancia) reso artificiale e prevedibile da un condizionamento esterno (meccanica).
Fonte immagine: Wikimedia Commons
Articolo aggiornato il: 21/09/2025