La violenza del mio amore, l’ultimo romanzo di Levantino

La violenza del mio amore

Con La violenza del mio amore Dario Levantino aggiunge un altro tassello all’intensa e sofferta storia di Rosario Altieri, un giovane che lotta disperatamente per emergere dalla condizione di emarginazione cui ineluttabilmente lo condanna il suo quartiere di nascita.

Il romanzo, pubblicato per Fazi Editore il 2 settembre 2021, segue i primi due successi di Levantino, Di niente e di nessuno e Cuorebomba, condividendone il protagonista e regalandoci un altro autentico e crudo spaccato di una Brancaccio rassegnata e sottomessa ai capricci del suo boss.

Sullo sfondo di una Brancaccio dove la speranza di riscatto sociale sembra aver definitivamente abbandonato anche l’ultima pietra, Rosario rivede la sua Anna in una sera d’estate e nel suo ventre scopre un fotogramma della famiglia che formeranno. Partita per dimenticare Rosario, Anna è ritornata a Brancaccio con in grembo un pezzo dell’amore che si sono scambiati prima del suo viaggio. Da quel momento Rosario e Anna intraprendono un duro e solitario viaggio nel tentativo di sottrarsi al destino di povertà ed emarginazione che la dura legge di Brancaccio e i moniti dei genitori di lei hanno già vaticinato.

Armati di una incrollabile fiducia nella forza del loro amore, Rosario e Anna cercano giorno dopo giorno di conquistarsi un pezzo di felicità, un lavoro dignitoso con cui sostenersi, una casa popolare in cui crescere la loro famiglia, il diritto di sperare in un futuro migliore attraverso lo studio. Ma a Brancaccio non è permesso a nessun di sognare senza l’autorizzazione di Totò Mandalà, il boss del rione che comanda come un feudo il suo quartiere; tutto a Brancaccio è deciso dalla famiglia dei Mandalà e anche l’assegnazione delle case popolari passa attraverso il consenso del boss Totò. Dinanzi all’inesorabilità di questo potere, Rosario sarà più volte tentato di cedere alla totale sottomissione nel tentativo di proteggere la sua famiglia dagli ostacoli che la dura realtà di Branciaccio pone sul loro cammino.

Come in una discesa agli inferi, Rosario lotta contro l’indifferenza delle istituzioni, che non sono in grado di offrire a Rosario e Anna nè cure adeguate per la nascita prematura della loro figlia nè un alloggio per sottrarsi ad una condizione misera e degradante. Animato dalla promessa di riscatto fatta alla madre, Rosario lotta ancora contro l’iniquità di un sistema scolastico che non è in grado di offrire strumenti concreti di emancipazione sociale. Ma ad ogni sconfitta, in questa disperata ed estenuante lotta, Rosario trova nell’amore la forza per non arrendersi; un amore estremo che nella sua violenta forza infonde in Rosario il coraggio per compiere estremi gesti.

La violenza del mio amore parla di un amore struggente in grado di sopravvivere alla crudeltà e iniquità del vivere, di sentimenti puri che nella loro forza riescono a superare tutti gli attacchi che la vita muove loro, ma è anche un romanzo che parla della durezza del vivere dal lato dei vinti, di coloro che non possono permettersi neanche di sognare una condizione migliore. Senza indulgere in pietosismi, Levantino descrive una realtà rassegnata all’immutabilità della propria condizione originaria di appartenenza, una realtà che non lascia spazio alle speranze, dove solo l’amore e il totale abbandono alla sua forza può dare dignità e in essa infine la felicità.

Immagine: Fazi Editore

A proposito di Rossella Siano

Napoletana di nascita e per vocazione. Appassionata di letteratura e scrittura nonostante la scelta di una professione molto poco poetica. Provo ad aggiungere poesia attraverso la condivisione di pensieri ed emozioni in queste pagine.

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