Le figlie di Sparta, di Claire Heywood | Recensione

Le figlie di Sparta, di Claire Heywood | Recensione

 Siamo sicuri di aver saputo la verità sulla guerra di Troia?

Dal 1° giugno è disponibile in libreria “Le figlie di Sparta”, il romanzo di esordio della scrittrice Claire Heywood, pubblicato da Newton Compton Editori. Il racconto ruota intorno alle storie delle due principesse spartane Elena e Clitennestra, due figure della mitologia classica di cui l’opera della Heywood mette in luce soprattutto il loro essere sorelle e donne, in una società patriarcale come quella dell’antica civiltà greca.

L’autrice è una studiosa del mondo antico, con una laurea in Civiltà classica e un master in Cultura visuale e materiale antica conseguito presso l’Università di Warwick

Le figlie di Sparta: la recensione

La trama

Elena e Clitennestra, principesse della nobile Sparta, sono cresciute circondate dal lusso. La loro straordinaria bellezza, che ha in sé qualcosa di divino, le ha rese celebri in tutta la Grecia. Non esiste donna che non le invidi o eroe che non desideri conquistarle. Ma la bellezza è una rosa dalle spine appuntite. E, nel caso delle due principesse, si dimostra presto un fardello. Ancora molto giovani, le sorelle vengono separate e inviate presso gli sposi che sono stati scelti per loro: i potenti re stranieri Agamennone e Menelao, fratelli di nobile discendenza. Se ai loro mariti è concesso il privilegio di determinare il proprio destino, le due regine non devono far altro che dare alla luce eredi e limitarsi ad assistere, miti e silenziose, allo scorrere degli avvenimenti. Non sarà così. Quando la crudeltà e l’ambizione sfrenata degli uomini arriveranno a privare le due sorelle di ciò che hanno di più caro, Elena e Clitennestra sentiranno il bisogno di sottrarsi alle rigide regole della società in cui vivono: il loro nome verrà per sempre associato agli eventi nefasti della guerra di Troia, per la sola colpa di essersi opposte a una storia già scritta. Nel corso dei millenni le loro scelte riecheggiano come atti di straordinaria ribellione.

Le figlie di Sparta: due sorelle, due donne

Elena e Clitennestra. Due nomi che fanno parte del panorama mitologico del mondo dell’antica Grecia che si è tramandato fino a noi e che ancora affascina intere generazioni. Ma possiamo dire di conoscerle davvero? Sappiamo che Elena veniva considerata la donna più bella del mondo, tanto che il suo rapimento da parte di Paride ha scatenato una guerra lunga e sanguinosa che ha condotto alla distruzione di Troia da parte dei greci. Clitennestra viene ricordata come la moglie e assassina di Agamennone, sovrano di Micene, la cui morte fu vendicata da suo figlio Oreste che uccise sua madre. E poi? Possiamo dire di conoscere le loro personalità, i loro segreti più intimi, i loro sogni? Nel racconto della Heywood si trova una risposta a tutte queste domande, attraverso una narrazione fluida, semplice e lineare.

L’autrice ricostruisce, in questo retelling di un mito dal punto di vista femminile, la vita di queste due sorelle, il loro rapporto, la difficoltà di separarsi a causa dei loro rispettivi matrimoni e il loro continuare ad amarsi e invidiarsi anche a distanza. Nell’Antica Grecia le donne non avevano un proprio status di emancipazione e indipendenza. Vivevano sottomesse prima ai propri padri e poi ai propri mariti, senza avere una propria libertà decisionale e senza poter scegliere il proprio destino, come trascorrere la propria vita, chi sposare, magari per amore e non essere ridotte a merci di scambio per stipulare alleanze tra regni. Questa è la vita di Clitennestra ed Elena, il loro futuro sembra già scritto fin da quando sono bambine: i loro doveri si limiteranno a quelli di mogli e madri e passeranno a filare e tessere intere giornate mentre i propri mariti porteranno avanti il proprio regno. Eppure, proseguendo la loro vita su due strade diverse, entrambe dimostreranno grande forza d’animo, coraggio e spirito di ribellione per trovare il proprio spazio in un mondo guidato esclusivamente da uomini e per continuare a seguire i propri sogni. Attraversando due storie parallele, con cui ognuno di noi ha familiarità tramite gli studi o altre riscritture di vicende mitiche che nell’ultimo periodo abbondano negli scaffali delle librerie come uno dei nuovi generi di successo tra i lettori, l’autrice dà nuove sfumature e nuovo spessore psicologico a questi due personaggi femminili la cui forza di resistere ad un destino di sottomissione deve essere d’esempio a tutte le donne che ancora combattono per la propria parità di diritti.

 

Fonte immagine: Newton Compton Editori.

A proposito di Rosaria Cozzolino

Sono nata il 13 marzo 1998 a Pollena Trocchia (NA). Fin dall’infanzia ho sempre cercato nuovi modi per esprimere la mia creatività e il mondo delle arti mi ha sempre affascinata e attratta. Ho frequentato per quattordici anni la scuola di danza classica e contemporanea “Percorsi di Danza” di Angelo Parisi, per poi abbracciare un’altra mia grande passione, il teatro, entrando nell’ “Accademia Vesuviana del Teatro e del Cinema” di Gianni Sallustro. La letteratura e la cultura umanistica in tutte le sue sfaccettature sono da sempre il faro costante della mia vita e ho deciso di assecondare questa mia vocazione frequentando il liceo classico Vittorio Imbriani di Pomigliano D’Arco (NA). Nel 2017 mi sono iscritta alla facoltà di Lettere Moderne presso l’università Federico II (NA) e ho conseguito la laurea nel luglio 2021 con una tesi in Letterature Moderne Comparate. Al momento sono specializzanda in Filologia Moderna sempre presso la Federico II e continuo a coltivare tanti interessi: la lettura, il cinema, le serie tv, il teatro, l’arte ma anche i viaggi e la scoperta di posti nuovi. Credo fermamente che la cultura sia il nutrimento migliore per l’anima ed è quello che vorrei trasmettere con la scrittura.

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