Le Père Goriot di Balzac | Recensione

Le Père Goriot di Balzac | Recensione

Honoré de Balzac è considerato, insieme a Stendhal, il creatore del moderno realismo francese. Grazie alla sua Comédie humaine Balzac cambia completamente la visione del romanzo moderno, in quanto quest’ultimo si fa portavoce di una descrizione minuziosa della società ottocentesca, in particolare di quella parigina, in cui l’individuo è catapultato e divorato. Come metafora di questa avida realtà, Balzac crea nel romanzo i “tipi” sociali, ovvero dei personaggi che racchiudono tutti i tratti caratteristici degli uomini del suo tempo, costretti a vivere in uno stato di continuo conflitto. Con l’opera Le Père Goriot di Balzac, in particolare, Balzac segna una svolta decisiva nella sua attività letteraria, dal momento che questa racchiude l’idea che è alla base del lavoro della Comédie.
Il celebre romanzo viene pubblicato nel 1834 e può essere letto come un romanzo sociale, un romanzo di costumi, un romanzo di formazione e anche un romanzo psicologico.

Trama de Le Père Goriot di Balzac

All’interno de Le Père Goriot di Balzac, si presenta la realtà come se fosse una vista panoramica: prima si sofferma sui dintorni della città, sulla città stessa con i suoi quartieri e strade, sulle case, e poi giunge ai vari personaggi dai quali comincia a raccontare la storia. La storia si svolge a Parigi in una squallida e anonima pensione gestita da Mme Vauquer, all’interno della quale vive un giovane uomo, Eugène de Rastignac, giunto da poco in città per studiare diritto. Man mano, Eugène comincia a nutrire un certo interesse per la pensione in cui alloggia e cerca di scoprire i misteri che ruotano attorno agli altri uomini che incontra; si interessa curiosamente ad un vecchio cinico ed emarginato, Vautrin, e a papà Goriot, un uomo che vive rinchiuso nella sua camera e che, di volta in volta, riceve la visita di belle donne. Papà Goriot ha due figlie sposate che egli ama molto, ma quest’ultime non fanno altro che sfruttare il padre solo per avere soldi. Sempre più immerso nella società parigina, Eugène decide di abbandonare definitivamente i suoi studi e di voler entrare a far parte di quella subdola realtà: tuttavia, viene indotto negativamente da Vautrin ad emergere socialmente e il suo tentativo alla fine si rivela essere un fallimento totale. La storia si conclude con la morte di papà Goriot che, privo dell’affetto delle sue figlie, viene accompagnato al cimitero in solitaria da Eugène.

Temi e caratteristiche principali

Il romanzo Le Père Goriot di Balzac è strutturato intorno a due momenti che si oppongono tra loro: da un lato c’è l’ascesa sociale di Eugène e, dall’altro, c’è il declino di papà Goriot. Eugène incarna il “tipo” nel romanzo perché, rispetto agli altri personaggi, è l’unico a cambiare consapevolmente la sua condizione: da innocente ignoranza del mondo, giunge a una forte consapevolezza di esso. Infatti, solo alla fine Eugène si renderà conto dell’immoralità della società e dell’importanza degli affetti e della vita. Papà Goriot, invece, è la metafora della nuova classe borghese dell’epoca moderna che, per mezzo dei cambiamenti rivoluzionari, è riuscita ad emergere socialmente. Tuttavia, la sua scalata sociale non gli ha permesso di assumere le abitudini e la cultura delle classi più elevate; infatti, le sue figlie quasi lo rinnegano poiché, sposandosi, si sono elevate ancora di più del padre dal punto di vista sociale. Papà Goriot, dunque, fallisce come padre nella società e questo fallimento costituisce il primo principio di corruzione sociale, ovvero che i giovani sono disposti a tutto, persino a rinnegare i loro genitori, pur di raggiungere il successo.

Per quanto riguarda la struttura de Le Père Goriot di Balzac, la storia è raccontata in maniera lineare e si sviluppa in un arco di tempo piuttosto breve (all’incirca tre mesi), sebbene ci siano molti rimandi al passato, in particolar modo all’inizio. Il narratore è onnisciente, conosce tutto sui personaggi ma, pur essendo neutro e con un punto di vista oggettivo, lascia parlare indirettamente i suoi sentimenti e interviene nel racconto per mostrare il disgusto per il potere dei soldi e per la società del tempo. Il romanzo offre anche una precisa e accurata descrizione della realtà in cui si muovono i personaggi: i dialoghi sono realistici, la lingua è molto vicina al parlato e i luoghi sono la metafora dei personaggi stessi (es. la pensione è l’immagine di Mme Vauquer, una donna avara e triste). Infine, il tema portante su cui poggia l’intero romanzo è il denaro, in quanto questo simboleggia allo stesso tempo l’ascesa e la rovina sociale degli uomini.

 

Fonte immagine in evidenza: Editore Rizzoli

A proposito di Alessia Galante

Studentessa presso l'Università "L'Orientale" di Napoli

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