Neorealismo e Nouvelle Vague: somiglianze e differenze

Neorealismo e Nouvelle Vague: somiglianze e differenze

Quali sono le somiglianze e le differenze tra il Neorealismo italiano e la Nouvelle Vague francese? Andiamo a scoprirlo!

Il Neorealismo è stato un movimento culturale, nato e sviluppatosi in Italia nell’immediato dopoguerra, ma fortemente diseguale al suo interno, in quanto i suoi quattro registi principali (Rossellini, De Sica e Zavattini, Visconti, De Santis) erano caratterizzati da stili molto diversi. Già nel 1941 però, si scrivono articoli su riviste quali Bianco e Nero e Cinema riguardo un cambiamento dell’utilizzo del paesaggio da parte del cinema nazionale verso una maggiore aderenza ai dettami realistici della letteratura della seconda metà dell’Ottocento. Anche per i giovani turchi della Nouvelle Vague, l’attività critica sui “Cahiers du Cinéma” sarà fondamentale per creare le basi della “nuova ondata” del cinema francese che auspica ad una ribellione dal cosiddetto cinéma de papà degli anni precedenti. In realtà si trattava anche di una ribellione generazionale più ampia legata alla politica del tempo e alla Guerra d’Algeria: un gruppo di amici che produceva film legati alla propria esperienza personale e generazionale ma che sicuramente mancava della critica sociale esplicita presente all’interno dei film neorealisti italiani.

Senza la presenza del cinema neorealista italiano, sarebbe stata impossibile la nascita della Nouvelle Vague francese in primis, e delle conseguenti “nuove onde” internazionali degli anni ’60. Anche se è lo stesso neorealismo a non porsi in totale discontinuità con il passato, beneficiando di contaminazioni con gli stilemi del cinema classico e di genere, il melodramma e il noir, il tutto frammisto ad aspetti più prettamente realistici. Sicuramente ciò che la Nouvelle Vague eredita dal neorealismo italiano è la capacità di raccontare il proprio tempo.

La messa in scena
Il forte livello di autenticità ed immediatezza della messa in scena è dato in entrambi i movimenti da riprese effettuate in esterni reali con un’illuminazione il più possibile naturale, inoltre per entrambe le correnti il budget iniziale era limitato. Ma se nei film del neorealista De Sica è improbabile trovare scene registrate con suono in presa diretta, ritroveremo sicuramente tale aspetto nei film della Nouvelle Vague francese in cui sarebbe impensabile proporre attori doppiati, come invece è il caso di Maggiorani in Ladri di Biciclette. Comunque, anche se doppiati, nel cinema neorealista italiano si preferivano sicuramente attori non professionisti, strategia adottata per rendere ancora più esplicita l’idea che il protagonista sia imparentato alla realtà. Attori per lo più esordienti saranno anche presenti all’interno dei film francesi, che poi diventeranno celeberrimi.

Il montaggio
Per quanto concerne gli aspetti relativi al montaggio, nei film neorealisti vi è una predominanza di campi medi e lunghi, utilizzati spesso per creare distanza dalla vicenda narrata, e la presenza di un montaggio non intrusivo con inquadrature più lunghe della media. Tale scelta probabilmente risponde anche all’esigenza di fare entrare nel racconto delle digressioni su avvenimenti irrilevanti alla logica narrativa complessiva attuando quella che chiameremo una “poetica dei tempi morti” (in particolare adottata da De Sica e Zavattini nel film Ladri di Biciclette) che rappresenta una innovazione fondamentale nella gestione del tempo cinematografico rispetto al cinema classico, nonostante si trattasse ovviamente di momenti costruiti e non documentaristici.
Carattere fondamentale della Nouvelle Vague è la grande libertà narrativa e stilistica attuata tramite un uso innovativo del montaggio associato spesso a inquadrature lunghe e piani sequenza: sarà il caso del film di Godard, À bout de souffle, caratterizzato da quattro sequenze iniziali dove vi è presente un montaggio arbitrario e frammentato tramite l’uso di jump-cuts e inquadrature brevi e una seconda parte caratterizzata da inquadrature lunghe e piani sequenza anche complessi. A tal proposito è rimarchevole è la sequenza dell’Hotel de Suède di durata abnorme che consente all’autore di far entrare nel film il tempo della vita e di far diventare l’irrilevante, evento.

Neorealismo e Nouvelle Vague, due movimenti apparentemente distanti, eppure così simili.

Fonte immagine: Arte Settima

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