La storica Libreria del mondo offeso saluta Milano: “Ormai c’è posto soltanto per i grattacieli”. Da settembre riaprirà a Castelnuovo Berardenga.
Sono trascorsi pochi mesi da quando Paolo Ambrosini di Ali Confcommercio, Antonio Terzi di Sil Confesercenti e Medardo Montaguti di Federcartolai Confcommercio hanno firmato una nota congiunta a nome di tutti i librai e i cartolibrai d’Italia per chiedere un tavolo di confronto al governo e salvare 3.500 imprese e 11.000 occupati del settore libraio a rischio. Il 2024 si è svegliato con numeri preoccupanti per l’editoria italiana, una flessione, a valore, pari al 4,1% rispetto ai primi mesi del 2023.
La crisi delle librerie indipendenti
A rilanciare l’allarme è soprattutto la LIM, l’associazione delle librerie indipendenti di Milano, tra le più colpite dal segno meno. È difficile sopravvivere con un fatturato così basso, senza una politica attiva che aiuti e affianchi i librai; e poi, va detto, è difficile sopravvivere in una città come Milano in cui non c’è il tempo – e forse non c’è più la voglia – per sottrarsi alla frenesia e mettersi a leggere. Da allora, però, tutto continua a tacere.
Le librerie si guardano da fuori, ci si accosta alle vetrine e si scruta un po’ dentro. Magari si percepisce anche la suggestione di questi posti che ormai sono pezzi di antiquariato, che costringono ad abbassare lo sguardo tra un grattacielo e l’altro. Ma nulla di più.
A febbraio ha chiuso la libreria Corteccia in zona Solari. Poco prima la Tintoria in via Govone.
“(…) Io ce la sto mettendo tutta ve lo assicuro, ma arranco e non voglio più fingere. Sono circondata da realtà editoriali pazienti e comprensive che sanno cosa abbia significato non lavorare a pieno regime per tre anni (tra covid traslochi di casa e chiusura negozio), per di più in una città come Milano che perdona sempre meno chi fa fatica e aumenta il costo della vita in modo insostenibile. Sto ammettendo un fallimento? Può darsi”, ammette Cristina Di Canio, titolare della libreria La scatola Lilla, costretta all’ennesimo trasloco pur di non mollare definitivamente
La libreria del mondo offeso
Adesso chiude la saracinesca anche la storica Libreria del mondo offeso di Via Anfiteatro 11, che deve il suo nome alla fortunata espressione di Vittorini in Conversazione in Sicilia. L’annuncio della titolare Laura Ligresti è di qualche giorno fa.
“Ciao Milano.
Ciao Milano di Elio Vittorini.
Ciao Milano della Libreria del Mondo Offeso.
È arrivato il momento di salutarci.
Perché noi, inguaribili romantici, disertiamo da un modello di vita che non ci appartiene”, scrive sui social.
A 50 anni saluta, con il marito e collega Marco Bocciarelli, la sua città. Anzi, saluta una Milano che non è più sua, perché non ci sono più i cortili e i campi di pannocchie e non c’è più lo spirito di comunità. Ci sono soltanto automatismi. Ci sono grattacieli e gru, ovunque. Ci sono spazi piccolissimi, in cui prendono forma scheletri di case piccolissime, soffocanti, ma smart e vendute a peso d’oro. Ci sono turisti distratti e frenetici.
Insomma, non c’è più un terreno fertile per chi, come loro, vorrebbe continuare a scommettere sull’umano e sulla complessità. E continueranno a farlo, ma in un piccolo paese del senese, uno di quelli con la piazza, il teatro, la filarmonica: “Forse la carta ci ha dato alla testa e ispirati dal Don Chisciotte, spinti dalla visionaria ostinazione per il mondo offeso, seppur risultando silenziosamente sconfitti e, forse, suscitando l’ilarità di chi, speriamo pochi, ha assistito alle nostre folli avventure, continuiamo il nostro viaggio.
Da settembre 2024 ci troverete nella splendida Castelnuovo Berardenga (Si) in Piazza G. Marconi, 5”.
Arrivederci, Milano
Tanti i ciao malinconici e nostalgici, tra i quali spiccano quelli alle librerie indipendenti che si sono arrese prima. “Ciao Milano dei tram, delle bocciofile, dei bar, della nebbia, della droga, delle manifestazioni, dei giardinetti, dei campi di pannocchie, dei container. Ciao Milano della libreria Feltrinelli, della Libreria Verdi, della Libreria Utopia, della Libreria di Brera, della Libreria Scientifica, della Libreria di Porta Romana. Ciao Milano del Teatro Nuovo, del Teatro Smeraldo, del Teatro di Porta Romana, della Palazzina Liberty”.
Nelle parole della titolare anche qualche addio, fatto di rabbia più che di malinconia: “Addio Milano di Expo 2015. Addio Milano di City Life, di G. Aulenti, di NaPa, di NoLO, di NoCe, di Soupra, di NOM”. Addio a tutto quello che ha trasformato Milano in una piazza di affari inaridita, ingrigita, senza più storie e senza parole, se non anglicismi tecnici dalla dubbia poeticità.
Ligresti e Bocciarelli appartengono a un altro mondo, consapevole del dramma eppure resistente. Il mondo offeso, per l’appunto.
Immagine in evidenza dal profilo Facebook della Libreria del mondo offeso