Oggi è già domani, la folle New York di Jarett Kobek

Oggi è già domani

In Oggi è già domani Jarett Kobek descrive la New York di fine anni ’80, nella sua mondanità più marcia e allucinogena.

1986, New York. Baby è un ragazzo fresco di diploma che si lascia alle spalle la campagna del Winsconsin, giungendo in città per frequentare l’università. Rimasto orfano di entrambi i genitori si reca da un conoscente che abita in un palazzo occupato nel quartiere di Alphabet City. Quando questi tenta di rubargli i soldi Baby cerca un modo di fuggire da quel posto e si imbatte in Adeline, una ragazza di qualche anno più grande di lei succube di un fidanzato drogato.

Baby riesce a salvarla da quella relazione tossica e lei lo ospita nel suo dormitorio. Tra i due nasce un’amicizia duratura che attraversa gli ultimi anni ’80 e giunge alla meta dei ’90 e che li vedrà a contatto con personaggi ed eventi della vita mondana della New York di quel periodo, tra festini, droghe e diseguaglianza sociale.

Oggi è già domani. La “Grande Mela” non è mai stata così marcia

Dopo il successo di Io Odio Internet Fazi Editore pubblica anche in Italia Oggi è già domani, secondo romanzo di Jarett Kobek che fa anche da prequel al primo.

A una lettura rapida il romanzo si potrebbe catalogare in quello che è il genere “di formazione” e, in effetti, gli elementi ci sono tutti: giovani protagonisti che vivono esperienze che li segnano nel bene e nel male e che, in un certo senso, li “formano” come uomini e donne. In realtà Oggi è già domani è soprattutto un affresco della città di New York tra il 1986 e il 1996, descritta nei minimi dettagli dalle voci di entrambi i protagonisti che si alternano lungo la narrazione.

Baby è un aspirante scrittore di fantascienza e omosessuale dichiarato che dalla umile realtà della fattoria di famiglia del Winsconsin si ritrova catapultato nell’enorme caleidoscopio multiculturale della Grande Mela. Adeline proviene invece da una famiglia benestante di San Francisco, ma fugge a New York per via di una madre alcoolizzata e di un passato doloroso, nutrendo il sogno di diventare una fumettista. Nella loro ricerca di un posto nel mondo i due finiscono per immergersi appieno nella vita notturna dei locali di Manhattan fatta di droghe, fiumi di alcool, aspiranti artisti, santoni, maniaci, punk, drag queen, pseudo-guru, editori sopra le righe e rapporti occasionali nel pieno dell’emergenza HIV.

Enrica Budetta, la traduttrice del romanzo, ha notato come Jarett Kobek si sia impegnato a fondo non soltanto nel ricreare la New York di quel tempo con tutte le sue strade, i suoi locali, i suoi negozi e, soprattutto, con i riferimenti alla musica, al cinema e alla cultura pop di quegli anni, ma anche nel conferire una diversa tonalità e un diverso linguaggio ai suoi due protagonisti. Entrambi adoperano un vocabolario e un linguaggio diversificati, a stretto contatto con gli ambienti che frequentano. Ma lo scrittore turco-americano dà prova di virtuosismi soprattutto nei momenti in cui i suoi personaggi assumono sostanze stupefacenti, descrivendone il conseguente onirismo tossico-alcolico con un linguaggio quasi surreale.

Quello che però rende interessante Oggi è già domani è soprattutto la rielaborazione in un contesto diverso della formula che stava alla base di Io odio Internet: gli effetti della celebrità. Se nel primo romanzo però questa era strettamente collegata ai social network e alla loro inquietante capacità di rendere carne da macello qualsiasi personalità più o meno famosa, qui lo stesso ruolo viene preso dal microcosmo della vita notturna di New York.

Tra qualche tossico gettato sui marciapiedi che si inietta della droga nelle vene e un hamburger mangiato in qualche squallido locale, Baby e Adeline si imbattono in personalità come lo scrittore Bret Easton Ellis, ancora prima che raggiungesse la notorietà con American Psycho e Michael Alig, controverso musicista e promotore di eventi notturni a cui partecipa una vera e propria schiera di accoliti noti come “clubkids“. Il tutto avviene sullo sfondo della New York più cupa, marcia e degradata possibile, nel suo periodo più difficile che culminò con l’elezione a sindaco di Rudolph Giuliani, padre della politica della “tolleranza zero” volta a stroncare il crimine dilagante alla radice finendo, tuttavia, per coinvolgere anche gli strati più poveri ed emarginati della popolazione.

Conclusioni

Con Oggi è già domani Jarret Kobek ci regala un interessante e coinvolgente spaccato dell’umanità newyorkese dal 1986 al 1996, vista dagli occhi di due ragazzi americani cresciuti con il mito della Grande Mela come terra luccicante e sensuale, capace di dare possibilità di riscatto a chiunque, ma che mostra loro la sua faccia più sporca in senso figurale e letterale.

Il crudo realismo di cui ogni pagina è imperniata dà a noi lettori la sensazione di camminare davvero tra i parchi e i quartieri degradati, di sentirne il tanfo raccapricciante e di parlare con quell’umanità emarginata e tagliata fuori dalla società che conta. Un romanzo che, nonostante la lunghezza titanica, si consuma in pochi giorni.

Immagine copertina: ufficio stampa

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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