Orlando di Virginia Woolf, la più lunga lettera d’amore della storia

Orlando di Virginia Woolf

Scritto nel 1928, Orlando: a biography è uno dei romanzi più celebri della scrittrice inglese Virginia Woolf. Dedicato all’autrice e giardiniera Vita Sackville-West, con cui Woolf ebbe un’intensa relazione, il romanzo è stato definito dal figlio di Vita «la più lunga lettera d’amore della storia». Il libro è infatti una biografia fantastica ispirata proprio alla figura di Sackville-West, trasfigurandone la storia familiare e la personalità androgina.

Una vita lunga quattro secoli: la trama di Orlando

Il romanzo si presenta come la biografia di un giovane nobile inglese di nome Orlando. La sua vita inizia nel XVI secolo, alla corte della regina Elisabetta I, come un ragazzo di sedici anni malinconico e aspirante poeta. La sua esistenza è un susseguirsi di avventure e amori, tra cui spicca la passionale ma fugace relazione con Sasha, figlia dell’ambasciatore russo. Profondamente deluso da questo amore, Orlando cade in un sonno misterioso che dura sette giorni.

Al suo risveglio, accetta l’incarico di ambasciatore a Costantinopoli. Qui, dopo aver vissuto per anni, cade nuovamente in un sonno di una settimana, ma questa volta il risveglio è sconvolgente: Orlando si risveglia donna. Il cambiamento viene vissuto con naturalezza, senza traumi. Tornata in Inghilterra nel XVIII secolo, ora Lady Orlando deve confrontarsi con le restrizioni e le aspettative imposte alle donne dalla società. La sua vita prosegue attraverso l’età vittoriana fino al “presente” della scrittura del libro, l’11 ottobre 1928, mantenendo intatta la sua identità pur attraversando secoli e generi.

Analisi dei temi principali

La lunga vita di Orlando è un pretesto letterario che Woolf utilizza per esaminare la natura dei rapporti umani e dei ruoli sociali attraverso la storia inglese. La sua opera è considerata un testo fondamentale del modernismo, come attestato da archivi letterari quali la British Library.

Tema portante Analisi nel romanzo
Il genere come costruzione sociale Il cambio di sesso di Orlando dimostra che l’identità di genere è modellata dalla società e non è innata. Orlando, sia uomo che donna, unisce in sé caratteristiche di entrambi, sfidando le categorie rigide e mostrando come abiti e ruoli influenzino la percezione del sé.
Il tempo e la coscienza Woolf contrappone il tempo storico, che scorre per secoli, al tempo interiore di Orlando, che percepisce la propria vita come un flusso continuo. Il romanzo è un intreccio tra il tempo oggettivo e quello psicologico, tipico della poetica modernista.
L’identità e la ricerca del sé Attraverso le sue molteplici esperienze, Orlando è alla costante ricerca di una sintesi del proprio “io”. La sua identità non è fissa, ma un mosaico di tutte le vite e i ruoli che ha vissuto, una concezione dell’individuo molto innovativa per l’epoca.

Stile narrativo e flusso di coscienza

A differenza di opere come Gita al faro o La signora Dalloway, dove la trama è quasi assente in favore del flusso di coscienza, in Orlando la situazione è diversa. La tecnica narrativa viene rielaborata in modo innovativo: la trama, che copre quasi quattrocento anni, è fondamentale. Woolf riesce a fondere magistralmente una narrazione avventurosa con la profondità psicologica del suo personaggio, unendo l’azione esterna con il tempo interiore, una tecnica la cui influenza è riconosciuta da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Britannica.

L’eredità del romanzo

La fluidità di genere del protagonista ha reso Orlando un testo di riferimento nella letteratura inglese e un’opera fondamentale per la comunità LGBT. Oggi è considerato non solo un classico di stampo femminista, ma anche un testo approfonditamente studiato nell’ambito degli studi di genere e transgender, per la sua moderna rappresentazione di un’identità che prescinde i costrutti sociali.

Fonte immagine: Feltrinelli

Articolo aggiornato il: 22/09/2025

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