3 racconti erotici giapponesi di Ihara Saikaku da conoscere

Racconti erotici nella letteratura giapponese: 3 da conoscere

I racconti erotici sono opere letterarie nelle quali spesso compaiono scene di intimità, trasgressioni e tematiche sessuali di vario genere. La letteratura erotica non si è sviluppata in tempi recenti, ma è un genere letterario amatissimo sin dall’antichità che ha saputo intrattenere i suoi lettori in modi diversi. I racconti erotici nella letteratura giapponese sono stati particolarmente in voga durante l’epoca Tokugawa (1603-1868), un periodo di grande fermento culturale e di edonismo. Senza dubbio il maestro di questo genere per quanto riguarda la letteratura giapponese fu Ihara Saikaku. Egli descrisse con maestria il “mondo fluttuante”, ovvero l’Ukiyo, termine che indicava i quartieri del piacere e uno stile di vita orientato al godimento dell’attimo. Saikaku, però, si concentrò su racconti di natura erotica, senza mai sconfinare nella pornografia vera e propria, altro genere diffuso in quel periodo. A lui risalgono opere letterarie fondamentali che analizzano la passione umana. Di seguito, presentiamo tre dei suoi racconti erotici più rappresentativi.

Opera di Ihara Saikaku Tema principale
Storia di un libertino L’educazione sentimentale e sessuale di un uomo dedito ai piaceri carnali.
Storia di cinque donne libertine Cinque racconti di passioni femminili intense e spesso tragiche.
Storia di una libertina Le memorie di un’anziana donna la cui vita è stata dominata dal desiderio.

Storia di un libertino

L’autore è sempre Saikaku e la trama, contenuta nell’opera Kōshoku Ichidai Otoko (1682), narra di questo giovane uomo, Yonosuke, e del suo ingresso nel mondo della sessualità, avvenuto in maniera molto precoce a soli 7 anni. L’autore segue le relazioni del giovane fino all’età di 60 anni. Yonosuke non è ben visto dal padre a causa delle sue tendenze edonistiche e per questo l’uomo decide di non lasciargli alcuna eredità. Vedremo che successivamente l’uomo riesce comunque a ottenere le ricchezze paterne alla sua morte e consumerà questa eredità dedicandosi ai piaceri della carne e al mondo dei quartieri di piacere dell’epoca. Quando è ormai esausto delle donne di Yamato, decide insieme ad altri compagni di salpare per la mitologica Isola delle Donne (Nyogo-ga-shima). In quel luogo, infatti, l’uomo poteva godere della compagnia di figure femminili che non aveva ancora incontrato, a differenza di tutte quelle conosciute a Yamato. Tra i racconti erotici nella letteratura giapponese, la storia di Yonosuke è una delle più famose e apprezzate.

Storia di cinque donne libertine

A differenza degli altri testi erotici presenti nella letteratura giapponese, Kōshoku Gonin Onna si differenzia per la sua struttura: si tratta di 5 volumi, ambientati in 5 città giapponesi diverse che narrano le storie di 5 donne di classi sociali differenti. All’interno di questa opera si nota anche l’influenza della drammaticità teatrale della quale risente Saikaku. Nell’opera quasi tutte le storie terminano in maniera tragica, eccetto una. Il filo conduttore che percorre le 5 narrazioni è la forte passione che queste donne sentono nei confronti di un uomo, con il quale si instaura una relazione tormentata e alle volte impossibile da realizzare a causa delle rigide convenzioni sociali.

Storia di una libertina

L’opera, il cui titolo originale è Kōshoku Ichidai Onna, è tra i racconti erotici preferiti nella letteratura giapponese. Si tratta della storia di un’anziana signora che, in una notte, confessa a due giovani le sue memorie di un passato di relazioni amorose e passionali. La donna, figlia di un aristocratico di Kyoto, inizia il suo percorso come concubina di un signore locale, per poi terminare in una situazione degradante dove è costretta a vendersi per pochi spicci. La vita della donna degenera lentamente e la causa di questo tracollo è proprio il suo continuo desiderio carnale che non le permette di trovare pace. Sebbene la vicenda possa sembrare un monito per i lettori, in realtà non c’è un fine morale nell’opera; al contrario, la protagonista non sembra pentita di nulla. La donna infatti a metà del racconto cerca di purificarsi dai suoi peccati, tentando di ottenere la salvezza in un tempio buddista all’interno del quale però non riesce a vedere statue di Buddha, ma solo i volti dei suoi numerosi amanti. Dopo questo evento, come documentato anche da fonti autorevoli come l’Enciclopedia Britannica, la donna capisce di non avere più speranze e decide così di continuare a cedere ai piaceri della carne che hanno plasmato interamente la sua vita.

Fonte immagine in evidenza: Pixabay

Articolo aggiornato il: 22/08/2024

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Studentessa presso l'università degli studi di Napoli "L'Orientale", amante della culturale e della lingua cinese.

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