Romanzi di Saramago | 4 da leggere

Romanzi di Saramago | 4 da leggere

José Saramago è stato uno scrittore portoghese, insignito del Premio Nobel per la letteratura nel 1998. Ha vissuto a Lisbona dove ha lasciato parte del suo cuore. La sua composizione letteraria è vasta, le tematiche di cui trattano i romanzi di Saramago, vanno dall’ambito familiare, a quello della sua infanzia, il senso di solitudine e del vivere umano, la ricerca di sé stessi e la critica alla società moderna.

Tra i romanzi di Saramago ricordiamo:

1) Le intermittenze della morte: Ci capita spesso di imbatterci in antropomorfizzazioni del concetto di morte, spesso la vediamo raffigurata come un essere scheletrico, con un lungo mantello nero ed il cappuccio che tiene in una mano un’affilata falce. Ma cosa direste se per la prima volta questa antropomorfizzazione non fosse più solo nella nostra mente ma divenisse reale? Questo è ciò che accade nel libro.

Un giorno il sindaco di una città riceve una lettera da parte della signora morte che ha deciso di “prendersi un  periodo di pausa” per quella specifica regione geografica. Il primo pensiero che si ha è ovviamente di sollievo, euforia del fatto che si possono compiere gli atti più sfrenati senza mai dover mettere in pericolo la propria vita, anche se ciò non significa che l’uomo abbia smesso di soffrire, anzi per molti la mancanza della morte si trasforma in una agonia, un perenne dolore. Gli anziani e tutti quelli in fin di vita si ritrovano in un limbo perenne di dolore, la città si riempie di infermi e uomini in stato vegetativo. Come tanti romanzi di Saramago non può di certo mancare la componente catastrofista. Si inizia piano piano a creare una vera e propria emergenza sanitaria, c’è chi pensa di portare le persone oltre il confine per causarne la morte ma così facendo si macchierebbe di omicidio. Vengono sollevate mille questioni morali ed in parallelo seguiamo la vita della signora morte che allontanatasi dal suo mestiere diventa sempre più umana. Ci saranno dei colpi di scena che lascerebbero a bocca aperta anche il più avvezzo dei lettori, la morte inizia a cambiare. Un libro pieno di allegorie che ti porta a riflettere sul senso della vita e sulla responsabilità che gli altri hanno sulla propria e quella altrui, una riflessione sull’amore e su quanto questo possa cambiare in meglio chiunque, anche il più spietato omicida.

2) Oggetto quasi:  In questo libro ci troviamo di fronte una specie di “epidemia” che stavolta non riguarda l’uomo ma bensì gli oggetti. Improvvisamente articoli della casa, automobili, tutto, inizia a prendere vita e funzionare senza il controllo di nessuno. Una vicenda che parte con questi presupposti può avere diversi significati, da un lato può essere un mero tentativo di dilettare il pubblico, dall’altro ci fa riflettere sulla dinamica di causa ed effetto, ossia che se una cosa è sempre stata in un modo allora lo sarà per sempre. Cos’è esattamente un oggetto? Perché gli attribuiamo determinate caratteristiche? Perché ci aspettiamo che il mondo funzioni in un modo e mai ci tradisca? Gli oggetti iniziano ad avere una loro personalità e si ribellano portando i proprietari ad agire in modo bizzarro. Entrare in auto ed accorgersi di non averne il controllo, oppure alzarsi la mattina e notare che un intero palazzo è sparito. Le massime dell’universo si prendono gioco di noi. Tra i romanzi di Saramago questo è senza dubbio il più bizzarro, ma il meno cruento, anche se psicologicamente parlando traferisce emozioni perturbanti, gli oggetti a cui attribuivi fiducia possono portarti alla morte, sotto questo punto di vista si può trovare un analogia con il progresso tecnologico che secondo Saramago un giorno determinerà la fine dell’intero genere umano.

“La cosa più strana è che sia scomparso il palazzo intero, perfino le fondamenta. Sono rimasti solo gli scavi”

3) L’uomo duplicato: Si tratta di un libro dalla trama intrigante, non si capisce bene di che genere sarà inizialmente, ci sembra la comune vita di un insegnante di storia, sebbene anch’egli non sia effettivamente uguale ai classici insegnanti, Tertuliano Máximo Alfonso (un nome che suggerisce un distacco dalla società moderna perché considerato essere all’antica) insegna la storia partendo dalla fine del libro e tornando indietro, secondo lui è solo capendo il presente che puoi comprenderne il passato.

Oltre al fatto che è un docente di lui non sappiamo molto, però seguiamo la sua routine e capiamo che deve essere un uomo molto solo e un po’ depresso, anche a causa del matrimonio in fase di sgretolamento. Un giorno noleggia un film intitolato “Chi cerca trova” e nota che uno dei personaggi della pellicola è interpretato da un uomo che ha le sue stesse sembianze, come un sosia! Incuriosito ed anche leggermente impaurito, va a noleggiare tutti gli altri film prodotti dalla stessa casa di produzione per cercare di individuare quell’attore e magari sapere di più sul suo conto. Inizia una storia intrigante dove lui avrà a che fare con un doppio, la cui esistenza travolge quella di Tertuliano, che da quel momento farà di tutto per scoprire l’identità di quell’attore, cosa faccia e che storia abbia. Si immerge in una rete di ossessioni, fino a quando un giorno dubiterà su ogni cosa, sulla moglie se stesso e la vita. I romanzi di Saramago hanno spesso un sapore dolce-amaro, questo non è da meno, ma senz’altro vale la pena prepararsi psicologicamente a questo per immergersi nei viaggi mentali di Tertuliano. Su questa storia si basa il famoso film di Jake Gyllenhaal, Enemy.

 

4) CecitàUn libro dal tono crudo, narra di una cittadina colta alla sprovvista da un epidemia di cecità, ma non quella tradizionale, una cecità che si manifesta come un mare lattiginoso che ricopre i nostri occhi, come fosse il male della società che nel tempo è riuscito a travolgerci. Uno dei romanzi di Saramago più letti al mondo, senza tempo né luogo, dove protagonista è l’umanità, simboleggiata da una donna, la prescelta, colei che sembra essere immune al malessere della società.  La scelta linguistica di Saramago è stata svolta in modo accurato, le parole trasmettono quel senso di paura che i deboli provano, il terrore di chi non vede più, il decadimento di quel che rende l’uomo un essere umano, la progressiva perdita di certezze e di empatia.

Tutti gli infetti o sospetti infetti vengono rinchiusi ed isolati in una struttura che si viene a scoprire essere un ex manicomio. Il concetto di tempo, in principio simboleggiato da un orologio a molla che possedeva uno degli infetti, scompare, quando tutta l’umanità viene sopraffatta dal virus non esiste tempo né età, la morale non ha un significato, si lotta per la supremazia e per la sopravvivenza, per soddisfare le proprie frustrazioni. La privazione della vista fa sì che l’uomo non abbia contatto con l’esterno e si concentri su sé stesso, non è più libero di vivere né di percepire con la vista le immagini di ciò che ama, metafora della società che toglie all’uomo ogni mezzo per sopravvivere, incatenandolo in una spirale senza uscita, dove il suo unico scopo è produrre ed essere utile al sistema, quando si smette di essere una risorsa per il processo produttivo allora per lo stato non hai più alcun motivo di esistere.

Rendendo improvvisamente l’uomo cieco ed oppresso si risvegliano ad un certo punto del romanzo gli istinti di ribellione e di crudeltà, tra di loro i rinchiusi iniziano a farsi del male, violentare donne ed ammazzarsi. Non è nata come un epidemia di dolore fisico, ma la reclusione ha fatto emergere i lati più oscuri del loro animo ed il dolore fisico saranno loro stessi a crearlo. Quando tutto sembra essere perduto si mostra all’uomo una speranza, quella di ripartire da zero, di ricostruire una civiltà più sana, un sistema che avrebbe permesso a tutti di ritornare umani, e sarà proprio la protagonista a condurli sulla strada salvifica. Ma prima di ciò l’umanità dovrà toccare il fondo, regredendo ancora di più, all’età della pietra, dove vigeva la legge del più forte, dopo un lungo periodo in cui la sensibilità umana è stata anestetizzata nulla può fermare questa regressione, servirebbe l’appoggio anche di pochi per rafforzare la voglia dell’uomo di tornare a vivere.

I romanzi di Saramago sono spesso famosi per la critica sociale, la visione distopica del mondo e la perdita di fiducia nell’umanità, ma Cecità è di sicuro il libro in cui tutto questo raggiunge il vertice dell’immaginabile.

Fonte immagine in evidenza: archivio di stampa

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