Sull’onda di Zefiro di Veronica Bruno | Recensione

Sull’onda di Zefiro è una raccolta di poesie scritte da Veronica Bruno. Essa propone un percorso introspettivo in grado di sollecitare le emozioni più profonde e sottili.

Questa raccolta è un vero e proprio itinerario di viaggio nell’anima della scrittrice”; attraversiamo, nei diversi componimenti, il mondo delle sensazioni provate dalla poetessa nel dialogo col mondo circostante.

L’autrice

Veronica Bruno nasce a Napoli il 31 marzo 1979. Fin dalla giovane età coltiva una profonda passione per la poesia, riconoscendola come strumento privilegiato per dare forma e voce alle emozioni più intime. Attraverso la scrittura poetica, si propone di tradurre in parole le esperienze vissute, trasformandole in frammenti di bellezza condivisibile, capaci di toccare l’animo di chi legge.

Poesia è Vita!

La Poesia occupa un ruolo centrale in Sull’onda di Zefiro. Numerosi componimenti presenti nella raccolta riflettono il profondo legame tra l’autrice e l’atto stesso della scrittura. Attraverso i versi percepiamo il lento percorso interiore intrapreso dalla Bruno, che le consente di confrontarsi con sé stessa e con il mondo.

La scrittura poetica si fa strumento di elevazione: è capace di nobilitare la sopravvivenza quotidiana, trasformando la malinconia in bellezza, per mezzo delle parole e della vitalità della natura.

Lungo tutta la raccolta, la poesia assume un ruolo catartico, diventando – come scrive l’autrice – una “finestra emozionale dell’anima sul mondo, vera voce dell’anima, racconto di emozioni vissute o sognate”.

Non è un caso che il primo componimento di Sull’onda di Zefiro sia dedicato proprio al valore vitale della poesia: come a volerci indicare fin da subito ciò che tiene viva l’autrice e le permette di condividere le sue emozioni, dando voce a ogni sfumatura del sentire.

L’amore

Sull’onda di Zefiro include poesie come: “Valzer d’amore”, “A un passo da te”, che narrano il tripudio di sensazioni legato al sentimento per eccellenza: l’amore.

Veronica Bruno è perfettamente capace di esprimere, sotto forma di componimento poetico, l’“uragano di emozioni” che ci travolge quando si è innamorati. Le parole offrono immagini intense e vivide, in cui si intrecciano l’euforia d’amore, il calore della passione dirompente, carezze, baci e sorrisi.

“Mi hai spogliata della mia anima l’hai indossata ne hai sentito il dolore lo hai reso amore”; forti immagini di questo genere evocano lo scenario emotivo di cui siamo protagonisti quando l’amore ci coglie all’improvviso e ci trascina con sé.

Il sentimento amoroso, nei versi dell’autrice, si presenta talvolta come desiderio carnale, intenso, che si imprime sulla pelle; altre volte si fa delicato, quasi spirituale, un “piccolo angolo di paradiso” dove le anime si incontrano e si intrecciano nel profondo.

La vita è poesia!

Sull’onda di Zefiro raccoglie sotto forma di poesia le esperienze di vita vissuta dalla scrittrice. La raccolta include brani incentrati sulla relazione tra la persona dell’autrice ed il mondo circostante, come si può intuire in componimenti emblematici quali “La natura dimora in me” o “Rifugio nelle parole”.

In molti versi, Bruno riflette sul rapporto con la natura, sulle difficoltà dell’esistenza e sulla ricerca di speranza.

Non ti arrendere, ancora c’è vita… tollera le tue ombre, dissipa le tue paure, distendi le tue ali con coraggio e riprendi il volo”; con parole come queste, l’autrice ci esorta a non cedere allo sconforto, ma a cercare dentro di noi – o nella poesia stessa – uno strumento catartico in grado di ristabilire equilibrio e serenità.

La raccolta

L’autrice conduce il lettore, con una penna delicata ed emozionante, lungo un percorso introspettivo e liberatorio. Leggendo i vari versi, ci viene data la possibilità di aprire la nostra anima ad una fantasmagoria di sensazioni: dal dolore, alla passione, fino all’amore.

Sull’onda di Zefiro è, soprattutto, un’esperienza sensoriale e riflessiva, capace di alleggerire il cuore dalle emozioni più gravose e restituire respiro, cognizione e armonia interiore.

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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