Un luogo chiamato libertà di Ken Follett | Recensione

Un luogo chiamato libertà di Ken Follett | Recensione

Un luogo chiamato libertà è un romanzo storico di Ken Follett, pubblicato nel 1995.
La storia si svolge alla fine del XVIII secolo ed è ambientata inizialmente in Scozia per poi spostarsi in Inghilterra e terminare in Virginia, in America. Il periodo storico in questione è ricco di avvenimenti dal grande valore politico, economico e sociale.

Mack e Lizzie: il sogno di essere liberi

Ken Follett racconta un viaggio tra due continenti alla ricerca dell’amore e della libertà. Lo scenario è la Scozia settecentesca, in cui si poteva nascere schiavi e costretti a lavorare a vita in una miniera così come nascere in una famiglia di proprietari terrieri vicina al baratro del fallimento. Ed è proprio da una miniera che prende avvio l’incredibile avventura di Malachi McAsh, uno schiavo che sogna di riscattare la sua condizione sociale ed essere libero di vivere la propria esistenza come più gli aggrada. È lui il protagonista del libro, sempre pronto ad osservare il mondo circostante con gli occhi del sognatore e a condurre una battaglia contro il destino che lo porterà in un «un luogo chiamato libertà».
Ad opporsi ai desideri di Mack, soprannome con cui tutti si riferiscono a McAsh, è la famiglia Jamisson. L’obiettivo di questa famiglia di latifondisti è ottenere il controllo su dei giacimenti di carbone, la principale fonte di energie dell’epoca nonché fulcro attorno al quale gira l’economia. Il carbone è estratto dalle miniere in abbondanza grazie allo straziante lavoro, a carattere esclusivamente schiavista, dei minatori scozzesi che spesso vengono al mondo già con l’etichetta di «schiavi fino alla morte»; infatti non era difficile perdere la vita in qualche incidente in miniera. Nel corso della narrazione di un luogo chiamato libertà i Jamisson complottano proprio per accaparrarsi nuove riserve carbonifere poiché si trovano ad affrontare una crisi finanziaria, e, servendosi di inganni e tranelli, elaborano un piano che può risolvere i loro problemi. Ma non hanno fatto i conti con Mack e Lizzie, una figlia della piccola aristocrazia locale che coltiva nell’animo gli ideali della libertà.
Mack e Lizzie saranno legati da un filo indissolubile lungo tutto l’arco della narrazione, vivranno un amore perseguitato da mille intemperie, che li accompagnerà dall’Europa all’America. I lettori si ritroveranno a sperare per un lieto fine per questa coppia.

Un luogo chiamato libertà, l’analisi

Lo stile di Un luogo chiamato libertà è il solito impiegato da Follett, il ritmo è scorrevole e la storia molto coinvolgente. I personaggi principali e non sono caratterizzati alla perfezione e descritti con estrema minuziosità e precisione; si evince la predisposizione dell’autore per i personaggi femminili, tutte dotate di una forte personalità, uno spirito ribelle e la giusta dose di malizia e furbizia. Però Follett è capace di andare oltre la semplice presentazione delle figure che animano il suo libro, concedendo ai lettori una descrizione eccellente delle ambientazioni: il lavoro in miniera, il lavoro nelle piantagioni di tabacco in Virginia, le società di quel periodo. Una piacevole curiosità, una chicca dell’opera è il riferimento, durante la narrazione, a un uomo che ha scritto la storia degli Stati Uniti: George Washington.
Mancano dei veri e propri colpi di scena, ma i momenti toccanti sono collocati al punto giusto e rendono più emozionante l’esperienza del libro.
Un luogo chiamato libertà di Ken Follett è  un romanzo che attirerà e coinvolgerà coloro che si cimenteranno nella lettura.

Fonte immagine: Wikipedia

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