Masaniello il musical, di Tato Russo | Intervista

Masaniello il musical, di Tato Russo | Intervista

Un grande ritorno per il Teatro Politeama di Napoli: Masaniello il musical, di Tato Russo, andrà in scena dal 21 febbraio alle ore 21:00.

Napoli racconta la memoria del capopopolo partenopeo attraverso l’arte

Con Masaniello il musical prenderà vita sul palcoscenico una Napoli del Seicento durante l’imposizione spagnola, contro cui un capopopolo di nome Masaniello si batterà sacrificando sé stesso per un ideale più grande. Un racconto che verrà dipanato sul palcoscenico del Politeama attraverso l’arte a trecentosessanta gradi, rispecchiando pienamente lo spirito partenopeo: la regia di Renato De Rienzo e Maurizio Sansone riprenderà le musiche originali di Tato Russo e Patrizio Marrone riproposte da Enzo Campagnoli; le coreografie di Ettore Squillace tradurranno in danza le emozioni e il carattere vivacemente complesso della nostra città; per non parlare di tutto il lavoro delle scenografie di Tonino Di Ronza e dei costumi di Giusi Giustino che promettono precisione e capacità simbolica di tutta quella fondamentale dimensione visiva.

Dunque, insieme alle interpretazioni di giovani talenti con Francesco Boccia (Masaniello), Federica De Riggi (Bernardina), Lello Giulivo (don Giulio Genoino) e Aurelio Fierro jr. (Marco Vitale), Masaniello il musical ripromette di rappresentare la città tra storia e mito, con quella sua vivacità unica e tutti i suoi aspetti contraddittori, il suo desiderio di riscatto, il coraggio che la colora, la passione che la anima. Ma ecco l’intervista attraverso cui Renato De Rienzo, Ettore Squillace e Enzo Campagnoli raccontano il lavoro svolto.

L’intervista per Masaniello il musical

Riparte Masaniello il musical. Da dove nasce l’idea di riprendere il lavoro di Tato Russo?

L’idea è raccontare ancora una volta la figura storica di Tommaso Aniello d’Amalfi, eroe popolare e simbolo di giustizia e ribellione nella Napoli del Seicento. Tato Russo mise in scena, al Teatro Bellini di Napoli, nel 1996, Masaniello il musical, forse il primo vero musical italiano rappresentato in Italia. “Masaniello il musical” è molto più di uno spettacolo: è un progetto culturale che racconta le radici storiche e le tradizioni di Napoli in modo semplice e innovativo. Grazie a Tato Russo, questa storia napoletana diventa un’opera universale, capace di emozionare e far riflettere su temi come giustizia, potere e cambiamento.

Cosa aspettarsi da questa nuova edizione?

Masaniello il Musical è un’esperienza teatrale totalizzante: unisce passato e presente, storia e mito, musica e teatro. Offrirà al pubblico non solo uno spettacolo emozionante, ma anche un’occasione di riflessione su valori e temi ancora attuali. Una celebrazione della cultura e dello spirito di Napoli, che coniuga il fascino del Seicento con la forza espressiva del musical contemporaneo.

Portare Masaniello il musical a Napoli è evidentemente un qualcosa di molto forte. Qual è il suo valore profondo, il suo messaggio? Cosa racconterà al pubblico della città?

Racconterà giustizia e ribellione esplorando il tema della rivolta come strumento di emancipazione, mostrando sia il coraggio del popolo che le contraddizioni di chi lotta per il potere. Racconterà tradimento e politica con personaggi come Genoino, Perrone e i Baroni, creando un clima di intrighi e doppi giochi che segna la vicenda di Masaniello. Racconterà sacrificio e eroismo: Masaniello è una figura di eroe tragico, disposto a sacrificare tutto per un ideale, ma destinato a pagare un prezzo altissimo. La figura di Masaniello emerge come un simbolo universale di coraggio, ribellione e sacrificio, incarnando il sogno di riscatto che appartiene non solo alla storia di Napoli, ma a tutte le società oppresse.

– Renato De Rienzo

Nella presentazione dello spettacolo si legge che uno degli obiettivi sarà quello di ricreare le suggestioni seicentesche combinandole con una riattualizzazione contemporanea. Come si è svolto il lavoro musicale da questo punto di vista?

Certo, lo spettacolo Masaniello il musical sarà affrontato nel pieno rispetto dell’epoca passata, nei colori, nell’approccio vocale, ma inserendo quella contemporaneità che è nel bagaglio musicale dei nostri interpreti i quali sapranno essere innovativi ma allo stesso tempo rispettosi.

Tra Napoli e la musica sicuramente il legame è molto forte. Vi è in questo progetto – anche – musicale, come sostiene il titolo Masaniello il musical, un’idea di riscatto della città? Se sì, come la musica può raccontare e riscattare la bellezza e la profonda complessità della città?

Da sempre la nostra città è finita sotto la lente d’ingrandimento, tante volte martoriata, ingiustamente. Napoli…un contenitore d’arte incredibile dove tutto è musicale, anche il vento quando soffia, come un flauto traverso emette suoni meravigliosi. La Musica, poi, è stata sempre un veicolo importante per la trasmissione dei nostri sentimenti, della nostra anima. Napoli è Napoli. Nulla da aggiungere.

-Enzo Campagnoli

Masaniello il musical andrà in scena su un palcoscenico come quello del Politeama che è maestoso. Dato uno spazio così importante, sia pure soltanto per la sua grandezza, com’è stato il lavoro di coordinazione sulle coreografie ed i movimenti scenici?

Lavorare su un palcoscenico grande come quello del politeama per uno spettacolo come Masaniello è quasi d’obbligo la presenza di 50 artisti e così numerosa che  la  scelta di un teatro grande  diventa  obbligatoria Mettere in scena tante persone è una sfida Che accetto volentieri mi auguro di  trasmettere allo spettatore  alcuni momenti dello spettacolo in tutta la propria magnificenza.

Anche la danza ha un legame forte con la città partenopea. Ecco, cosa si vorrà raccontare attraverso il linguaggio non verbale?

Masaniello il musical attraverso la musica e la gestualità riesce a far vivere emozioni uniche. Sono napoletano prima di tutto nel cuore nato in quartiere povero e quando mi si dà la possibilità di raccontare la storia della mia terra attraverso il movimento, mi si dà l’occasione di esprimere al massimo le mie emozioni.

-Ettore Squillace

Fonte immagine di copertina: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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