Canzoni di Angèle: le 7 da ascoltare

Canzoni di Angèle: le 7 da ascoltare

Angèle (3 dicembre 1995) è una giovane cantautrice belga diventata celebre negli ultimi anni: nel 2018 batte il record di Stromae in numero di settimane al vertice della classifica in Belgio grazie al suo singolo Tout Oublier. Così, nello stesso anno, Angèle è stata definita uno dei maggiori breakout act della musica pop e dance pop francese e belga. Nata in una famiglia d’arte, Angèle studia jazz sin da piccola e s’innamora di Ella Fitzgerald. Per quanto riguarda la sua discografia, le sue influenze musicali attingono alla musica francese, elettronica e rap. Attraverso i suoi testi dimostra d’essere attiva anche sul campo sociale: dal sessismo all’omofobia, le canzoni di Angèle si fanno portavoce della generazione moderna e combattono assieme a lei le ingiustizie attuali; ad esempio, i ricavi dei prodotti venduti sul suo sito web vengono devoluti alle associazioni femministe Centre rue Haute in Belgio e a La Maison des Femmes x Saint-Denis in Francia.

Debutta nel 2018 con l’album Brol e vende 1 milione di copie in suolo francese, 500 mila nel resto del mondo. Di seguito consiglieremo alcune canzoni di Angèle per conoscerla meglio: la sua musica è spesso nostalgica e malinconica, con qualche tocco d’ironia, mentre il suo cantautorato è empatico e profondo, con dei testi che contengono messaggi sociali ma sperimentano anche l’anima tormentata dell’essere umano, quindi i suoi traumi, l’inconscio e la tortuosa strada dell’accettazione di sé. La sua voce calda e morbida mette in evidenza il suo carattere gentile ma forte, le sue descrizioni sono amare ma dolci e la sua discografia è ancora tutta da scoprire.

Scopriamo insieme 7 canzoni di Angèle da ascoltare!

1. Balance ton quoi (2018)

Ispiratasi al movimento #MeToo e in particolare al gioco di parole francese #BalanceTonPorc (denuncia il tuo maiale), Balance ton quoi è un inno femminista ironico ma pungente. Angèle mette sotto accusa il sessismo culturale che accompagna la società da secoli, il quale può essere sconfitto soltanto attraverso lo studio e l’educazione. Nel video musicale, la cantante indossa l’abito da principessa, poi da avvocato e ancora da psicologa. Pone attenzione anche al giudizio maschile basato sull’aspetto estetico: una donna bella non è per forza stupida. Tra tutte le canzoni a contenuto sociale di Angèle, questa colpisce per la sua richiesta d’aiuto: le donne devono denunciare e parlare, alzare la voce e farsi sentire. Inoltre, la cantante critica anche il genere sessista per eccellenza, il rap, ma poi ne fa una critica più ampia, poiché è tutta l’industria dell’intrattenimento ad essere misogina. Il titolo della canzone si traduce letteralmente Denuncia cosa?: Angèle lo ha fatto apposta per censurare lo slogan che l’ha ispirata, #BalanceTonPorc.

«Parlano tutti come animali […]
(Siamo nel) 2018, non so di cos’hai bisogno ma sono più di un animale
Il rap va di moda, funziona meglio quando è sporco […]
La gente mi dice:
“Per essere una bella ragazza, non sei poi così stupida”
“Per essere una ragazza divertente, non sei poi così brutta”
Oh, stai parlando di me? Qual è il tuo problema?
Ho scritto solo per te la più bella delle poesie
Lascia che canti per te […]
Ma vai a farti f… hmm, hmm-hmm, hmm»

2. Je veux tes yeux (2018)

La musica di questo brano è leggera ma favolistica: Angèle, qui, esplora le sue sensazioni e i suoi bisogni contradditori. Ha bisogno di ricevere attenzione e affetto… ma da lontano! La cantante teme l’intimità perché non vuole farsi vedere vulnerabile, perciò si accontenta di un amore unilaterale e non vissuto appieno. Desidera les yeux, gli occhi del partner, perché nel profondo lei vuole essere vista e riconosciuta ma si accontenta della distanza, della loro fotografia. Angèle è distante ma tenera, ama l’altra persona ma preferisce stare da sola, però è cosciente del fatto che il partner si potrebbe scordare di lei e lasciarla. Sotto sotto, la sua è paura del rifiuto e costante controllo delle proprie emozioni.

«Voglio i tuoi occhi, solo i tuoi bellissimi occhi
Solo in fotografia, senza sentire la tua pelle
Conness* online, ma non a me
Aspetto un tuo segno, credo che non ci sia
[…] Non mi rispondi
Così sto aspettando, continuo ad aspettare
[…] Forse sto mentendo a me stessa
[…] Un giorno, forse, ci vedremo
Ma non adesso, preferirei di no
Preferisco l’illusione di averti con me»

3. Ta reine (2018)

Questo brano parla semplicemente di amore: una ragazza è innamorata di un’altra ragazza, ma quest’ultima non lo sa. Angèle descrive l’animo di un’innamorata che ha paura di rivelare i suoi sentimenti per timore di perdere l’altra e di venire discriminata dalla società. Desidera che l’altra sia la sua reine, regina per una notte. Eppure, è una delle canzoni di Angèle più speranzose: lei crede nel lieto fine.

«Se solo sapesse come tu la guardi, si spaventerebbe.
[…] Ma dalle un po’ di tempo, può darti la possibilità di incontrarti di nuovo
Ha bisogno di un po’ di tempo, è sicuro, per dimenticare tutti i suoi pregiudizi
Ma tu vorresti che fosse la tua regina stanotte
Anche se due regine non sono troppo accettate

Non ti interessano i re, non è ciò che ti piace
Se solo sapesse come la guardi, anche se sei una ragazza
Se solo sapesse come la ami, molto più di lui.
Ma forse un giorno vedrà tutto l’amore che puoi darle.
Io credo nelle storie che a volte possono avere un lieto fine.»

4. Taxi (2021)

Taxi è un brano che esplora una relazione d’amore fatta di tumulto, caos e rabbia: Angèle descrive le montagne russe emotive che due persone attraversano quando non riescono a comprendersi. Angèle parla di una coppia al culmine di un litigio tramite la figura del taxi: lei è intrappolata nel suo tormento interiore, non riesce ad uscirne; la condensa e la pioggia che si attaccano ai finestrini e ai capelli dei litiganti rappresentano la tensione che, pian piano, si trasforma in rabbia. Eppure, nonostante i loro continui litigi – spesso senza senso – Angèle non vuole perdere la persona che ama, poiché si sentirebbe vuota. Questa relazione l’ha sia migliorata che peggiorata, è bello, ma mi fa impazzire, è una delle canzoni di Angèle che descrivono perfettamente i sentimenti contrastanti e complessi dell’amore.

«Stanotte in un taxi, per una discussione che non aveva senso
La nebbia e la pioggia si riflettono nei tuoi occhi arrabbiati
Se domani sparissi, il mio cuore si svuoterebbe […]
Aspettare le tue chiamate mi ha fatto capire
Che non sarò mai più la stessa, da quando ho avuto te
Ne riparleremo domani, quando mi avrai perdonata.
[…] È tutto bello ma mi fa impazzire, e non riesco a smettere di chiedermi
Cosa mi hai fatto, oh, cosa mi hai fatto? […]
Stanotte, è mezzanotte, i tuoi grandi occhi neri sono rivolti verso di me
La nebbia e la pioggia si attaccano ai tuoi capelli sciolti
[…] Non posso fare a meno di scrivere per sfogarmi
Raccontare la mia vita privata, e poi incolpare me stessa
Stasera, in un taxi, la nostra storia mi ha fatto perdere la testa
Vorrei vederti sorridere, perché mi sento così stupida?
E anche se è finita, se voglio essere sincera
Quando ti vedo soffrire, vorrei guarire il tuo dolore»

5. Mots justes (2021)

Nel brano Mots justes Angèle compie un meraviglioso atto di esorcizzazione del dolore: qui, tenta di dare parola a passati eventi traumatici cercando di scavare dentro sé stessa e sperando di trovare le parole giuste. Le canzoni di Angèle sono un complesso mélange di melodia leggera e incantata con un testo spesso cupo e profondo. Infatti, Mots justes potrebbe riferirsi anche alla vittima d’abuso, colei che non riesce ad esprimersi e che si colpevolizza costantemente. «C’è stato un momento di sospensione. È successo qualcosa di molto potente. Nel pubblico davanti a me c’erano donne che piangevano. È stato come se avessi guarito le ferite per poterle condividere insieme per un momento» in questo brano Angèle fa in primis un lavoro su sé stessa per poi aiutare gli ascoltatori ad esprimersi e a capirsi. Infine, ribadisce quello che è il cantautorato per lei: una valvola di sfogo che l’aiuta a scavare dentro di sé.

«Stavo cercando di andare avanti,
se mi fossi permessa di pensarci, avrei potuto perdere la testa.
Ma come sai, è difficile dimenticare ciò che è successo fuori.
Ma per trovare te stesso, devi prima lasciare te stesso,
oh, vorrei poter cambiare il mio corpo.
[…] Rischio di perdere il mio cuore
per dire le parole giuste senza paura.
[…] Le parole vengono liberate
oppure sono le orecchie che finalmente ascoltano le nostre grida?
Diciamo che a volte è difficile vedere il problema, quindi lo scrivo per me stessa.
[…] Per lui rimarrà solo un vago ricordo, per me il domani sarà tutta un’altra cosa
Se penso a quella notte, a lui e al suo sorriso, credo che sia stata colpa mia.
Triste banalità, è così stupido piangerci sopra, eppure da quel giorno
È più facile scrivere, è più bello cantare le cose che non ammetto a me stessa»

6. Démons (2021)

Anche questa è una delle canzoni di Angèle che parlano di lotta interiore e del superamento dei propri demoni. Si parla di ansia e di fiducia apparente che in realtà nasconde una forte insicurezza: Angèle si mostra disponibile ad abbracciare i suoi demoni per imparare a crescere e a guarire. Come ci si libera dei propri demoni? Il modo per domarli, per lei e per il rapper Damso con cui collabora, è la musica. Damso aggiunge anche un pizzico di critica verso l’industria musicale, accusata di sfruttare e pressare gli artisti.

«Fino ad ora, tutto andava bene, beh, andava bene
Sicuri di sé e senza paura di nulla prima della caduta
[…] Non sembro preoccupata, ma se solo sapeste
Cosa accade nella mia testa, gira
[…] Giorno dopo giorno, mi abituo ai
Ai miei demoni, che mi uccidono
[…] Quando mi aspetto troppo, rimango deluso
Ma grazie a questo, mi sto evolvendo
Come posso uccidere i miei demoni? […]
Ho bisogno di esplorare qualcos’altro, di perdermi nel cosmo.
Mi hanno parlato alle spalle indossando costosi abiti italiani
[…] Faccio rap, canto, produco, scrivo per la gente
So come uccidere i vostri demoni»

7. Le temps fera les choses (2022)

Finiamo con una delle canzoni di Angèle più commoventi: vi consigliamo di guardare il suo video ufficiale per comprenderla appieno. Si vedono, nel video, la cantante assieme ad un’anziana signora: quest’ultima potrebbe rappresentare sé stessa tra tanti anni, oppure potrebbe anche essere un riferimento alla propria nonna. Ne parla nel suo film Netflix e il testo stesso lo fa intuire. Loro due si guardano, ballano e s’abbracciano: le loro mani s’intrecciano, portano gli stessi anelli, forse a significare che il loro destino è lo stesso. Il brano sembra parlare di legami familiari difficili e trasmissione intergenerazionale: per chi soffre tutti i giorni a causa della ferita familiare, questa musica è una carezza. Evoca nostalgia, Angèle ha bisogno di rivedere la persona che ama – probabilmente la nonna – però capisce che deve andare avanti e fortificarsi. Vestite in bianco, forse perché sotto sotto loro hanno trovato la pace: le temps fera les choses significa il tempo farà il suo lavoro, perciò solo il tempo riuscirà a cicatrizzare una ferita, bisogna avere pazienza per arrivare alla guarigione. Per fare ciò, Angèle deve lasciar perdere l’orgoglio e l’ego. L’amore e l’odio, l’accettazione e il rifiuto, sono così strettamente intrecciati da non sembrare distinti l’uno dall’altro.

«Riaprire le ferite quando si cerca di ritrovare il passato.
E poi voler dimenticare, e chiudere tutto di nuovo.
Oh, ci sono giorni, te lo giuro, in cui le lacrime rotolano sulle mie guance, facendomi perdere le parole.
[…] A volte vorrei poter tornare indietro.
Il tempo guarirà tutto, vedremo se avremo il coraggio.
Perdere la testa per ritrovare casa.
Ma il tempo farà il suo lavoro, è quello che mi hai detto tu.
Se vogliamo, possiamo dire che prima era meglio.
[…] Tutto era appeso a un filo, era già fragile
Ma le famiglie sono così, possiamo amarci tanto quanto possiamo distruggerci a vicenda.
[…] Ma ci sono giorni in cui ti sento e devo ammettere che mi preoccupo per te
I nostri disaccordi ci renderanno sordi»

Fonte immagini in evidenza: Wikimedia Commons

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