La poesia di Boris Ryžyj, ultimo poeta sovietico in Russia

La poesia di Boris Ryžyj, ultimo poeta sovietico in Russia

Boris Ryzhy viene considerato a ragione la voce più autorevole dell‘ultima generazione di poeti sovietici nella Russia postcomunista. Nasce nel 1974 a Čeljabinsk, una città di oltre un milione di abitanti sulle pendici orientali degli Urali. La sua famiglia si trasferisce presto a Sverdlovsk, l’attuale Ekaterimburg. Il giovane cresce in uno di questi quartieri periferici sovietici che sembrano assomigliarsi tutti. Nel distretto Čkalovskij, nella zona chiamata Vtorčermet per via del grande stabilimento metallurgico, Boris Ryzhy trova la una realtà cruda e triste, che lo ispirerà sin dai primi anni di scrittura.

Aspetto chiave Descrizione e impatto
Contesto post-sovietico Cresciuto nella periferia industriale, ha catturato il disorientamento e la malinconia della Russia anni ’90.
Stile poetico Una voce tragica che unisce il lirismo della grande poesia russa a una realtà cruda, urbana e quotidiana.
Vita e tragicità Segnata da alcolismo e depressione, culminata nel suicidio a 26 anni, riflettendo il destino di altri grandi poeti russi.
Eredità contemporanea Un’icona per le nuove generazioni e fonte d’ispirazione per la scena musicale post-punk (es. Molčat doma).

Vita e poetica: la voce degli Urali

Nei quartieri lontani e tristi,
che al mattino sono grigi e vuoti,
dove sembran ridicoli e pietosi
i lillà e gli altri fiori,
c’è una casa di sedici piani
e lì si erge un pioppo
o un acero, inutile e stanco,
a fissare il cielo vuoto

(Traduzione Giovanni Polizzi)

Boris Ryzhy avrebbe compiuto 49 anni quest’anno, ma all’età di 26 ha deciso di mettere fine alla sua vita. Se c‘è un comune denominatore tra le più grandi penne russe è proprio la tragicità a cui il destino accompagna inesorabilmente le loro vite. E Boris Ryzhy non è da meno. Una vita segnata, raccontata anche nell’acclamato documentario della regista olandese Aliona van der Horst. Inizia a scrivere versi all’età di 14 anni, ma negli anni universitari matura una vera e propria poetica originale, cupa, tragica. Una poetica al passo con l’atmosfera di incertezza che regnava in Unione Sovietica prima e in Russia poi a cavallo tra gli anni ’80 e ’90.

La Russia è un vecchio film, in fondo.
Pensa e ripensa, è la stessa cosa:
i veterani stanno sullo sfondo,
giocano a domino sotto casa.
[…]
Sono sparito in primo piano.

(Traduzione di Laura Salmon)

L’eredità di Boris Ryzhy oggi

Adesso Boris Ryzhy è considerato un classico contemporaneo, ha avuto già in vita il riconoscimento di autorevoli scrittori, come Evgenij Rejn e Evgenij Evtušenko. Ma è soprattutto tra i più giovani che la sua voce continua ad avere successo, forse perché si ritrovano nell’atmosfera cupa e asfissiante descritte dal poeta e ancora ineludibili in molte parti della Russia contemporanea. I suoi versi hanno influenzato anche la nuova ondata di musica post-punk nei paesi post sovietici. Il testo del brano più famoso della band bielorussa Molčat doma, “Sudno”, è tratto da una sua poesia:

Una nave smaltata
L’oblò, il comodino, il letto.
Vivere è difficile e scomodo,
però morire è comodo.
[…]
Voglio guardarla negli occhi
Guardarla, mettermi a piangere
e non morire mai.

(Traduzione Giovanni Polizzi)

Immagine in evidenza: Needpix

Articolo aggiornato il: 10/09/2025

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