Machine Gun Kelly: da rapper a punk-rocker

Machine Gun Kelly: da rapper a punk-rocker

Machine Gun Kelly (Colson Baker) nasce a Houston in Texas il 22 Aprile 1990 per poi spostarsi definitivamente a Cleveland, Ohio. Da qui inizia il suo percorso artistico e poliedrico: oltre ad essere un cantante, intraprende la carriera di attore comparendo in ben 11 film in cui alterna ruoli secondari a ruoli da protagonista. Ciò che ha fatto più parlare di lui negli ultimi anni è il radicale cambiamento di genere che ha apportato alla sua carriera musicale, mantenendo comunque ogni tanto i rapporti col rap.

Gli esordi di Machine Gun Kelly: la carriera da rapper

Fin dalla sua adolescenza Machine Gun Kelly vive una vita difficile: la madre lo abbandona e con il padre instaura un rapporto per nulla pacifico. In questi anni inizia a dilettarsi col rap per hobby, insieme ad alcuni dei suoi amici più stretti, fin quando non riesce a farsi strada localmente e poi a livello nazionale, entrando sulla scena musicale del momento.

Il suo debutto a livello nazionale è stato garantito dall’uscita del singolo Alice in Wonderland, seguito poi dalle pubblicazioni di album quali Lace Up nel 2010, che ha rappresentato la base del suo successo, seguito poi da General Admission nel 2015 che non ha fatto altro che accrescerlo. Sarà tra l’altro interessante sapere che il nome d’arte Machine Gun Kelly sia stato datogli dai suoi stessi fan nei primi periodi di fama, riferendosi appunto ad una mitragliatrice (machine gun) per descrivere la velocità con la quale rappava.

A seguito delle uscite sopra menzionate, si apre il periodo della sua carriera probabilmente più conosciuto e più discusso, che ha elevato la sua fama a livello mondiale in bene, ma e forse soprattutto, in male. Dopo aver pubblicato l’album Bloom nel 2016, in cui troviamo il brano Bad Things con Camila Cabello, nel 2018 Machine Gun Kelly fa uscire il brano più controverso e dibattuto della sua carriera. Parliamo di Rap Devil, dissing contro il rapper più famoso di tutti i tempi: Eminem.

Il boom di ascolti e di reazioni che il brano ha ricevuto ha completamente investito l’artista, che ha visto da un lato un enorme aumento del suo seguito, dall’altro odio da parte dei fan di Eminem per aver insultato l’icona mondiale del rap. Nel 2019 esce Hotel Diablo, ultimo album rap che contiene il brano Hollywood Whore omaggio ai Linkin Park, e che precederà le successive pubblicazioni che avranno un suono totalmente diverso.

La svolta: la carriera da punk-rocker

Già in Hotel Diablo Machine Gun Kelly ha inserito una canzone in collaborazione con Yungblud dalle note molto punk e rock, enfatizzando molto anche la sua esecuzione dal vivo proponendola per ben due volte durante il tour dell’album. Non è quindi troppo sorprendente l’improvviso interesse verso il genere e la sua completa dedizione allo stesso negli anni successivi.

Nel 2020 pubblica Tickets To My Downfall che riscuote un enorme successo e attira nuovi milioni di fan del genere, iniziando ad allontanare però i vecchi. Nonostante le diverse suppliche da parte dei suoi fan per un ritorno al passato, Machine Gun Kelly sembra totalmente preso dal suo nuovo percorso, pubblicando il suo ultimo album dopo due anni di attesa: Mainstream Sellout. Se l’ultima uscita consolida il successo tra le file dei nuovi fan (molto più numerosi), non suscita lo stesso entusiasmo da chi al nuovo genere non è per nulla legato, creando tensioni e delusione.

In conclusione, Machine Gun Kelly ha assicurato al suo vecchio seguito di non essere totalmente scomparso dalla scena rap, mostrandolo effettivamente attraverso la pubblicazione sporadica di qualche brano sul vecchio genere. L’artista promette un sicuro ritorno che rassicura i vecchi fan ma che, a quanto pare, sta tardando ad arrivare.  

Fonte immagine in evidenza: Radiofreccia

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