Marco Bonvicini presenta Home: il nuovo singolo | Intervista

In questa intervista Marco Bonvicini presenta Home, il suo nuovo singolo, disponibile dal 20 Giugno 2025 sulle principali piattaforme streaming e in radio. Il brano che segue Stay, canzone “sorella”, anticipa l’uscita del prossimo album prevista per il periodo post-estivo e rappresenta un’importante evoluzione nel percorso musicale dell’artista. Il testo, dalle tinte folk/rock e dall’atmosfera quasi malinconica, racconta di una sensazione, comune a molti, di sentirsi “a casa” quando non si è a casa: quella sensazione di familiarità e benessere che si percepisce in un luogo anche non familiare, o addirittura con una persona o un gruppo di persone, con le quali si crea quell’intesa così positiva che ci fa dire «Potrei stare qui per sempre». L’intervista di Marco Bonvicini per Home è anche un momento per il cantautore di riflettere sui cambiamenti della scena musicale bolognese e raccontare un po’ delle sue ispirazioni artistiche e chi, più di altri, è riuscito a tenere vivo in lui il desiderio e la voglia di continuare a scrivere musica.

Ecco come il cantautore Marco Bonvicini ci presenta Home rispondendo alle nostre domande.

Nel tuo brano “Home” parli di casa da intendere come stato d’animo, quindi non un luogo fisico ma interiore, un rifugio. Da dove nasce l’esigenza di voler raccontare attraverso la musica questa sensazione? C’è stato qualche episodio in particolare che ti ha ispirato?

«L’esigenza di raccontare questa mia sensazione è alla base del concetto del nuovo disco di cui “Home” fa da testimone. Ci sono posti nel mondo che mi hanno accolto energicamente, che mi hanno fatto sentire come se fosse sempre stata casa mia anche se era la prima volta che ci capitavo. E questo è capitato anche con alcune persone, quelle che ti danno l’idea di conoscere da sempre o che da sempre avresti dovuto conoscere. Non ho mai sentito l’esigenza di piantare la mia casa in un unico luogo, intendo quella casa dove una persona decide di stare per sempre; io sento l’esigenza di poter essere libero di spostarmi sia fisicamente che emotivamente. La mia prima volta a Londra è stata il mio “agente scatenante” che mi dato la voglia di raccontare questa sensazione».

Per te cos’è e dove si trova “Home”?

«Home è ovunque, fuori e dentro sé stessi, è il concetto di vero e proprio “agio” di un luogo, di un momento, di una o più persone. Home è quell’attimo di pace che ti fa stare in pace, ti fa stare bene e ti fa dire “Io potrei stare qui per sempre”».

“Home” è il secondo singolo tratto dal tuo nuovo album che uscirà nel periodo post estivo. Dobbiamo aspettarci un’atmosfera così intima anche negli altri brani?

«A grande linee ti dovrei rispondere di sì, anche perché anche questo singolo, con il suo mood, vuole trascinare l’ascoltatore dentro al concetto più ampio dell’album. Ci saranno momenti anche più intimi ma anche alcuni più riflessivi e duri».

Bologna è da sempre una città ricca di artisti di ottimo livello e sempre estremamente attiva sulla scena musicale. Com’è stato e com’è ancora oggi lavorare in questo ambiente? Sta cambiando negli ultimi anni o credi sia ancora solido e ricco di ispirazione?

«Ho visto cambiare la scena bolognese tante volte. Sono cresciuto pensando di essere stato molto fortunato a nascere qui, e sicuramente questa città ha un valore aggiunto, soprattutto per la grande forza di aggregazione e di contaminazione che riesce ad avere. Quando sono cresciuto musicalmente e, soprattutto, quando ho iniziato a fare le prime esperienze nel mondo della musica la scena stava calando, era nel suo periodo storico musicale meno prolifico, più chiuso. Ma ho avuto la possibilità comunque di conoscere musicisti interessanti che mi hanno anche dato modo di guardare oltre al nostro paese».

La tua musica presenta influenze folk-rock. Se dovessi nominare un artista/band che ti ha maggiormente ispirato agli inizi della tua carriera chi citeresti?

«Se mi posso permettere, definirei la mia carriera folk-rock come una seconda fase della stessa. Io sono un rockettaro di partenza e non posso non citare Jon Bon Jovi ed il suo album Blaze of Glory (Young Guns II) che mi ha fatto capire che io volevo scrivere canzoni mie, suonarle e cantarle e seguire quella carriera. Ma c’è stato un momento in cui ero un po’ perso e non sapevo da che parte volevo dirigermi con la mia musica. In quel momento ho scoperto, per caso, un artista in particolare che mi ha dato l’ispirazione di iniziare nuovamente a scrivere canzoni mie. Quell’artista è Glen Hansard, irlandese di Dublino, con cui ho avuto la fortuna di condividere il palco nel 2023. Ho anche sempre avuto molta ammirazione e passione per Dave Matthews già prima di conoscere Hansard, ma devo anche dire che una buona linea sulla mia strada compositiva l’ha tracciata Jack Savoretti con i suoi primi tre album».

Cosa speri che il pubblico porti a casa ascoltando la tua “Home”? 

«Per prima cosa, mi piacerebbe che ne captasse l’energia e si facesse trascinare da essa. Mi piacerebbe anche sapere che c’è chi si ritrova nel pensiero e adotti questa canzone come sua per poterlo cantare al mondo».

In conclusione, l’intervista a Marco Bonvicini in cui presenta Home è uno sprono a riflettere sul concetto di “casa”, intesa non per forza come un luogo fisico, ma più che altro una sensazione, quella legata all’amore, alla libertà e alle connessioni umane.

Fonte immagine: ufficio stampa

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