Cos’è l’amore? Riflessioni della scienza e della psicologia

Cos'è l'amore? Riflessioni della scienza e della psicologia

Cos’è l’amore?

«La vera essenza dell’amore consiste nell’abbandonare la coscienza di sé, nell’obliarsi in un altro se stesso e tuttavia nel ritrovarsi e possedersi veramente in quest’oblio. Quindi è identificazione del soggetto in un’altra persona, è il sentimento per cui due esseri esistono solo in una unità perfetta e pongono in questa identità tutta la loro anima e il mondo intero».

Così il filosofo tedesco Georg Wilhelm Friedrich Hegel si esprimeva in Lezioni d’estetica nel diciannovesimo secolo, cercando di definire uno dei sentimenti più complessi che l’umanità sperimenta da sempre.

L’amore è il Sole intorno a cui ruotano i pianeti dell’arte, del cinema, della letteratura. Filosofi, scienziati e psicologi hanno da sempre cercato di contestualizzarlo e definirlo in concetti più o meno validi. Storie d’amore tormentate, amori platonici, amore visto come semplice strumento necessario alla riproduzione del genere umano (secondo la visione pessimistica del filosofo tedesco Arthur Schopenhauer); amore per la natura, per la famiglia, per il partner e per le proprie inclinazioni e talenti.

Già nell’antica Grecia vennero individuate quattro forme primarie dell’amore: quello parentale-familiare (storge), l’amicizia (philia), il desiderio erotico e romantico (eros) e l’amore prettamente spirituale ed incondizionato (agape).

La vasta gamma di sfumature e significati attribuiti all’amore rendono sempre più imbarazzante la possibilità di poterlo circoscrivere ed irretire in teorie filosofico-scientifiche.

Ciò nonostante psicologi, biologi, scienziati e matematici hanno arditamente accolto la sfida svelando questioni ed aspetti per molto tempo sepolti dal mantello del mistero

Cos’è l’amore. Le teorie scientifico-psicologiche

Cos’è l’amore? Secondo la maggior parte degli psicologi ci sarebbero tre fasi principali nell’amore che un rapporto di coppia inevitabilmente sperimenta: infatuazione (o innamoramento), attrazione e attaccamento.

Nella prima fase il motore è l’attrazione fisica con l’istinto sessuale. Qui il nostro mesencefalo (l’area cerebrale che controlla i riflessi visivi ed uditivi) rilascia dopamina, un neurotrasmettitore che produce piacere ed euforia. In questa fase l’amore è quasi meramente materiale. Sembra inoltre bandita la capacità critica e di considerazione del giudizio sociale, proprio come se occhi e orecchi fossero coperti da veli rosa!

Segue, con l’intensificarsi del rapporto di conoscenza, una maggiore importanza attribuita alla cultura e al pensiero del partner, accostandosi alla sua interiorità. Accanto alla dopamina verranno rilasciate noradrenalina e feniletilammina, responsabili di insonnia, riduzione dell’appetito ed energia sconfinata. Tale fase di innamoramento comincia ad accostarsi alla componente più matura.

Si passa infine all’attaccamento, in cui intanto il rilascio di ormoni come l’ossitocina dona la meravigliosa propensione a prendersi cura dell’altro e ci si sente al sicuro al suo canto.

Un’ulteriore teoria scientifica, fondata su studi psicologici, pone in auge il “Modello triangolare dell’amore”. Espresso dallo psicologo statunitense Robert Sternberg tra il 1986 e il 1988, propone un modello trifasico nelle relazioni affettive: la Triangular Love Scale o Triangular Theory of Love. Le componenti essenziali che descrivono tale teoria e che definirebbero un’ideale relazione amorosa sono la passione (caratterizzante l’attrazione fisica), l’intimità (fase dell’innamoramento consolidato) ed ultima ma fondamentale pratica dell’impegno. A tal riguardo lo psicologo tedesco Erich Fromm dichiara che l’amore non è per tutti, ma è piuttosto un impegno e un insieme di attenzioni, rispetto e rinunce per un periodo duraturo. In tal caso l’amore diviene una scelta consapevole, lungi da superficialità e pigrizia.

La psicologia giunge a definire l’amore anche nelle sue fosche tinte, quando ossessione e possessione sfociano in patologia. Esistono infatti due tipi d’amore: uno insano, definito dallo psicologo statunitense Abrahm Maslow D-Love (Deficiency Love – Amore da deficienza). Un amore immaturo, tipico dell’umana fase adolescenziale, che si fonda sull’incompletezza e sull’appoggio totale all’altro per colmare propri vuoti ed insicurezze. Non a caso in Inghilterra esiste la tipica espressione to fall in love (cadere in amore).

Il secondo tipo, definito B-Love (Being Love – Amore per l’essenza dell’altro), si basa sull’equilibrio e sull’autosufficienza, per cui si è portati a cercare l’amore pur essendo già completi e pronti a vivere esperienze sensazionali con un partner che condivida magari i nostri interessi.

Cos’è l’amore. Le teorie matematiche

Cos’è l’amore? La comprensione del concetto amore non si esaurisce alle sole teorie filosofiche e scientifico-psicologiche. Ebbene matematici come lo psicologo sociale americano Donn Byrne osano addirittura concepire formule matematiche per chiarire e misurare un rapporto d’amore.

Tra le più creative ed inedite emerge quella che consente a chiunque, anche ai laici della scienza, di verificare se ciò che sentiamo per il partner è vero amore o pura amicizia. La formula è la seguente: 1,7 xA + 1,5 xB + 1,5 xC +1,5 xD + 1,3 xE = Y.

In tale formula, A è l’attrazione per il partner, B il piacere psicologico della sua compagnia, C il desiderio di intimità con il partner, D il bisogno di essere accettati, infine E la paura di essere abbandonati. Ad ognuna di queste variabili bisogna attribuire un valore da 1 a 10 e calcolare. Alla fine si otterrà un numero Y. Ora si ripeterà l’operazione pensando all’amico/a più caro/a. Secondo Byrne, la relazione è tanto più stabile quanto più la differenza tra i due risultati Y è grande (almeno 15). Sarebbe possibile cioè comprendere quanto il partner sia importante rispetto all’amicizia più cara.

Ecco come la scienza si accinge ardita ad analizzare un sentimento socialmente ed intimamente non facilmente descrivibile. Formule algebriche, studi biologici e teorie filosofico-psicologiche aiutano a squarciare il velo su un argomento tanto misterioso quanto puro e contaminato insieme.

Tuttavia ciò che su qualunque teoria scientifica stravince a tavolino nel delineare aspetti e componenti dell’amore sono il contesto sociale e la cultura di appartenenza, oltre che alla straordinaria soggettività che investe questo sentimento così potente, profondo e sconfinato.

Cosa saremmo senza l’amore? Zombie in cerca di un senso da dare all’esistenza senza possibilità di viverla davvero. L’amore è ossigeno, motore e spinta di un’altrimenti scialba e vanesia sopravvivenza.

Foto di: Pixabay

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A proposito di Emilia Cirillo

Mi chiamo Emilia Cirillo. Ventisettenne napoletana, ma attualmente domiciliata a Mantova per esigenze lavorative. Dal marzo 2015 sono infatti impegnata (con contratti a tempo determinato) come Assistente Amministrativa, in base alle convocazioni effettuate dalle scuole della provincia. Il mio percorso di studi ha un’impronta decisamente umanistica. Diplomata nell’a.s. 2008/2009 presso il Liceo Socio-Psico-Pedagogico “Pitagora” di Torre Annunziata (NA). Ho conseguito poi la Laurea Triennale in Lettere Moderne presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II” nel luglio 2014. In età adolescenziale, nel corso della formazione liceale, ha cominciato a farsi strada in me un crescente interesse per la scrittura, che in quel periodo ha trovato espressione in una brevissima collaborazione al quotidiano “Il Sottosopra” e nella partecipazione alla stesura di articoli per il Giornalino d’Istituto. Ma la prima concreta possibilità di dar voce alle mie idee, opinioni ed emozioni mi è stata offerta due anni fa (novembre 2015) da un periodico dell’Oltrepo mantovano “Album”. Questa collaborazione continua tutt’oggi con articoli pubblicati mensilmente nella sezione “Rubriche”. Gli argomenti da me trattati sono vari e dettati da una calda propensione per la cultura e l’arte soprattutto – espressa nelle sue più soavi e magiche forme della Musica, Danza e Cinema -, e da un’intima introspezione nel trattare determinate tematiche. La seconda (non per importanza) passione è la Danza, studiata e praticata assiduamente per quindici anni, negli stili di danza classica, moderna e contemporanea. Da qui deriva l’amore per la Musica, che, ovunque mi trovi ad ascoltarla (per caso o non), non lascia tregua al cuore e al corpo. Adoro, dunque, l’Opera e il Balletto: quando possibile, colgo l’occasione di seguire qualche famoso Repertorio presso il Teatro San Carlo di Napoli. Ho un’indole fortemente romantica e creativa. Mi ritengo testarda, ma determinata, soprattutto se si tratta di lottare per realizzare i miei sogni e, in generale, ciò in cui credo. Tra i miei vivi interessi si inserisce la possibilità di viaggiare, per conoscere culture e tradizioni sempre nuove e godere dell’estasiante spettacolo dei paesaggi osservati. Dopo la Laurea ho anche frequentato a Napoli un corso finanziato da FormaTemp come “Addetto all’organizzazione di Eventi”. In definitiva, tutto ciò che appartiene all’universo dell’arte e della cultura e alla sfera della creatività e del romanticismo, aggiunge un tassello al mio percorso di crescita e dona gioia e soddisfazione pura alla mia anima. Contentissima di essere stata accolta per collaborare alla Redazione “Eroica Fenice”, spero di poter e saper esserne all’altezza. Spero ancora che un giorno questa passione per la scrittura possa trovare concretezza in ambito propriamente professionale. Intanto Grazie per la possibilità offertami.

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