Squeamish Factory, intervista alla band caudina

Squeamish Factory

Eroica Fenice ha intervistato gli Squeamish Factory, gruppo alternative rock / metal italiano in occasione dell’uscita del nuovo singolo Humandrome

Il 10 aprile è uscito su You Tube il videoclip di Humandrome , il nuovo singolo degli Squeamish Factory. Formatosi nella Valle Caudina, tra Benevento e Avellino, questo complesso alternative rock / metal è formato da quattro membri che hanno al loro attivo la partecipazione al Desert Sun Stoner Rock Festival di Vienna e nel 2017 allo Sweet Leaf Festival di Foglianise, uno dei più importanti eventi di musica rock indipendente dell’Italia meridionale. Nel 2016 gli Squeamish Factory pubblicano il loro omonimo album di debutto e Humandrome è il loro ultimo singolo, pubblicato nell’aprile di quest’anno

Eroica Fenice ha chiacchierato con i membri della band, sulla loro musica e sui progetti futuri.

Ringraziamo l’ufficio stampa e gli stessi Squeamish Factory!

Squeamish Factory, intervista

Nella vostra biografia, sulla vostra pagina ufficiale Facebook, si legge che gli Squeamish Factory sono « la fabbrica che si ciba delle nostre contraddizioni, delle nostre paure, del nostro odio per noi stessi e per il mondo che ci circonda. Si alimenta di mali, li distilla in armonia dissonanti ed eteree, e li restituisce al mittente. Che sia bello o brutto non ci è dato saperlo ». Mi ha incuriosito molto questa descrizione e vorrei conoscere, un po’ meglio da voi, la filosofia che sta alla base della vostra band.

Il nostro scopo è veicolare, tramite la musica, un messaggio che nasce dall’approcciarci, in modo dialettico, alla realtà che ci circonda. Come una fabbrica, prendiamo dall’esterno materiale che viene studiato e spezzettato dal punto di vista di questo procedimento.

Nella vostra biografia si legge poi che siete « quattro anime diverse » che « un giorno hanno capito di non poter trovare un modo di esprimersi migliore della musica ». A questo punto mi sembra lecito chiedervi: chi erano queste quattro anime prima di diventare gli Squeamish Factory?

Prima di diventare gli Squeamish Factory erano quattro amici con progetti musicali avviati, che volevano provare a fare qualcosa di diverso da ciò che facevano tutti i gruppi della zona, prendendo spunto dalle cose in comune. Giulio e Mario suonavano insieme in una band già da tempo, Biagio e Antonio integrati condividevano progetti temporaneamente e il tutto è partito con il jam of divertimento, qualche copertina reinterpretata dalla band che piacevano a tutti e quattro e da lì sono usciti fuori dai primi pezzi .

Nell’ascoltare i vostri brani, sia quelli dell’album omonimo del 2016 che il recentissimo Humandrome, uscito in digitale il 10 aprile scorso, sono rimasto colpito dal ritmo graffiante e dalle sonorità distorte che però non sono mai uguali tra loro. Per fare un esempio, si passa dalle melodie eteree di Spacetrip a brani “puri e duri” come Sons of Apathy o Wake up . Vi chiedo quindi quali artisti vi hanno influenzati nella composizione dei vostri brani.

Siamo in una costante sperimentazione, sempre alla ricerca di nuovi suoni e nuove “fasi musicali”. Le nostre influenze provengono da tutto ciò che abbiamo ascoltato, quindi dalle influenze possono derivare da qualsiasi artista o band. Sicuramente i gruppi che ascoltiamo principalmente, sono ad esempio: Tool, Radiohead, Tame Impala o Melvins e Nirvana che hanno avuto un ruolo fondamentale in fase di composizione dei brani, magari anche involontariamente.

Vorrei adesso parlare un po’ del vostro nuovo singolo, Humandrome . Prima di tutto ho notato che a livello di sonorità sembra esserci, rispetto ad altri brani, una maggiore presenza di sonorità vicine a un thrash metal che mi hanno ricordato, sperando di non cadere nell’eresia, i primi lavori dei Metallica. Dico bene?

Probabilmente è così. Spesso ci capita, anche nei live, di venire accostati in una band più disparate, che non conosciamo oppure che non abbiamo preso come “riferimento” in quel momento. Questo è il metal in generale rientra tra gli ascolti di tutti noi quattro, nel senso che sicuramente hanno influenzato la ricerca del suono personale di tutti noi. Forse i Metallica un po’ meno. A parte essere stati un ascolto ricorrente per una fase della nostra vita le nostre ricerche sono iniziate da una band che hanno portato un po ‘più avanti il ​​discorso partito dal thrash americano, per quanto sia stata una bellissima scena. Gli ascolti del momento in cui scriviamo,

Mi vorrei poi concentrare sul videoclip del singolo. Dino Farese, il regista, mette in scena una sorta di conflitto interiore in cui il protagonista, che voi chiamate Elastomero Ombrini (una sorta di “mascotte” del gruppo, se mi consentite questa “seconda eresia”), consuma la sua esistenza davanti a un fittizio social network che porta proprio il nome di Humandrome . Oltre a veicolare un messaggio facilmente comprensibile, il videoclip è un po’ la trasfigurazione del vostro rapporto con Facebook, Twitter e la rete dei social?

Potremmo considerare il Sig. Elastomero come una mascotte, infatti il ​​suo nome è un uovo di Pasqua! Comunque no, il nostro rapporto coi social è ben diverso, potremmo essere tranquillamente considerati dei “boomers” su questo fronte. Proprio perché siamo così poco avvezzi all’uso di tali mezzi, abbiamo cercato di immedesimarci in qualcuno di diametralmente opposto. Però vogliamo precisare che Elastomero non si consuma, non più di chiunque altro almeno, ma fa una scelta oculata sul modo in cui preferisce affrontare la vita.

Il genere musicale che voi proponente è alternative rock / metal . Secondo voi è difficile proporre questo tipo di musica in una realtà come il sud e soprattutto in una terra come la Campania, sicuramente associata a un genere di musica molto più melodica e fedele alle proprie radici?

Certamente la scena live in Campania è popolata meno da questo tipo di band e più da artisti dalle sonorità vicine all’indie-pop odierno, al cantautorato più tradizionale, ma questo anche per i diversi fattori all’attività live, alle esigenze dei locali e del pubblico. Discorso diverso per l’hip hop che ha una matrice storica importante alla scena napoletana che è stata una delle più importanti in Italia. Non bisogna però dimenticare quanto sia prolifico l’ambiente rock, metal, e stoner / psych dell’entroterra campano, e nelle altre regioni del sud, con le band che suonano regolarmente in tutta Italia e all’estero, e con le quali abbiamo condiviso il Palco. Diciamo che è difficile per questo tipo di scena avere gli stessi numeri di altri “generati”, ma è più viva che mai!

Ultima domanda: quali progetti avete in cantiere?

Per il momento è ancora tutto da definire, anche per il periodo storico in cui ci troviamo. Abbiamo da poco pubblicato un videoclip, a breve ci sarà il secondo singolo che anticipa l’uscita dell’album completo ma non si può capire se è possibile organizzare un tour o singole date, e neanche capire le tempistiche. Nel frattempo ci teniamo in allenamento e sicuramente abbiamo intenzione di pubblicare nuova musica. Come tutti i musicisti e artisti non vediamo l’ora di esibirci dal vivo, e portare presto questo disco in una dimensione live, all’interno di uno spettacolo unico per forma e contenuti.

Fonte immagine copertina: ufficio stampa

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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