Nel lontano 2007, Avril Lavigne regnava su tutti nelle classifiche mondiali con il suo album più giovanile e frenetico: The Best Damn Thing. L’album presenta temi più leggeri adatti ad una ragazza da poco vent’enne che entra nel mondo degli adulti e fa le prime esperienze. Al tempo, la cantautrice canadese aveva già annunciato la voglia di creare un album che si allontanasse dalle sonorità più cupe del precedente lavoro per mostrare un lato di sé inedito: quello di una giovane donna che, oltre ad essere in contatto con se stessa e la propria arte, è capace di godersi la vita. E dunque il tema principale del disco è la celebrazione del self-respect ed un allontanamento improvviso da tutto ciò che le toglie la felicità di vivere la sua giovinezza.
Rosa e pop sfacciato: The Best Damn Thing corona la principessa pop-punk
Con Girlfriend Avril sancisce ufficialmente il suo ingresso tra le dive del decennio 2000-’10. Una canzone creata appositamente per un ascolto leggero e disinteressato, con un ritornello super orecchiabile per quanto ripetitivo ed una linea melodica frenetica e accattivante fanno in modo che la sua canzone sia la primissima hit a raggiungere 100 milioni di visualizzazioni su YouTube, imponendo ancora oggi il singolo e l’album tra i più grandi sforna hit della musicista canadese. L’artista abbandona il tema della crisi adolescenziale e del dolore e lo fa in maniera diretta e schietta. Tutte le track dell’album sono frizzanti, squisitamente pop-rock e leggere, creando un’esperienza di ascolto liberatoria e accattivante che – nella frenesia della vita di tutti i giorni – aiuta a staccare la testa dai problemi per godere di qualche minuto di agognata libertà, proprio come nella track Runaway. Il lavoro dona alla cantante, assieme ai primi due dischi, il titolo di principessa del pop-punk in modo ufficiale.
Non mancano però nell’album, tra gli sprazzi di allegria e batterie incessanti, note più serie e sentimentali nelle canzoni Innocence e Keep Holding On; le due ballad sono tra le più acclamate della cantautrice: se la prima vanta un’incantevole e magica semplicità sulle note di un pianoforte accompagnato dalla voce leggera di Avril ed un bridge animato da una linea di chitarra elettrica, la seconda invece è quella maggiormente conosciuta in quanto facente parte della colonna sonora del celebre film “Eragon”.
Non c’è dubbio: The Best Damn Thing è il lavoro che ha reso Avril universalmente celebre in tutto il mondo per la sua immagine giovanile e frizzante ed il tour mondiale che ha seguito l’uscita del disco ne è soltanto una conferma ulteriore.
La duplice identità di questo album, che purtroppo fatica ad uscire fuori a causa delle critiche di infantilismo, è una Avril matura abbastanza da creare ancora delle ballate incantevoli ma al tempo stesso consapevole di potersi godere le piccole gioie della sua vita.
Senz’altro l’album non si presta ad un ascolto universale, essendo da molti tacciato in maniera iper-negativa, ma senza dubbio è un lavoro ben riuscito che è stato capace di tenere incollati agli MP3 tutti i teenager di quegli anni che si affacciano con incertezza al nuovo mondo ultratecnologico e caotico che tutti conosciamo. Infine, è un album che celebra il femminile in maniera sfacciata: basta dare un ascolto alla traccia “The Best Damn Thing”, che non a caso da il titolo all’album, per ascoltare un’ode all’autostima femminile ed alla bellezza dell’essere in pace in solitudine, senza la necessità di avere un compagno.
The Best Damn Thing è un album volutamente frivolo, che intende allontanare gli ascoltatori dai temi più seri e pesanti che – per quanto possano risultare terapeutici – spesso attanagliano il pubblico in domande ancora più profonde. Con questo lavoro, che se ne parli bene o male, Avril pone un segnale di stop a questo ciclo e suggerisce che – davanti al caos – a volte lasciarsi andare ad un po’ di divertimento dona la giusta carica per affrontare il problema in un secondo momento.
Fonte immagine: YouTube – AvrilLavigneVEVO