Amos’ World (episode three) di Cecile Evans al Madre

Amos' World

Al Madre, museo di arte contemporanea di Largo Donnaregina, è stato proiettato in anteprima il terzo episodio di Amos’ World, il progetto dell’artista belga-americana Cecile B. Evans.

Il museo Madre ha il privilegio di essere l’unica sede italiana che dal 20 gennaio fino al 1 marzo ospiterà il terzo e ultimo episodio del progetto Amos’ World di Cecile B. Evans con la partnership culturale di Nicoletta Fiorucci e della sua Fiorucci Art trust.

L’anteprima stampa del giorno 19 gennaio è stata presieduta dal direttore del museo Andrea Villani, il quale ha voluto sottolineare come Amos’ World sia nato nell’ambito di Madre per il sociale, un workshop che ha visto il suo primo capitolo nel luglio dello scorso anno all’interno delle Vele di Scampia, che compaiono anche nel filmato. Lì è stato allestito un laboratorio comprendente bambini di età dai 4 agli 11 anni in cui si è riflettuto sull’esistenza di valide alternative alla demolizione degli edifici in cui abitano. La Evans, legata molto a Napoli e giunta alla sua terza visita nella città, ha potuto così riflettere assieme ai giovanissimi volontari sul concetto di “casa” come luogo di esperienza individuale e come allegoria di possibili modalità di condivisione.

La trilogia di Amos’ World

La trilogia di Amos’ World è concepita come una fiction TV ambientata in un complesso residenziale ideato da Amos, l’architetto protagonista che si rifà ai progetti di Le Corbusier mirati a creare una soluzione abitativa per gli individui e la moderna società capitalistica, salvo poi rivelarsi fallimentari nell’andare incontro alle esigenze delle specifiche realtà e di chi vi abitava. Gli edifici diventano così un simbolo delle relazioni umane ai tempi dell’epoca delle comunicazioni digitali e dei network che hanno riedificato il modo di esprimere le emozioni.

Il terzo episodio racconta della frattura che si innesta in questi edifici, da intendere come un invito ad accogliere e capire le realtà multiple che li abitano: non ci troviamo quindi davanti ad una distruzione totale, ma ad una apertura. Durante la conferenza stampa l’artista ha invitato a porsi delle domande sulla natura di questo “finale di serie”, che può essere sia negativo che positivo.

Amos’ World viene ospitato all’interno di una grande sala al piano terra del Madre, uno spazio aperto nel centro si trova un enorme schermo dove viene proiettato il film, con al lato due piccoli televisori in cui scorrono i sottotitoli in italiano. Nella sala sono presenti anche dieci cubi scultorei detti Erratis dove è possibile sedersi per visionare l’opera che prevede sia una visione collettiva, come se fosse uno spettacolo filmico vero e proprio, sia indossando delle cuffie che permettono una visione individuale e interna.

Fonte immagine: http://www.madrenapoli.it/mostre/cecile-b-evans/

A proposito di Ciro Gianluigi Barbato

Classe 1991, diploma di liceo classico, laurea triennale in lettere moderne e magistrale in filologia moderna. Ha scritto per "Il Ritaglio" e "La Cooltura" e da cinque anni scrive per "Eroica". Ama la letteratura, il cinema, l'arte, la musica, il teatro, i fumetti e le serie tv in ogni loro forma, accademica e nerd/pop. Si dice che preferisca dire ciò che pensa con la scrittura in luogo della voce, ma non si hanno prove a riguardo.

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