Antonio Grimaldi presenta “Fuorilegge”: omaggio a Pasolini

Antonio Grimaldi presenta "Fuorilegge": omaggio a Pasolini

La compagnia teatrale Teatro Grimaldello con il suo regista Antonio Grimaldi hanno presentato il 2 novembre 2025, alla ex Chiesa di Sant’Apollonia nel cuore di Salerno, lo spettacolo dal titolo “Fuorilegge”. L’evento è stato frutto di un laboratorio teatrale durato una settimana, dal 27 ottobre al 2 novembre, un periodo intenso in cui c’è stata una vera e propria full immersion nella vita e nel genio di Pier Paolo Pasolini.

La data scelta non è casuale: il 2 novembre 2025 segna infatti il 50° anniversario dalla morte di Pier Paolo Pasolini, uno dei nomi più importanti della cultura italiana del ‘900.

Il teatro di Antonio Grimaldi

Il teatro del regista Grimaldi è un teatro sperimentale, desideroso e capace di rompere gli approcci tradizionali, la sua poetica è fondata principalmente sulla corporeità degli attori e sul valore della trasmissione emotiva attraverso la fisicità. Le parole e i dialoghi vengono ridotti all’essenziale, ma non è questo il caso di “Fuorilegge”, uno spettacolo in cui la parola di Pasolini viene fortemente celebrata. Gli attori citano infatti piccoli estratti tratti dai testi di Pasolini: “Io so”, l’accusa di Pasolini contro il potere politico, le poesieMarylin”, “La ballata delle madri”, “Che cosa sono le nuvole?”, che viene proprio dal film, e infine si giunge a una delle ultime visioni di Pasolini che è Gennariello, l’alter ego di Pasolini, cui dovevano continuamente contrapporsi.

Lo spettacolo “Fuorilegge

Antonio Grimaldi presenta "Fuorilegge": omaggio a Pasolini
La prima parte dello spettacolo (archivio personale)

Con un collaudato estro magico, il regista utilizza le maschere: gli attori hanno la faccia dipinta da clown, simboleggiando l’omologazione ma anche l’estraniazione da sé stessi.  Ad un primo suono di campanello gli attori iniziano a muoversi come se fossero rinchiusi all’interno di uno spazio che provoca loro sofferenza e alienazione e che corrompe anche le loro interazioni. La musica utilizzata accentua intensamente la forza emotiva dei movimenti degli attori. Si arriva ad un climax di esasperazione, in cui i personaggi sono catapultati verso la porta, cercando disperatamente di uscire. Un secondo suono di campanello restituisce a loro una nuova vita, in cui non riescono a fare altro che imitare goffamente la felicità e il divertimento, riflettendo in questo modo una società profondamente alienata.

La parola al regista Antonio Grimaldi

Antonio Grimaldi presenta "Fuorilegge": omaggio a Pasolini
Il regista Antonio Grimaldi (di Giuseppe Visone, fornita da Ufficio stampa)

Il regista Antonio Grimaldi riconosce in Pasolini una guida spirituale e artistica, definendolo “una sorta di Cristo moderno”, come spiega: “Pasolini per me è sempre stato una sorta di Cristo, è un Cristo moderno. Un visionario di quello che ci ha raccontato e di quello che succede ancora attualmente; in realtà lui ha fotografato la realtà esattamente per quello che era, e la realtà è sempre la stessa, non cambia. Lui è stato bravo perché ha insistito rispetto agli altri, è stato fermo nelle sue convinzioni. Una figura anarchica, perché lui è fondamentalmente solo e i re sono sempre soli, anche il Gesù cristiano era un re.

Riguardo al processo di creazione, il regista ha raccontato: “I 7 giorni di laboratorio sono stati molto intensi, è sempre una fase molto creativa, perché io posso arrivare con un’idea però gli attori poi me la smontano, si tratta di un lavoro in continua evoluzione e che si costruisce insieme. Ovviamente la fiducia è reciproca.

Antonio Grimaldi presenta "Fuorilegge": omaggio a Pasolini
Il laboratorio teatrale (Ufficio stampa)

Guardando invece al futuro del progetto, il regista aggiunge: “Questo spettacolo non finirà qui. Verrà ripreso per poi farlo diventare qualcos’altro, sempre mantenendoci nel contesto delle parole di Pasolini ovviamente.” Aspettiamo con grande entusiasmo le prossime metamorfosi di quest’opera.

La parola all’attrice

Dopo aver ascoltato le parole del regista, ho voluto raccogliere anche la voce di una delle attrici in scena, Enza Zoccola. Il suo racconto restituisce tutta la forza emotiva e la dimensione corale del lavoro: “Ognuno di noi ha cercato di mettere ciò che sentiva nel moto viscerale. È stata una vera e propria full immersion pasoliniana, e nei termini del vissuto di Pasolini, ognuno ha vissuto la propria solitudine nella propria diversità. Noi eravamo in una stanza dalla quale non potevamo uscire e quindi eravamo come intrappolati nel nostro moto interiore. Il suono del campanello e la corsa verso la porta rappresentano la speranza di una vita che arriva, della vita che ti viene donata. Il processo creativo del laboratorio si è evoluto anche durante lo spettacolo, molte cose erano infatti frutto dell’improvvisazione, c’è ovviamente uno studio durante il laboratorio ma nel corso dello spettacolo tanto può accadere.

Conclusioni

Fuorilegge” è incentrato sull’esaltazione e la condivisone della solitudine, attraverso varie modalità interpretative. Una rappresentazione corale, che ha dipinto egregiamente la solitudine quotidiana di una società alienata e alienante, di individui diversi, ognuno con la propria storia, la propria sensibilità e sofferenza. Nonostante si è trattato di uno spettacolo che ha necessitato di molto lavoro, è un’opera che sembra quasi nata d’impulso e l’istintualità percepita è molto vincente: arriva diretta, nel senso più intenso ed emotivo del termine.

Fonte immagine in evidenza: Ufficio stampa

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