«Interroga i tempi trascorsi», recita il Deuteronomio. Il tempo scorre, il passato va in cenere, e noi guardiamo avanti a un futuro che sembra chiudere le porte a tutto ciò che è trascorso. Il grande cambiamento non deve necessariamente portare noi, abitanti di un presente che ogni secondo di più diventa futuro, a strappare le pagine di un passato considerato retrogrado. Il Deuteronomio in questo ci insegna: interroga, dialoga con il passato. Pronti a difendere questa citazione a spada tratta, quasi come un motto intramontabile, gli ideatori de Il cammino delle Certose, un sistema articolato di mostre che ha visto nel 21 luglio la data di nascita, e che vedrà nei prossimi mesi una verde prosperità. Le tre protagoniste, le Certose di San Martino a Napoli, San Giacomo a Capri e San Lorenzo a Padula, il cui coordinamento è stato magistralmente permesso da Fernanda Capobianco.
Il giorno dell’inaugurazione ha visto echeggiare nel polo museale della Certosa di San Martino le voci di Anna Imponente, direttore e curatore della mostra, e quella di Rita Pastorelli, direttore della Certosa di Napoli. La mostra è dallo stampo del tutto nuovo, un collegamento inedito tra le tre Certose, dove un tempo con silenzio e meditazione i monaci si prodigavano all’edificazione della loro personale Gerusalemme. Opere necessarie per la comunità furono effettuate da questi centri religiosi, a partire dalla bonifica del territorio paludoso permessa dai certosini di Padula. Il loro monastero è tra i più grandi d’Europa, nonché tra i più antichi. La seconda grande Certosa del Regno di Napoli è quella di San Martino, la cui spezieria è testimonianza della prodigalità dei monaci. La Certosa di Capri è terza per data di nascita, ma prima per data di morte sotto la mano asfissiante del regime napoleonico.
Il gusto biblico è alimentato dalle mostre de I percorsi dell’anima. Un certo cono d’ombra sulla cristianità viene già gettato dall’opera protagonista della Certosa di San Martino, un affresco nella Cappella del Tesoro realizzato da Luca Giordano, opera nella quale spicca la figura di Giuditta, dal volto trionfante. Tra le mani, la testa di Oloferne. Un episodio così tanto citato dagli artisti di età moderna e contemporanea, controverso quasi quanto il pio Enea. Molti infatti hanno avuto la tentazione di additare Enea di empietà quando, alla fine dell’opera di Virgilio, non ascolta le preghiere di Turno, infliggendogli il colpo mortale. Così Giuditta assassina il re Oloferne, un assassinio cruento, permesso dalla sua ammaliante bellezza, che aveva portato l’uomo a ospitarla nella sua tenda, a preparare le candide lenzuola sul letto, non immaginando di vederle dopo poco tinte del suo stesso sangue. Ma sia Enea che Giuditta hanno dalla loro parte la giustizia. Enea uccide Turno perché ricorda le parole di Anchise: il ruolo del pio è giustiziare i superbi. E Giuditta, d’altro canto, è il simbolo della città che trova riscatto non contro un re qualsiasi, bensì contro un tiranno.
La mostra alla Certosa di San Martino narra tutto questo, la forza di una donna, ma la violenza del coltello
Una tematica letta tramite i bozzetti dello stesso Luca Giordano, provenienti dalla Galleria degli Uffizi di Firenze, fino a un dialogo continuo, sulla scorta delle parole del Deuteronomio, tra artisti del passato e quelli della nostra immediata contemporaneità. Un dialogo anche tra le diverse forme d’arte, fino alla fotografia, con le sequenze dell’artista Paolo Mussat Sartor. E ancora, nomi illustri del passato come Jacopo Ligozzi, Artemisia Gentileschi, Carlo Saraceni, dialogheranno con Giacinto Cerone, Luca Maria Patella, Lucio Fontana.
Alla Certosa di San Giacomo a Capri
Ospite illustre sarà l’artista dell’Azionismo Viennese Hermann Nitsch con la sua istallazione Leviticus, con una riflessione religiosa che gli è particolarmente cara. Si affiancheranno a quest’opera le incisione delle Bibbie ebraiche lì conservate, immagini pigmentate con la sabbia del deserto, di grande suggestione.
Alla Certosa di San Lorenzo a Padula
A Padula si sottolinea quanto lo spirito certosino del silenzio e della meditazione sia quasi improponibile nel nostro mondo caotico. La risposta degli artisti a tutto questo è l’arte astratta. Un’arte del silenzio a suo modo, un’arte povera. Tra gli ospiti illustri, Vanessa Beecroft e Maria Dompè, quest’ultima con il recupero di antiche pietre della Certosa e un’installazione all’insegna della rinascita.
In programma per le tre Certose la rassegna musicale, che avrà inizio sabato 22 luglio presso la Certosa di Capri con il Maestro Luigi Esposito e l’Accademia Musicale Napoletana. Qui il programma dettagliato della sezione musicale:
SABATO 29 LUGLIO, ore 20.00
Certosa di San Lorenzo a Padula
Concerto di Markus Stockhausen
MERCOLEDÌ 13 SETTEMBRE, ore 20.00
Certosa di San Martino a Napoli
Teatro San Carlo in L’esperienza del Sacro tra Medioevo e Novecento
SABATO 16 SETTEMBRE, ore 20.30
Certosa di San Lorenzo a Padula
Teatro San Carlo in Il Lied romantico per coro femminile
VENERDÌ 22 SETTEMBRE, ore 21.00
Certosa di San Giacomo a Capri
Soirèe Debussy
Il 21 ottobre vedrà chiudersi questo ricco ciclo di mostre, ma non di certo lo spirito del dialogo, linfa vitale per l’uomo dell’oggi.