La V edizione di NapoliCittàLibro | Venerdì 14/06/2024

La V edizione di NapoliCittàLibro | Venerdì 14/06/2024

Venerdì 14 giugno 2024 riparte la V edizione di NapoliCittàLibro – Salone del Libro e dell’Editoria. Ritorna alla Stazione Marittima partenopea, questa volta con il titolo Ri-Generazioni declinato in cinque aree tematiche discusse tra le varie conferenze negli spazi del Centro Congressi: Generi, Visioni, Generazioni, Cognizioni e Nuove Memorie.

La V edizione di NapoliCittàLibro: l’attesissimo Salone del Libro e dell’Editoria

Il titolo Ri-Generazioni della V edizione di NapoliCittàLibro è stato scelto dai componenti del comitato editoriale di quest’anno, Vincenza Alfano, Ileana Bonadies, Beatrice Gigli e Paolo Miggiano, con l’obiettivo di esplorare la cultura napoletana, il suo immenso patrimonio artistico, letterario e territoriale, per accompagnarne il rinnovamento, nonché l’esigenza di una rigenerata ripartenza.

Infatti, sostiene il Sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, in occasione del primo giorno (venerdì 14) della V edizione di NapoliCittàLibro: «La cultura è un grande elemento distintivo della città ma anche un grande ponte con tutte le realtà internazionali collegate con Napoli. Con l’impresa culturale di Alessandro Polidoro e Rosario Bianco, Napoli ha il suo Salone del Libro e il Comune di Napoli lo sostiene in sinergia con tutte le realtà che promuovono e diffondono la cultura. NapoliCittàLibro è un’ottima occasione di promozione del Patto del Libro e della Lettura con cui il Comune vuole sensibilizzare i cittadini sul valore e sulla grande bellezza dei libri».

I campi tematici della V edizione di NapoliCittàLibro sono cinque, attraverso cui si sviluppa il titolo Ri-Generazioni: Generi, con cui si esplora il rapporto talvolta complesso che intercorre tra il linguaggio e l’identità, indagando e accogliendo anche la causa femminista; Visioni, ovvero una serie di sguardi comparativi dalla pagina scritta alle trasposizioni cinematografiche e teatrali con particolare attenzione, ovviamente, alle proposte del Mezzogiorno; Generazioni, dal titolo già esplicativo sull’intenzione di chiedersi se possa esistere e sussistere un linguaggio comune e condiviso per la società giovane e attuale e che ne colga le sfumature; Cognizioni, con cui si formulano dubbi, pensieri e confronti critici sulle trasformazioni tecnologiche odierne e, quindi, sull’impatto che hanno anche sulla cultura; Nuove Memorie, infine, che recupera l’importanza del passato, della tradizione, non come una malinconica e vuota nostalgia bensì come uno spunto per creare un futuro migliore.

Venerdì 14 giugno 2024: la prima giornata del Salone del Libro e dell’Editoria a Napoli

Vari importanti incontri hanno segnato la prima giornata inaugurale della V edizione di NapoliCittàLibro. Tra questi, nell’isola tematica Visioni, si è tenuto un dialogo a tre voci intitolato Il mestiere di scrivere: nella Sala Urania 3 della Stazione Marittima di Napoli, Angelo Petrella (scrittore, traduttore, sceneggiatore di varie serie tv come I bastardi di Pizzofalcone, Resta con me e Mare Fuori, e autore del libro recente La fine dei fagioli. Dieci scrittori francesi che mi hanno rovinato la vita edizione Italo Svevo) insieme a Paolo Piccirillo (scrittore, sceneggiatore per Rai, Prime Video, Netflix e Sky e autore di L’invasione edito da Fandango) dialogano mediante la giornalista Natascia Festa su cosa significa scrivere, esplorandone il concetto non soltanto a livello creativo ma soprattutto da un punto di vista lavorativo, fatto di scadenze da rispettare e di costanti pratiche artigianali. In questo viaggio, ci si chiede anche che impatto abbia la scrittura sulla dimensione sociale, non tanto cartacea quanto televisiva e multimediale, guardando in particolare a Napoli ed a quelle narrazioni che la infuocano di dibattiti.

In seguito, sempre con l’iter Visioni, ci si sposta alla Sala Urania 1, dove la V edizione di NapoliCittàLibro rievoca un grande classico: Moby Dick, ma questa volta raccontato da Amleto De Silva, autore teatrale, vignettista e autore talvolta anche dalla penna satirica. In questo percorso marittimo, in forma di una chiacchiera informale ma coinvolgente, viene narrato di un capolavoro come quello di Herman Melville che paradossalmente è poco letto, giudicato noioso, pesante. Eppure, dietro Moby Dick si nascondono storie, significati profondi, riflessioni sempreverdi che ne dimostrano tutto il meraviglioso potenziale di un classico intramontabile da proporre e riproporre.

Fonte immagine: Ufficio Stampa

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A proposito di Francesca Hasson

Francesca Hasson è giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2023. Appassionata di cultura in tutte le sue declinazioni, unisce alla formazione umanistica una visione critica e sensibile della realtà artistica contemporanea. Dopo avere intrapreso gli studi in Letteratura Classica, avvia un percorso accademico presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II e consegue innanzitutto il titolo di laurea triennale in Lettere Moderne, con una tesi compilativa sull’Antigone in Letterature Comparate. Scelta simbolica di una disciplina con cui manifesta un’attenzione peculiare per l’arte, in particolare per il teatro, indagato nelle sue molteplici forme espressive. Prosegue gli studi con la laurea magistrale in Discipline della Musica e dello Spettacolo, discutendo una tesi di ricerca in Storia del Teatro dedicata a Salvatore De Muto, attore tra le ultime defunte testimonianze fondamentali della maschera di Pulcinella nel panorama teatrale partenopeo del Novecento. Durante questi anni di scrittura e di università, riscopre una passione viva per la ricerca e la critica, strumenti che considera non di giudizio definitivo ma di dialogo aperto. Collabora con il giornale online Eroica Fenice e con Quarta Parete, entrambi realtà che le servono da palestra e conoscenza. Inoltre, partecipa alla rivista Drammaturgia per l’Archivio Multimediale AMAtI dell’Università degli studi di Firenze, un progetto per il quale inserisce voci di testimonianze su attori storici e pubblica la propria tesi magistrale di ricerca. Carta e penna in mano, crede fortemente nel valore di questo tramite di smuovere confronti capaci di generare dubbi, stimolare riflessioni e innescare processi di consapevolezza. Un tipo di approccio che alimenta la sua scrittura e il suo sguardo sul mondo e che la orienta in una dimensione catartica di riconoscimento, di identità e di comprensione.

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