Siamo abituati a pensare che il mondo del vino, essendo un ambiente agricolo, sia a prevalenza maschile. E storicamente è così, ma possiamo fieramente affermare che oggi la compagine femminile ha il suo peso e con ottime espressioni. Riportiamo in questo articolo tre donne del vino in Campania che ci riempiono di orgoglio.
Milena Pepe – Tenuta Cavalier Pepe
La famiglia Pepe è una storica famiglia irpina che da generazioni produce vini di qualità indiscutibile, commercializzati in tutta Italia e all’estero. Spinto dall’amore per la sua terra, il capostipite Angelo Pepe ha lavorato duramente per creare la Tenuta Cavalier Pepe, non solo un’azienda vitivinicola, ma un sistema produttivo e turistico di straordinaria qualità e punto di riferimento di tutta l’Irpinia. Oggi la Tenuta è gestita da Milena, la figlia maggiore del Cavaliere, con carisma e competenza. Metà belga e metà campana, nata e cresciuta all’estero, Milena è una delle donne del vino in Campania che ha sentito il richiamo del suo territorio e il bisogno di lavorare per farlo conoscere all’estero per le sue potenzialità. Ha studiato viticoltura, enologia, marketing e gestione aziendale tra Belgio, Olanda e Francia, dove si è forgiata con esperienze lavorative in aziende vinicole francesi. Con caparbietà e competenza ha portato avanti il suo progetto di rinnovamento, che in Irpinia significava, letteralmente, “rivoluzionare” le vecchie usanze. Milena, così, ricca di esperienze ed esempi esteri, ha immediatamente trasformato le tecniche e le pratiche, sia agronomiche che enologiche. Sistemate le vigne, ha introdotto la vinificazione separata per parcelle e ha imposto rigore in cantina, con l’uso delle temperature controllate e l’introduzione delle barriques. Il suo capolavoro “Opera Mia”, il risultato della vinificazione in purezza delle uve Aglianico provenienti dai vigneti delle migliori località della denominazione del Taurasi DOCG, la rende una delle donne del vino in Campania da tenere ben presente.
Sara Carusone – La Masserie
L’azienda sorge nel comune di Bellona, a pochi chilometri da Capua, ai piedi del monte Rageto, nel cuore di quell’area passata alla storia come Campania Felix per la ricchezza naturale del suo territorio, ed esiste da tre generazioni, che dedite alla terra ne hanno sempre coltivato i frutti, non solo uve. Ma con l’avvento di Sara, laureata in filologia moderna, l’azienda si affaccia sulla scena vitivinicola campana con irruenza. Sara, un ottimo esempio per parlare delle donne del vino in Campania, sceglie il lavoro di vigneron per amore e passione e con lo stesso amore e passione cura l’azienda di famiglia, accompagnando personalmente chiunque voglia far visita ai vigneti e alla cantina e raccontandone con fervore la storia, la produzione e i progetti per il futuro. I vini prodotti, in coltivazione biologica, sono seguiti dalla vite alle bottiglie dalla stessa Sara, con lo scopo di renderli testimonianza viva di un territorio bellissimo e ricco di storia, con ancora tanto da raccontare. La sua attenzione ai particolari è notevole: ogni vino ha un nome latino, l’etichetta colorata disegnata ad hoc dal pittore contemporaneo napoletano Bruno Donzelli, la denominazione IGT Terre del Volturno, monovitigno, a base di sole uve prodotte da vitigni autoctoni della provincia di Caserta e da vitigni storici solo recentemente riscoperti e valorizzati (Casavecchia, Pallagrello nero e Pallagrello bianco). Un invito ad assaggiare il rosato “Veritas”, ottenuto grazie a un contatto di pochi minuti con bucce di vitigno Casavecchia, che incanta l’olfatto con intensi e fini profumi di fragoline di bosco, un vino vero, sincero, genuino, come suggerisce il suo nome.
Paola Riccio – Alepa
Azienda agricola che produce vino, prevalentemente dal vitigno autoctono Pallagrello, e in piccola parte anche olio extravergine d’oliva, fondata nel 1986 da Eugenio Riccio e oggi condotta da sua figlia Paola. Oggi Paola rappresenta una delle donne del vino in Campania tra le più caparbie e innovatrici vigneron: grande sostenitrice del metodo “naturale”, il vignaiolo è per lei un interprete. Lei stessa sottolinea che “la sua abilità e anche creatività consiste nel decifrare l’annata agraria, che dà sempre risultati diversi oltre che incerti, e quindi mettere in campo tutta la sua esperienza, abilità e cura per ottenere da quel prodotto il miglior risultato possibile e allo stesso tempo essere capaci di stupire il consumatore interlocutore con prodotti riconoscibili.” La sua cantina propone così vini frutto di un’agricoltura a basso impatto e un processo di vinificazione libero da interferenze che siano diverse da quelle della mano dell’uomo e per questo molto identitari. Per Paola il vino non è semplicemente una bevanda, ma un’esperienza fatta di sensazioni e legami con il territorio che esso rappresenta. Un invito ad assaggiare il suo “Privo l’Eretico Bianco”, un vino bianco macerato a base di uve Pallagrello, affinato in acciaio e legno di castagno per circa 12 mesi.
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