Pizzeria Tarumbò, ovvero come mangiare un’ottima pizza in provincia

Pizzeria Tarumbò, ovvero come mangiare un'ottima pizza in provincia

Le classifiche di settore parlano chiaro: Napoli sta lentamente perdendo lo scettro di “città delle migliori pizze” appannaggio della provincia e di Caserta. Ma, al di là dei Masanielli, di Pepe in Grani e di altri locali conosciuti ormai in tutto il mondo, ci sono realtà dove, a telecamere e riflettori spenti, si lavora benissimo. La Pizzeria Tarumbò (che ha sede a Cardito ma anche a Sant’Arpino) è un ottimo esempio in questo senso e la #verynormalpizza di Ciro Coppola è buona, davvero buona, e senza troppi fronzoli. 

Abbiamo fatto due chiacchiere con lui e con la sua titolare, Giovanna Amato, che ci hanno raccontato un po’ della loro storia, il loro concept e dei loro progetti per il futuro. 

Pizzeria Tarumbò, l’intervista a Giovanna Amato e Ciro Coppola


Come nasce l’idea di aprire un locale qui a Cardito dopo il successo della sede a Sant’Arpino?

Questa era nostra idea da tanto tempo e poi improvvisamente dopo la pandemia abbiamo detto: dobbiamo fare qualcosa. Dobbiamo attivarci nuovamente. Francesco disse: “Riprendiamo la pizzeria Tamburò e la gestisci tu”. Io ho accettato questa sfida, mi sto incanalando in questo progetto a cui noi teniamo tanto e quindi siamo partiti. Ho voluto con me Ciro che è un pizzaiolo che ha lavorato con noi per molto tempo nella sede di Sant’Arpino, poi ci lasciò e lo sono andato a riprendere perché per me è eccezionale e la sua pizza è la migliore di tutte.

Da cosa deriva il nome “Tarumbò”?

Il nome deriva dal titolo di una canzone dell’artista Pino Daniele a cui noi siamo molto legati.

Con il Covid avete deciso di aprire un nuovo locale? E ci sono stati dei cambiamenti nella ristorazione?

Con la pandemia sembrava che tutto si fosse spento, stato un periodo nero. Quindi abbiamo voluto accendere queste luci nel nostro paese, dove mancava, come segno di ripresa. Nella ristorazioni radicali cambiamenti non vi sono stati, se non quelli relativi alle norme igieniche da adottare per garantire la sicurezza di tutti. Ma siamo ripartiti più forti di prima.

Piatti forti della pizzeria Tarumbò?

Il nostro piatto forte è la pizza Don Ciccio: riprendendo il grande classico della marinara, vi abbiamo aggiunto le alici e le olive. Il nostro motto è la Very Normal Pizza: siamo tradizionalisti, non facciamo tante elaborazioni. Prediligiamo prodotti genuini, freschi e di qualità. È anche una pizza che porta il nome di mio padre, conosciuto qui a Cardito proprio come Don Ciccio. (proprietaria)

Vi è anche la Gustosissima del Presidente, con quattro ripieni: ricotta e salame e ricotta e cotto; dopo la cottura viene condita con prosciutto crudo e scaglie di parmigiano. (pizzaiolo)

Il nome della Gustosissima deriva da mio figlio, Luca, poiché in famiglia c’era questo modo di dire “ora nasce il presidente”, ed è stata a lui dedicata. (proprietaria).

Cosa ne pensate quindi del concetto di Gourmet molto in voga nelle pizzerie del momento?

Noi non seguiamo questo concetto. Siamo tradizionalisti in tutto. Secondo noi il gourmet andrà a scemare, essendo il più delle volte mode che si tendono a seguire, ma noi non ci siamo lasciati trasportare.

Progetti per il futuro?

Il nostro progetto, come dico sempre, sarà quello di aprire una catena Tamburò. I nostri clienti ce lo dicono più volte perché elogiano la nostra pizza.

Tra le due pizzerie, il territorio ha risposto nella stessa maniera? Vi è una differenza tra le due clientele?

A Sant’Arpino, essendoci il teatro come punto di interesse, vengono più persone, come se fosse una “fabbrica”. Si tratta di una clientela il più delle volte di passaggio, quindi vi è minor legame con il territorio. Qui a Cardito, invece è più riservato, più intimo. Le persone della zona ci conoscono, hanno piacere a venire qui. Vi sono poi delle differenze anche nel menù: quello di Sant’Arpino prevede più fritturine, molte pietanza per cui Carmen ha fatto corsi specifici che sono stati aggiunti e che speriamo di poterli introdurre anche qui a Cardito. Le pizze sono le stesse, ma nel menù di Sant’Arpino vi sono in aggiunta  la montanara, la frittatina della casa che però a breve debutterà anche in questa sede.

Che tipo di impasto viene utilizzato?

Utilizziamo una Caputo Rossa 00 e una Caputo Blu 00. È un impasto diretto, 60% di idratazione. Ci teniamo molto a rispettare la tradizione, con prodotti freschi e di qualità, anche stagionali. 

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A proposito di Marcello Affuso

Direttore di Eroica Fenice | Docente di italiano e latino | Autore di "A un passo da te" (Linee infinite), "Tramonti di cartone" (GM Press), "Cortocircuito", "Cavallucci e cotton fioc" e "Ribut" (Guida editore)

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