Trentodoc, un mare di bollicine bagna Napoli

Trentodoc, un mare di bollicine bagna Napoli

Nella sontuosa ambientazione dell’Hotel Excelsior, il 21 e 22 ottobre le giornate Trentodoc. Bollicine sulla città.

Il consorzio Trentodoc allea cinquantuno case spumantistiche, le grandi etichette della produzione d’eccellenza del Trentino. Piccole e grandi cantine si stagliano tra valle e alta quota, sulle sponde dell’Adige e circondate dalle Dolomiti. Insieme a Vitigno Italia, una delle più efficaci possibilità di interfacciarsi con i grandi del settore. La giornata del 21 è stata dedicata in particolare alla programmazioni di masterclass per la formazione di operatori nel settore e per la sensibilizzazione del consumatore, mentre il 22 ottobre ha visto estimatori della stampa e non scoprire un mondo di tradizione di montagna e di nuove sperimentazioni concesse dai progressi tecnologici.

La produzione ha avuto inizio dalla spinta propulsiva di Giulio Ferrari, il quale ai primi del ’900 ha proposto una produzione di stile tradizionale sulla scorta della Francia, rinomata nel settore. L’uva di partenza è lo Chardonnay, accompagnato dalle varietà di Pinot nero, bianco e meunier per ottenere un Trentodoc brut, millesimato e riserva. Un prodotto poliedrico, che nelle sue diverse sfaccettature può accompagnare il consumatore nei più svariati momenti del pasto e della vita, regalando il gusto che solo un’opera di così alta qualità può offrire.

Ogni prodotto dall’etichetta Trentodoc è investito di una grande responsabilità: rappresentare il proprio territorio. Il legame è fortissimo, il riconoscimento della provenienza degli spumanti presentati a Trentodoc. Bollicine sulla città è immediato. La quota, la temperatura e il suolo di produzione infondono carattere all’operato stesso dei viticoltori.

Il presidente Enrico Zanoni ha inoltre stretto un accordo con Antonello Maietta dell’Associazione italiana Sommelier per l’istituzione della competizione annuale Concorso Miglior Sommelier d’Italia – Premio Trentodoc. Sarà premiato, nel mese di novembre colui che verrà considerato il più eclettico comunicatore di vino.

Trentodoc, i nomi delle Bollicine sulla città di Napoli

Protagonista indiscusso è dunque il marchio Trentodoc nelle sue molteplici declinazioni. Si va da un Abate Nero dalla grande bevibilità, aggressivo nelle note giovanili o più frizzantino e morbido per la Riserva Cuvée, ai residui zuccherini dell’Altemasi, tra il Pas Dosé con i suoi 40% di Pinot nero o lo Chardonnay puro del Millesimato. Inoltre i frutti rossi infondono all’Altemasi Rosé una maggiore morbidezza, già raggiunta con note di cremosità nel Riserva Graal.

Obiettivo è esprimere la territorialità, quella che la cantina Bellaveder ritrova nel suo Brut Nature Riserva. Cantina a San Michele d’Adige, adiacente al Lago di Garda, vanta di terreni calcarei e argillosi, che influenzano inevitabilmente la riuscita del prodotto Trentodoc. L’escursione termica garantisce il raggiungimento del primato. La cantina Borgo dei Posseri opta per il suo Trentodoc Tananai per una percentuale più elevata di Pinot nero, un retrogusto forte e inesauribile.

Ogni cantina infonde ai suoi prodotti un tratto di originalità profuso da scelte personalissime, come quella del culto dei vini biologici per la Cantina Aldeno, con il conseguente Trentodoc Altinate Blanc de Blanc Brut Biovegan. La cantina più piccola del Trentino, la Cantina d’Isera, vanta poi bianchi aromatici di gran rilievo, con la sua lunga esperienza a 300 – 800 metri di altitudine. A 18 metri sotto la montagna, la Cantina sociale Mori Colli Zugna con un Trentodoc Morus dalle riconoscibili e assai marcate note di Pinot nero. Interessante e innovativa l’affinamento subacqueo del Trentodoc della Cantina Romanese: a 20 metri di profondità la pressione dell’acqua favorisce la cremosità e la persistente genuinità delle bollicine, evitando il ricorso a solfiti. Queste caratteristiche e la produzione annua di esigui numeri di bottiglie comportano un livello elevato di qualità e legame al territorio.

I rappresentanti delle cantine al Trentodoc. Bollicine sulla città ricordano anche i prodotti pluripremiati, come i Monfort Riserva e Rosé, tra i primi classificati del Global Sparkling, dello Champagne Sparkling e della WineHunter Award. E ancora, un’etichetta che rappresenta i grandi nomi di ieri e di oggi, come il vigneto storico Endrizzi e i neolaureati di Etyssa.

I prodotti Trentodoc si adattano alle più svariate esperienze culinarie, ma non mancano di una certa propensione alla specializzazione. La spinta acida del Trentodoc Vervè Brut della Cantina Roverè della Luna Aichholz, con retrogusto di fiori e crosta di pane, è altamente consigliato per aperitivi, al contrario del Vervè Rosé, bilanciato e morbido, da pasteggio. Gianluca Sinisi, rappresentante della cantina, esperto enologo, afferma: «il Trento in Campania è una sfida». Una sfida che Trentodoc, sulla scorta delle storiche Cantine Ferrari, ripropone con linee di grande freschezza e complessità.

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A proposito di Carolina Borrelli

Carolina Borrelli (1996) è iscritta al corso di dottorato in Filologia romanza presso l'Università di Siena. Il suo motto, «Χαλεπὰ τὰ καλά» (le cose belle sono difficili), la incoraggia ogni giorno a dare il meglio di sé, per quanto sappia di essere solo all’inizio di una grande avventura.

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