Paola Fiorentino, “I colori dell’anima” alla Fondazione Vico

Paola Fiorentino, "I colori dell'anima" alla Fondazione Vico

Paola Fiorentino, chef e non solo!

Giovedì 7 giugno, nella suggestiva ed eterna cornice del centro storico di Napoli, si è parlato di colori dell’anima.

Lì, dove San Gregorio Armeno incrocia San Biagio dei Librai, in un abbraccio fatto di viuzze, pietruzze e odori intrecciati sapientemente,  sorge la sede napoletana della Fondazione Giambattista Vico, Complesso Monumentale costituito dalle chiese di San Gennaro all’Olmo e di San Biagio Maggiore.

L’atmosfera sacra e mistica ha accarezzato i marmi e i ricami dei luoghi spirituali, e ha accolto le delicate e vivaci sfumature dell’anima di Paola Fiorentino, che, vestita di un rosso energico e positivo e con un sorriso dipinto sul volto, ha guidato il pubblico in un viaggio nei meandri della sua anima.

L’anima di Paola Fiorentino è un’anima poliedrica, complessa e vivacemente inquieta, poiché sono tanti gli interessi che prendono corpo e forma nella girandola delle sue passioni: donna di carne e sangue, artista figlia di Positano, chef d’eccellenza di matrice mediterranea, maestra di formaggi ONAF, sommelier a Bordeaux e AIS, sciabolatrice a Reims, avvocato e imprenditrice di successo.

Tutte le sfumature dell’anima di Paola Fiorentino si miscelano e si confondono come colori di una tavolozza, colori che gocciolano e si diluiscono l’uno nell’altro, creando un caleidoscopio di tonalità che si completano, senza che l’una cancelli o escluda l’altra.

Paola Fiorentino è una artista poliedrica

Coltivare le proprie passioni è il vero sale della vita, dare loro spazio è la ricetta per neutralizzare qualsiasi tipo di negatività e trovare il proprio baricentro in un’epoca mordi e fuggi, fatta di gigabyte, pixel, social network e umanità liquida. E se si provasse a instaurare un vero contatto umano, qualcosa di tangibile da toccare con mano e da sentire nelle corde dell’anima? Paola Fiorentino ha provato a farlo partendo dai fili dorati della propria anima, la parte più pura e libera da ogni preconcetto, la parte che corre selvaggiamente nella libertà del nostro essere e che ci spinge ad esprimere adeguatamente il nostro Io più recondito e autentico.

Paola Fiorentino ha spiegato al pubblico la storia delle sue opere, della sua “natura viva”, fatta di limoni profumati della Costiera, di alici di Cetara che respirano sott’acqua con il loro piccolo ventre traslucido, di fuochi d’artificio folkloristici e scintillanti, che si riflettono sul pelo dell’acqua durante le feste dei santi a Positano.
E, soprattutto, di colori.

Colori pieni, campiture decise e forti, tonalità che trascendono la sfumatura e si rivelano in tutta la loro pienezza cromatica e sensistica: osservare le tonalità, ben miscelate e diluite, di Paola Fiorentino, è una terapia rilassante, e viene naturale immaginarle affisse al muro di una camera da letto, magari di una stanzetta per bambini. I piccoli occhi dei bimbi amano osservare i colori, i contorni netti e decisi, magari dopo aver fatto un incubo. Il potere cromatico e illuminante dei colori, può rilassare e rendere placida anche un’anima adulta, magari dopo una delusione, una brutta notizia e una giornata difficile.

Paola Fiorentino, e la giornalista Teresa Lucianelli, hanno ricordato al pubblico l’importanza della funzione “ludica”e rilassante dell’arte, come incantesimo capace di risvegliare il bambino sopito negli abissi della nostra anima. In una sorta di filosofia del fanciullino e di rievocazione di Pascoli e del suo sistema di poesia, le due energiche donne hanno lanciato un messaggio importante, che il pubblico ha raccolto con fiducia: bisogna risvegliare il fanciullino che dorme in noi, compiacerlo, farlo stare bene e gratificarlo con i colori, dipingendo sulla tavolozza della nostra vita le più ardite e coraggiose sfumature.

Il giovane presidente della Fondazione Giambattista Vico, Luigi Maria Pepe, ha accarezzato il pensiero del filosofo e ha ricordato che ognuno di noi ha una storia personale, un cammino interiore, ed è bene percorrerlo con destrezza e vigore. E Paola Fiorentino, l’ha fatto: ha scelto di percorrere il sentiero della sua storia, della storia della sua famiglia, e di attingere a piene mani dai colori per far della sua vita una tavolozza di passioni e positività. Perché la creatività uccide la negatività e nutre la vita, regalandole linfa vitale.

Sarà possibile osservare i colori di Paola fino al 21 giugno, nel Complesso monumentale di San Gennaro all’Olmo. Nel film “Tutto su mia madre“, del regista Pedro Almodòvar, uno dei personaggi dice che costa tanto essere autentici, ma tanto si è autentici quanto più si somiglia all’idea che ciascuno di noi ha sognato per se stesso.

E quando l’autenticità coincide coi colori, c’è solo da aspettare un meraviglioso arcobaleno.


Paola Fiorentino su YT: https://www.youtube.com/channel/UC_180VaqOgA0yA5-WVoSORA

A proposito di Monica Acito

Monica Acito nasce il 3 giugno del 1993 in provincia di Salerno e inizia a scrivere sin dalle elementari per sopravvivere ad un Cilento selvatico e contraddittorio. Si diploma al liceo classico “Parmenide” di Vallo della Lucania e inizia a pubblicare in varie antologie di racconti e a collaborare con giornali cartacei ed online. Si laurea in Lettere Moderne alla Federico II di Napoli e si iscrive alla magistrale in Filologia Moderna. Malata di letteratura in tutte le sue forme e ossessionata da Gabriel Garcia Marquez , ama vagabondare in giro per il mondo alla ricerca di quel racconto che non è ancora stato scritto.

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