Un muro imbrattato con la scritta “TOURIST GO HOME” è l’immagine di apertura di “Soggiorno napoletano” (https://www.instagram.com/soggiornonapoletano), il progetto con cui la fotografa Sofia Scuotto esplora le complesse e dolorose conseguenze dell’overtourism a Napoli. Questa indagine visiva non nasce dal caso ma dalla sua esperienza diretta, quella di chi nel centro storico ci è nato e cresciuto. “Sono testimone di una trasformazione dovuta allo sviluppo del turismo nella mia città, sia in senso positivo che negativo”, dichiara. Il suo amore per il capoluogo campano alimenta la speranza che il progetto possa contribuire a un cambiamento: “[…] vorrei che il mio progetto porti a una maggiore attenzione sul tema per uno sviluppo più sostenibile del turismo”. Il suo percorso fotografico, iniziato dopo la laurea in Scienze dei Beni Culturali, l’ha portata a focalizzarsi sulla documentaristica proprio nel post-pandemia, quando la trasformazione della città ha subito un’accelerazione decisiva.
La città trasformata: dalle case agli hotel
Questa trasformazione, che la classe ’98 ha vissuto in prima persona, si manifesta in modo drammatico nella metamorfosi del tessuto urbano. Le sue immagini documentano la rapida conversione dei “vasci” – le tipiche abitazioni popolari – in strutture ricettive. Questo fenomeno, che sottrae migliaia di appartamenti al mercato tradizionale, ha un impatto devastante. La gentrificazione che ne deriva provoca un aumento incontrollato degli affitti e una drastica riduzione della disponibilità di case, costringendo intere famiglie e studenti a lasciare il centro.
L’emergenza abitativa è, infatti, uno dei temi centrali nel suo lavoro. “Le criticità sono sicuramente […] l’aumento dei costi degli affitti e la riduzione della disponibilità di alloggi per i residenti”, afferma la fotografa, che aggiunge: “in questi mesi mi sono infatti spesso trovata a documentare diverse manifestazioni contro gli sfratti e il caro affitti”.
L’erosione dell’identità culturale in Soggiorno napoletano
Di pari passo con la crisi abitativa, il progetto documenta la progressiva perdita di autenticità, di quella affascinante veracità che caratterizzava la bella Partenope, che si sta trasformando in un “bene di consumo a cielo aperto”. Le botteghe storiche stanno scomparendo per far posto a negozi di souvenir e locali “mordi e fuggi”. Sofia definisce questo fenomeno come una “perdita di identità culturale con tantissime botteghe storiche che chiudono per far posto a tutte quelle attività orientate al turismo di massa”. È un processo che sta alterando il tessuto sociale e omologando l’offerta della città, a discapito della sue peculiarità.
Il grido dei residenti
Di fronte a questa erosione, la reazione dei residenti emerge con forza nelle fotografie di Scuotto. Gli slogan di protesta diventano parte integrante della narrazione: “PIÙ CASE POPOLARI MENO ALBERGHI” o il toccante “C’ERA LA TUA CASA, CHE ADESSO È UN BNB DA 150 EURO A NOTTE“. Sono messaggi che raccontano il disagio di una comunità espulsa dai propri quartieri, trasformati in “destinazioni a tema”.
L’overtourism, inoltre, sta amplificando problemi preesistenti come il degrado e il sovraffollamento. Le strade principali diventano così invivibili, spingendo i residenti a cercare vie alternative.
Sostenere uno sguardo necessario
Ma “Soggiorno napoletano” non si ferma alla mera denuncia. Nelle soluzioni proposte dalla stessa fotografa — “una delocalizzazione dei flussi turistici e una regolamentazione degli affitti brevi” — c’è la bussola per un futuro diverso, un futuro più sostenibile per chi la città la abita. Il suo progetto lancia, quindi, un importante appello: salvare l’identità di Napoli prima che diventi solo una cartolina da consumare.
Fonte immagine: progetto Soggiorno napoletano