Il turismo può essere un settore rivitalizzante per l’economia, creando nuovi impieghi e uscite per il territorio che lo vive; può altresì contribuire alla sua riqualificazione. Insomma, il turismo aumenta il PIL e regala immense gioie a chi viaggia: tutto perfetto, no? Ciononostante, più va avanti, più questo fenomeno diventa soffocante per i locals, contribuendo alla gentrificazione del territorio e, di conseguenza, a una serie di elementi che fanno di tutto fuorché rivitalizzarlo. Da diversi anni, Napoli, città dapprima a vocazione industriale e poco frequentata dai turisti, a causa dei gravi danni arrecati alla sua immagine dai media nazionali, sta registrando un aumento dei flussi turistici senza precedenti. Premettendo che il turismo può essere sostenibile e recare vantaggi significativi sia per il posto visitato che per il visitatore, ciò non toglie che Napoli sta cambiando volto, e (spoiler) non in modo positivo.
Gli effetti negativi del turismo e perché sta distruggendo Napoli
Il capoluogo campano rientra ormai a pieno titolo nel club delle città soffocate dall’overtourism: questo è l’impatto eccessivamente negativo del turismo sulla qualità della vita dei cittadini, ma anche sulla qualità dell’esperienza vissuta dal turista stesso. Dunque, in che modo il turismo sta distruggendo Napoli?
1. Sovraffollamento: girare per le vie principali della città è diventato un’esperienza soffocante, e spesso, per non perdere tempo e non ritrovarsi mischiati nella calca di persone che paralizza i decumani, occorre uscirsene con escamotage e individuare scorciatoie;
2. Perdita di autenticità: il centro storico si è trasformato in un bene di consumo a cielo aperto, messo a totale fruizione dei suoi consumatori, vale a dire i turisti.
3. Abbandono di attività storiche: attività artigianali tramandate da generazione a generazione sono state rimpiazzate da negozi di souvenir, bar e ristoranti iperinflazionati e scadenti che propongono prezzi esorbitanti ai visitatori, ignari della vera qualità della merce proposta;
4. Aumento del prezzo dei terreni: il turismo è un settore fagocitante che necessita di nuovi terreni per costruirvi nuove strutture e infrastrutture ricettive. Ciò attira gli speculatori edilizi, portando a due gravi conseguenze: aumento incontrollato degli affitti e minor disponibilità di case, che lasciano il posto a b&b e alberghi, sfrattando chi già vi alloggiava e rendendo ancora più insofferente l’esperienza della ricerca di una casa.
5. Degrado ambientale e inquinamento: problema amplificato dal turismo in una città che già di suo soffre di gravi carenze nella gestione della nettezza urbana e della spazzatura.
Il turismo e la Napoli che i turisti vogliono vedere
Ottimo sarebbe invitare a una piccola riflessione in merito a un recentissimo fatto di cronaca: a Scampia è crollato il ballatoio di una delle vele, simbolo architettonico e di resilienza del quartiere, uccidendo tre persone e lasciandone sfollate 800. L’amministrazione comunale e lo stato italiano, che puntano e investono solo sulla Napoli che aggrada ai turisti, hanno sulle spalle il peso della responsabilità di quanto accaduto. I media parlano di una rinascita della città e dell’immagine a essa associata: se si tratta di mangiare la pizza di Sorbillo a Mergellina con una meravigliosa panoramica del golfo di Napoli davanti, o di bere la fantomatica “limonata a cosce aperte” spuntata dal nulla cosmico, o di romanticizzare la povertà stratificata di alcune zone storiche della città, come Rione Sanità e i Quartieri Spagnoli, allora sì che Napoli è una città che vale la pena visitare. Ma nessuno che la visita può mai conoscere i problemi che si celano sotto la punta dell’iceberg: amministrazione negligente, servizi inefficienti e potenziati solo nella prospettiva di registrare flussi turistici significativi, degrado ambientale, edifici privi di manutenzione e ai limiti dell’agibilità per chi ci vive, lavoro in nero, sfratti e ingiustizie all’ordine del giorno per gli studenti e i lavoratori che intendono spostarsi in città. È questa la rinascita tanto chiacchierata dai media?
Insomma, buonissima la pizza margherita… ma incide sull’indice della qualità della vita?
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