Timeline alla scoperta del Castello di Baia

I segreti del Castello Aragonese

Debutto assoluto per Timeline Napoli al Castello di Baia. In collaborazione con il Parco Archeologico dei Campi Flegrei, l’associazione culturale sbarca infatti nel maniero aragonese per quattro appuntamenti imperdibili (20 e 27 luglio, 1 e 8 settembre). I visitatori avranno la possibilità di esplorare luoghi fino ad ora difficilmente raggiunti dal grande pubblico. Dalla cappella della Madonna di Pilar alle antiche prigioni, il giro permette così una visita totalmente inedita della fortezza, troppo spesso ignorata dal turismo locale nonostante la sua innegabile bellezza.

Eretto durante il regno di Alfonso II d’Aragona (1490-1493), il Castello di Baia vanta una storia secolare. Esso fu più volte modificato,  soprattutto per volontà di Pedro de Toledo nel secolo successivo, a causa dell’eruzione da cui si formò il Monte Nuovo. Il Castello rimase praticamente inespugnato nel corso del tempo per via della sua posizione strategica, posto tra il mare e i profondi valloni dei Fondi di Baia. La difficoltà di conquista fece desistere anche le 150 navi di Khair ad-Din, detto il Barbarossa, nel 1544. L’importanza del Castello Aragonese rimase fondamentale fino all’Unità d’Italia. Spagnoli, austriaci e borbonici stabilirono le proprio funzioni militari in questo luogo. Successivamente il castello fu adibito alla custodia dei prigionieri durante la seconda Guerra Mondiale, venendo dotato anche di una batteria antiaerea.

La passeggiata nella storia prosegue ininterrotta tra i panorami mozzafiato che il maniero offre sul golfo circostante. In particolare il culmine della visita viene raggiunto con la salita sulla sommità del castello. Qui è infatti possibile ammirare i luoghi segreti e fino ad ora nascosti, resi accessibili grazie all’impegno e alla passione dei ragazzi di Timeline. I resti della villa romana su cui fu originariamente costruito la fortezza, ad esempio, una testimonianza importantissima del rapporto viscerale che legava le ricche famiglie patrizie alla costa napoletana. Tradizionalmente la villa è stata ritenuta per lungo tempo di Giulio Cesare, ma successivamente fu inglobata nella residenza di Nerone.

Timeline e la fortezza del tempo

Circa la Chiesa del Castello, è impossibile non fare riferimento ai numerosi significati esoterici cui essa rimanda, narrati negli aneddoti delle guide di Timeline. Una contrapposizione con la semplicità stilistica che invece caratterizza il complesso. Splendidi sono gli affreschi di stampo caravaggesco, che permettono di datare la costruzione della cappella agli inizi del Seicento. Entrando dall’ingresso ad est, sulla destra è situata la tomba del Marchese Don Diego Quintano de Rosales, il quale è effigiato in uno stupendo busto marmoreo.

Armato di torcia ed elmetto, il visitatore è guidato da Timeline nelle prigioni del Castello di Baia. Le prigioni erano in tre zone diverse: in prossimità dei Corpo di Guardia, all’ingresso del Castello e nei locali sottostanti alla “Prima Batteria S. Antonio”. Successivamente furono nuovamente utilizzate durante la Grande Guerra. Rimangono sulle mura le agghiaccianti testimonianze dei prigionieri, costretti a condizioni disumane per tutta la durata della loro reclusione.

Timeline guida il visitatore alla scoperta di un luogo magico e che troppo spesso viene sottovalutato. Proprio questa è la forza dell’associazione culturale, che permette di riscoprire luoghi che, nonostante la loro importanza storica, non vengono spesso considerati dal grande pubblico. Le guide competenti e disponibili addentrano il turista nel corso dei secoli, portandolo in un luogo fondamentale per importanza storica, militare e strategica. L’estate di Timeline si arricchisce così di un altro appuntamento, dopo la visita al Maschio Angioino e al Complesso di San Domenico Maggiore. Prenotazione obbligatoria sui canali social di Timeline.

 

A proposito di Matteo Pelliccia

Cinefilo, musicofilo, mendicante di bellezza, venero Roger Federer come esperienza religiosa.

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