Il 18 marzo si è avviata la IV edizione di “Vivere nel Vulcano”, un evento che nel corso degli anni ha consolidato il suo ruolo nella divulgazione geologica, storica e culturale dei Campi Flegrei. L’incontro si è svolto nell’Accademia dei Campi Flegrei a Pozzuoli, città che da sempre affascina studiosi.
Focus 2025: miti infernali
Il tema di questa edizione è molto accattivante: “Miti infernali, rimandi letterari, le devozioni e l’alto valore scientifico nel fascino immortale dei Campi Flegrei e di Rocca San Felice”. Al centro dell’attenzione ci sono due siti emblematici della Campania: il Lago Averno di Pozzuoli e le Mefite dell’Alta Irpinia. Due ambienti molto diversi – il primo un lago di origine vulcanica, il secondo una zona di emissioni sulfuree.
Vivere nel Vulcano: interventi e protagonisti
L’iniziativa “Vivere nel Vulcano” è nata nel 2022 grazie all’iniziativa di Anna Russolillo e Franco Foresta Martin, con la collaborazione di esperti di diverse discipline, tra cui i professori di Geomorfologia Valerio Agnesi, Pietro Aucelli e Michele Sisto, il vulcanologo Sandro De Vita (INGV), l’archeologa Anna Abbate, la presidente di Lunaria Onlus A2 Federica Russolillo e il presidente di InfoIrpinia Francesco Celli.
Il giornalista Gianni Ambrosino ha moderato la conferenza, sottolineando l’importanza dell’iniziativa in questo periodo, in cui l’attività bradisismica si è intensificata. Ha espresso la vicinanza al popolo flegreo, riconoscendo le difficoltà che i flegrei stanno affrontando ma ha anche lasciato un messaggio di positività, augurandosi che questo periodo resti un momento di crisi passeggero, come la serie di eventi sismici dell’80.
È intervenuto anche Don Roberto della Rocca, il rappresentante dell’Ufficio Beni Culturali della Diocesi di Pozzuoli che ha voluto ricordare l’importanza della storia dei Campi Flegrei. Inoltre ha affermato la volontà di sostenere le attività culturali del territorio. Ha evidenziato come la collaborazione tra la Diocesi e l’Accademia dei Campi Flegrei stia animando l’area flegrea attraverso la valorizzazione delle fonti storiche, archeologiche e letterarie.
Maria Rosaria Russo, insegnante dell’Istituto Comprensivo IV Pergolesi, ha parlato dell’approccio costruttivista adottato dalla scuola. Ha spiegato che l’insegnamento è fondato sul metodo in cui il sapere viene costruito con i bambini tramite laboratori che permettono lo sviluppo di competenze interdisciplinari. Il risultato è stato il modo in cui i bambini hanno saputo concretizzare tutto quello appreso a scuola e trasmettere alle proprie famiglie la consapevolezza nel vivere i fenomeni naturali della zona flegrea.
Il geologo Franco Foresta Martin ha sottolineato l’importanza di imparare a vivere il territorio flegreo con un certo distacco, ricordando che la percezione del tempo da parte dell’uomo è diversa rispetto ai tempi dei fenomeni geologici. Ha invitato a considerare la variabile temporale in relazione alla durata dei processi geologici, che si sviluppano nell’arco di millenni.
Miti, leggende e geologia: il patrimonio culturale dei Campi Flegrei
La conferenza si è conclusa con un interessante incontro dedicato ai Miti, leggende e storie della geologia nei Campi Flegrei, durante il quale sono intervenuti lo storico Antonio Di Fiore e l’archeologa Maria Teresa Moccia Di Fraia, con la moderazione della professoressa Gea Palumbo la quale ha presentato il libro che raccoglie tale patrimonio letterario e culturale del territorio.
Tra i tantissimi miti trattati, spicca il Lago Averno, considerato dagli antichi una porta per l’Ade e citato nell’Eneide di Virgilio come il luogo da cui Enea discese agli Inferi. Il nome deriva dal greco aórnos (senza uccelli), per via dei gas letali emanati dal lago. Anche le Mefite dell’Alta Irpinia erano ritenute un accesso agli Inferi per le loro esalazioni tossiche. I Romani veneravano Mephitis, dea delle acque pestilenziali, e anche Virgilio menziona questo luogo nella sua opera.
Valorizzare il patrimonio dei Campi Flegrei
La IV edizione di Vivere nel Vulcano si conferma un’iniziativa di grande valore per la divulgazione scientifica, la tutela del patrimonio e la sensibilizzazione della comunità sui Campi Flegrei. In un periodo caratterizzato da incertezze e disinformazione – alimentati dalla paura che il risveglio che il gigante dormiente sta incutendo – gli organizzatori vogliono offrire uno spazio di confronto basato su dati affidabili e un dialogo interdisciplinare tra esperti e cittadini. Grazie al suo approccio innovativo, l’evento si conferma un appuntamento imperdibile per la valorizzazione e la comprensione di una delle aree vulcaniche più affascinanti e studiate al mondo.
Fonte: Ufficio Stampa