11 Settembre 2001, gli attentati terroristici che prendono di mira gli Stati Uniti

11 settembre 2001: Attentati terroristici negli Stati Uniti

11 settembre 2001, sono trascorsi ventidue anni dall’attentato che ha dilaniato gli USA sotto gli occhi di tutto il mondo. Diverse le conseguenze che hanno investito l’America l’11 Settembre 2001. Vediamole insieme, in una storia che ha dell’incredibile.

Non sono ancora le 9 di mattina, quando un aereo sorvola Manhattan a quota molto bassa. Ciò attira lo sguardo di numerose persone, ma l’orrore più grande arriva quando il velivolo si schianta sulla torre nord di quelle che fino a quel giorno erano chiamate “Torri gemelle”, in America Twins Tower. Passano venti minuti e un secondo aereo colpisce nella stessa dinamica la torre sud, prima che entrambe crollino su sé stesse.

L’America sotto gli occhi del mondo sta vivendo un attacco terroristico nel giorno 11 Settembre 2001. Nello specifico, sono quattro i voli commerciali diretti in California che vengono sequestrati e dirottati nei bersagli americani più importanti: le torri gemelle nel complesso del World Trade Center, il Pentagono e Capitol Hill, la sede del Congresso Usa. Sarà proprio l’ultimo, il bersaglio ad essere mancato.

Numeri agghiaccianti nella conta delle vittime

Il primo aereo schiantatosi, un Boeing 767 dell’American Airlines, aveva 76 passeggeri a bordo. Dopo venti minuti, un secondo aereo ne aveva 51. Non solo chi era a bordo perderà la vita, a morire saranno anche le persone rimaste incastrate nei piani superiori all’impatto, o le persone che si trovavano nelle zone limitrofe della catastrofe. Alle 9.37 un Boeing 757 precipita sul Pentagono. L’ultimo aereo, che avrebbe dovuto abbattersi sul Campidoglio, non raggiungerà il bersaglio previsto, poiché alcuni dei 33 passeggeri a bordo riescono a insorgere. L’aereo precipiterà a 200 chilometri di distanza dal suo obiettivo. A perdere la vita saranno inoltre anche numerosi pompieri coinvolti nelle operazioni di salvataggio dei cittadini. Complessivamente l’11 settembre 2001 perderanno la vita circa 2.977 persone.

Una delle due torri era stata già oggetto in passato di un attentato. Si tratta del 26 febbraio 1993, quando nei sotterranei dell’edificio un gruppo di terroristi parcheggiò un furgone con a bordo 680 kg di esplosivo. Nell’esplosione morirono sei persone, ma il grattacielo resse all’impatto.

Diamo un volto al responsabile 

L’attentato che vede dilaniata l’America nell’11 settembre 2001, viene rivendicato da Al-Qaida, un’organizzazione terroristica capitanata da Osama Bin Laden, un fondamentalista saudita, nemico numero uno dell’America. L’attentato scatena immediata reazione, rovesciando il potere talebano fino al 2021. Bin Laden sarà ucciso solo nel 2011, con un blitz a sorpresa nel suo nascondiglio.

Gli obiettivi principali dell’attentato dell’11 settembre 2001

La scelta degli obiettivi è certamente simbolica. L’attacco terroristico, infatti, sembra proprio prendere di mira il cuore americano. Il Pentagono simboleggia il potere militare di Washington, Capitol Hill ospita il Congresso e il potere legislativo. Mentre le altissime torri gemelle, di circa 417 e 415 metri simboleggiavano il potere finanziario della metropoli. Tutto ciò è legato strettamente al potere economico degli Usa, preso di mira dall’odio talebano.

Dopo l’11 settembre 2001: Uno sguardo al futuro

Lower Manhattan, il luogo dove un tempo sorgevano le torri gemelle è divenuto un luogo di ricostruzione e soprattutto di memoria. L’allora sindaco Rudy Giuliani, il governatore George Pataki e il presidente George W Bush, promisero che il World Trade Center sarebbe rinato dalle sue stesse macerie. Poco dopo partirono infatti i lavori di ricostruzione. Il Freedom Tower, finito ufficialmente nel 2013 è ad oggi un grattacielo alto 1776 piedi, un numero simbolico che ricorda l’indipendenza americana. A prendere il posto delle due torri scomparse, sono state costruite due grandi vasche d’acqua. L’opera è stata denominata “rispecchiando l’assenza”. Mai nome più adeguato per ricordare chi non c’è più. Sui bordi delle vasche infatti sono incisi i nomi delle vittime che purtroppo non ce l’hanno fatta. I nomi non seguono un ordine alfabetico o casuale, ma un ordine “di cuore” che lega gli uni agli altri, grazie anche alle informazioni e alla richiesta dei familiari. A circa 21 metri sotto terra vi troviamo invece il museo ideato da Davis Brody Bond LLP. Numerosi i reperti custoditi nel museo, oggetti personali delle vittime, pezzi di aerei dirottati, tute dei soccorritori, e persino pezzi dell’edificio sopravvissuti all’impatto. Ci vogliono circa 45 secondi in ascensore per arrivare in cima della torre, e ci sono voluti circa 10 anni dall’apposizione della prima pietra fino al risultato finale.

Numeri che ricordano la grandezza dell’America quindi, tuttavia è il cuore a farla da padrone. Ogni 11 settembre, infatti, di notte si accendono le cosiddette luci del “tribute in light. Due fasci di luce verticali sembrano materializzare di nuovo le due torri gemelle ormai scomparse, rendendo la caotica New York, un posto di memoria, raccoglimento, commozione.

Sembrano ancora oggi riecheggiare le parole del sindaco Giuliani «Noi ne usciremo più forti di prima. Voglio che la gente di New York sia un esempio per il resto del Paese, e per il resto del mondo: il terrorismo non può fermarci».

Parole che ancora oggi, ricordano la fierezza e la grandezza del popolo americano, in un mondo tediato da forze oscure.

Immagine in evidenza: Pixabay

 

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