21 febbraio 1965: Malcolm X viene assassinato a New York

21 febbraio 1965: Malcolm X viene assassinato a New York

È il 21 febbraio 1965 quando, in occasione di un discorso all’Audubon Ballroom di New York, Malcolm X viene raggiunto da diversi colpi d’arma da fuoco. La sua morte viene dichiarata alle 15.30 a causa di ben 21 ferite in diverse parti del corpo. In questo modo muore, a soli 39 anni, uno dei principali protagonisti della lotta contro il razzismo negli Stati Uniti e simbolo della lotta per i diritti civili.

Il suo omicidio è stato attribuito alla Nation of Islam e nello specifico furono tre gli uomini ad essere arrestati e condannati: Norman 3X Butler, Thomas 15X Johnson e Talmadge Hayer. Nonostante ciò, le indagini circa l’omicidio di Malcolm X hanno sempre fatto molto discutere, soprattutto perché dei tre arrestati soltanto Hayer è stato colto in fragrante, mentre la condanna di Butler e Hagan non ha mai convinto a causa di testimonianze contraddittorie e nessuna prova effettiva della loro presenza è stata ritrovata sulla scena del crimine quel 21 febbraio 1965. Lo stesso Hayer, dopo aver confessato l’omicidio, ha più volte sostenuto come i due coimputati fossero innocenti. Soltanto nel 2020, in seguito alla scoperta di nuove prove, è stato annunciato un riesame del caso: Johnson e Butler sono poi stati scagionati nel novembre del 2021, in quanto le condanne dei due uomini sarebbero state unicamente il prodotto di un sistema giudiziario impregnato di razzismo contro gli afroamericani. Ancora oggi, dunque, a distanza di 59 anni non è stata fatta totale chiarezza sull’assassinio di una delle figure più influenti del XX secolo. 

La vita di Malcolm X fino al suo assassinio il 21 febbraio 1965

All’anagrafe Malcolm Little, nasce il 19 maggio 1925 ad Omaha, Nebraska. Il giovane Malcolm fin da piccolo cresce in una famiglia fortemente sostenitrice dei diritti degli afroamericani. Il padre, Earl Little, è un attivista politico nella Universal Negro Improvement Association, associazione di stampo nazionalista che sosteneva la nascita una vera e propria nazione nera in Africa separata da quella dei bianchi.

L’infanzia di Malcolm X fu tutt’altro che semplice, con la morte del padre quando era ancora un bambino e i gravi problemi mentali che colpirono la madre in seguito alla perdita del marito. La donna fu infatti rinchiusa in un istituto psichiatrico e i figli furono affidati ad un orfanotrofio. Nonostante i problemi familiari, però, Malcolm divenne un ottimo studente, fino a quando un insegnante non stroncò le sue aspirazioni di diventare un avvocato dicendogli che non si trattava di un obiettivo realistico per un negro. Questo fu un punto di rottura per il giovane, che lo portò a dare inizio ad una vera vita criminale. Fu proprio in occasione di una rapina in un appartamento che fu arrestato a soli vent’anni e condannato a dieci anni di reclusione. Il periodo in prigione fu il vero punto di svolta per la formazione del pensiero attivista e politico di Malcolm X, in quanto è proprio qui che entra in contatto e rimane particolarmente affascinato dalla Nation of Islam, gruppo afroamericano di stampo islamico che mirava alla conversione all’Islam e la nascita di una nazione nera all’interno degli Stati Uniti, guidata da Elijah Muhammad, e che sarà poi responsabile della sua morte il 21 febbraio 1965. In quegli anni, precisamente nel 1950, decide di cambiare il suo cognome da Little a X, un richiamo agli anni dello schiavismo e alla privazione del vero cognome degli schiavi da parte dei padroni. La X è proprio il simbolo del suo rifiuto a qualsiasi cognome da schiavo.

Il resto della sua vita dopo l’uscita di prigione fino al 21 febbraio 1965

Malcolm X esce di prigione nel 1952 e in breve tempo diventa uno dei principali pastori della Nation of Islam e, grazie alla sua opera di proselitismo, quella che era un’organizzazione di piccole dimensioni inizia ad essere riconosciuta e ad accogliere reclute a livello nazionale, anche grazie al suo carisma e alle sue capacità oratorie. Questa è la sua fase di radicalizzazione estrema, in cui si fa sostenitore della lotta armata, dell’inferiorità dei bianchi e della necessità della separazione tra le due razze. Questo fino al 1964, quando prende ufficialmente le distanze dalla Nation of Islam, dopo un allontanamento graduale iniziato nel 1963, a causa dei commenti di Malcolm circa l’assassinio di Kennedy – la celebre affermazione chickens coming home to roost – e per divergenze personali e di vedute tra lui e Elijah Muhammad. Nel 1964 aveva dato vita ad un proprio gruppo, il Muslim Mosque, Inc. in seguito ad un’esperienza catartica in Africa e alla Mecca che lo aveva spinto a ripensare i suoi ideali. In occasione di questo viaggio, infatti, incontra l’islam moderato e mette in discussione il nazionalismo nero estremo che condanna indistintamente gli uomini bianchi in un’ottica di separatismo e si avvicina maggiormente all’islam sunnita, individuando nella religione lo strumento in grado di eliminare le barriere e favorire il dialogo tra le etnie.

Sono molti gli storici a ritenere che fu proprio in seguito all’allontanamento dalla Nation of Islam e per le sue nuove posizioni più moderate che Malcolm X avesse segnato la sua condanna a morte, tanto che molti sostenevano che avesse iniziato a temere per la sua vita. Già in occasione di un viaggio al Cairo era stato vittima di un tentativo di avvelenamento, per poi subire un attacco dinamitardo nella sua casa di New York. La fine per lui arrivò soltanto una settimana dopo l’ultimo attacco nei suoi confronti, il 21 febbraio 1965.

Conclusioni

Malcolm X è sempre stata una figura storica particolarmente controversa, che ha provocato forti divisioni anche tra gli stessi afroamericani: c’è chi lo considera un mito, chi invece ritiene sia stata una figura negativa per le sue posizioni particolarmente estreme. Ciò su cui non ci sono dubbi, però, è che, insieme a Martin Luther King, abbia rappresentato una delle figure più emblematiche del XX secolo e che la sua morte, quel 21 febbraio 1965, abbia probabilmente privato il mondo di una figura chiave per il movimento per i diritti degli afro-americani.

Fonte immagine: Wikimedia Commons 

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A proposito di Rita Prezioso

Classe 1997, nata e cresciuta a Napoli. Curiosa per natura, da sempre appassionata di cultura in ogni sua forma, dall'arte alla musica passando per il cinema. Consumatrice seriale di serie tv e film. Nel tempo libero studentessa di Relazioni Internazionali.

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