28 ottobre 1886, inaugurata la Statua della Libertà

28 ottobre 1886

Il 28 ottobre 1886, la Statua della Libertà arriva a New York, è un dono della Francia in occasione del primo centenario del’indipendenza americana dagli inglesi ma ha anche lo scopo di sottolineare il legame che da tempo unisce i due paesi nel culto della libertà.

L’idea fu ispirata da un discorso di La Bulaye, scrittore e attivista per la liberazione degli schiavi d’America; lo scheletro metallico fu progettato da Gustave Eiffel, che tre anni dopo avrebbe inaugurato la torre, mentre la parte scultorea è opera di Bartholdi.

Miss Liberty, come venne presto soprannominata, svetta all’entrata del porto del fiume Hudson di New York dal 28 ottobre 1886, a rappresentare il benvenuto per tutti quelli che arrivano negli Stati Uniti. Attraverso i decenni le sono stati attribuiti significati diversi. Madre degli esiliati e degli immigranti, come simbolo di spirito di accoglienza, sul piedistallo sono sono infatti incise le parole di Emma Lazzarus, poetessa ebrea americana: «A me sol date le masse antiche e povere e assetate di libertà, a me l’umil rifiuto dogni lido, i reietti, i vinti, a loro la luce accendo sulla porta d’oro». La statua divenne simbolo potente e rassicurante, prima del femminismo e delle suffragette americane, poi dell’America tutta così come lo sono il profilo di Gorge Washington, l’aquila e la bandiera a stelle e strisce.

Dopo l’installazione il 28 ottobre 1886, l’opera aveva un colore bronzeo, che a causa di ossidazione e salsedine è diventato come lo vediamo oggi. Gli altri simboli che la contraddistinguono, fortunatamente, sono rimasti invariati. La corona a 7 punte che rappresentano i mari e i continenti, le catene calpestate e la propensione per un passo in avanti come per simboleggiare il superamento degli anni di schiavitù ed infine il braccio sinistro che sostiene una tavola con su scritto appunto il giorno della liberazione: il 4 luglio 1776.

Quel giorno, il 28 ottobre 1886, il presidente degli stati uniti Grove Cleveland e migliaia di spettatori assistono a un’evento che farà la storia: l’inaugurazione dell’enorme statua intitolata La libertà che illumina il mondo.

Scopriamo le ragioni del nome!

L’enorme scultura in rame e ferro battuto misura in totale 93 metri ed in passato ha funzionato come faro, ma questo non è l’unico motivo per il quale la scultura «illumina il mondo». Nel 1944 la fiaccola che la statua impugna nella mano destra, simbolo del fuoco eterno della giustizia e della libertà, ha lampeggiato in codice morse per diffondere la notizia della vittoria della guerra in Europa. L’allegoria della libertà è unica nel suo genere ma non si tratta certo di un’immagine nuova, risalente a quel 28 ottobre 1886. Nell’arte greco-romana antica e nel neoclassicismo sono presenti infatti esempi simili, soprattutto in Italia: semplici, severi e massicci. La legge di Cristo di Pacetti del 1808, un modello in terracotta che si trova al Gnam di Milano; la statua collocata nel 1810 sulla sinistra della balconata centrale del Duomo di Milano; quella scolpita da Pio Fedi, rappresentante la libertà della poesia sul monumento funebre di Niccolini nella Basilica di Santa Croce a Firenze e quello di Clemente XIII il cui autore è Canova. Sarebbe incompleto non menzionare infine la Libertà che guida il popolo di Eugene Delacroix

Cos’è per noi la libertà oggi? Riesce davvero ad illuminare il mondo o c’è qualcosa che la oscura?

Fonte immagine di copertina: Pexels

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