Letteratura italiana rinascimentale: 5 autori e opere

letteratura italiana rinascimentale

La letteratura italiana rinascimentale si caratterizza per la riscoperta delle letture classiche che dà uno slancio alla lingua latina. Con il termine “Rinascimento” gli studiosi indicano un periodo di massima espansione letteraria ed artistica che caratterizzò l’Italia nella prima metà del Cinquecento, approssimativamente tra il 1492 (anno della morte di Lorenzo de’ Medici) e il 1545 (quando ebbe inizio il Concilio di Trento che segna l’inizio della Controriforma).

Storici, pensatori, letterati trovarono spazio nelle corti di signori, principi e sovrani. Lavorarono come educatori, segretari, diplomatici, ma anche consiglieri politici.
Il Rinascimento può essere diviso in due fasi, definite: “Rinascimento maturo” e “tardo Rinascimento”, la cui principale distinzione è di carattere letterario e riguarda autori quali Machiavelli, Ariosto, Michelangelo, considerati tra i principali esponenti del periodo.

La letteratura italiana rinascimentale è molto affascinante, ed è studiata e analizzata da letterati e filologi che ancora oggi ne indagano le caratteristiche principali.

Durante il Rinascimento, il genere letterario in maggior voga è la prosa, di cui diventa protagonista il trattato dedicato a vari temi di carattere sociale, ma anche artistico, letterario, storico e politico. Il modello citato e utilizzato dagli autori della letteratura rinascimentale si rifà ad un’esigenza specifica: mettere ordine e dare misura alle cose.
Grazie al trattato, l’intellettuale rinascimentale può far sfoggio della sua formazione poliedrica e fornire al lettore un modello che racchiude in sé il sapere e la conoscenza, due elementi comuni ma diversi, di notevole importanza.

La principale opera della letteratura rinascimentale è di Niccolò Machiavelli. Si tratta di un trattato politico Il Principe. L’autore scrisse un’opera innovativa rispetto a quelli che erano i canoni del passato: Machiavelli, infatti, utilizza il linguaggio in prima persona, così come avviene ne I Discorsi, a differenza di quanto invece erano soliti fare gli intellettuali dell’Umanesimo.

Machiavelli considera l’uomo per il suo essere naturale e non per il suo dover essere morale. Questo è il fulcro dell’idea dell’autore: egli considera la realtà per quello che è, non per quello che si vorrebbe che fosse.
Il suo pensiero ha dato un contributo importantissimo nel campo dell’organizzazione politica e giuridica grazie ad un’elaborazione del pensiero molto originale per l’epoca, e grazie alla quale maturò una separazione netta della politica dalla morale.

Nell’opera principale di Machiavelli, il concetto di Feudo è sostituito da quello più moderno di Stato, il quale, deve essere rigorosamente separato dal potere religioso. Grazie allo studio analitico della politica, intesa come vera e propria arte del governare, libera dai rapporti con la religione o la morale, Machiavelli si discosta dalla visione teocentrica che aveva caratterizzato le epoche precedenti.

Ricordiamo che Machiavelli ancora oggi è considerato uno degli autori più rappresentativi della letteratura italiana rinascimentale.

Un altro protagonista indiscusso della letteratura italiana rinascimentale è L’Orlando furioso di Ludovico Ariosto; l’autore è considerato l’iniziatore della “commedia regolare”, con la pubblicazione de La Cassaria. Si tratta della prima commedia regolare del teatro italiano, imitazione delle commedie latine.

L’Orlando furioso nasce sulla scia de L’Orlando innamorato di Matteo Maria Boiardo e, più in generale, del ciclo bretone e del ciclo carolingio. La trama è molto articolata, pur essendo stratificata. Essa ruota attorno a due filoni tematici principali: gli amori di Orlando, Angelica e Rinaldo; la guerra tra l’esercito cristiano di Carlo Magno e i Mori. Ovviamente oltre alle vicende principali, si susseguono una serie di episodi secondari di notevole spessore culturale. La tematica sentimentale è spesso intrecciata con quella militare, tanto da condizionare in più occasioni lo sviluppo delle battaglie e i duelli tra i singoli cavalieri.

Ariosto, rappresenta la carica antropocentrica del Rinascimento; l’autore infatti, riesce perfettamente ad adattare la l’opera al nuovo modus operandi del Rinascimento, in modo da far emergere il proprio vissuto e la visione del mondo. Non a caso all’opera è stato dato un importantissimo merito, quello di aver imposto la soluzione della lingua proposta da Bembo. Il poema rappresenta tuttora una delle opere italiane più note al mondo.

Oltre alla riflessione politica, considerata un aspetto indipendente della società, la cultura del Rinascimento e soprattutto la produzione letteraria si muove in direzione anti-convenzionale, discostandosi dai canoni tradizionali. L’impegno degli autori e dei poeti della letteratura rinascimentale si basa proprio su questi aspetti e sia Machiavelli che Ariosto rappresentano la concreta testimonianza di tutto ciò.

Letteratura italiana rinascimentale: innovazione culturale, artistica e linguistica

Un’altra opera che merita di esser letta, come si suol dire “tutta d’un fiato”, perdendosi tra le parole che la compongono, è il Cortegiano di Baldassarr Castiglione. Si tratta di un trattato dialogico in quattro libri ambientato nel 1507 nel palazzo ducale di Urbino.
Castiglione, all’interno della propria opera, anch’essa considerata uno dei capolavori della letteratura rinascimentale, sottolinea gli aspetti della vita del cortigiano, che devono essere regolati dal buon giudizio, dal cosiddetto “senno”, in un continuo confronto con i propri ideali e con una realtà che muta continuamente. La qualità più importante per un cortigiano è quella che il Castiglione definisce “sprezzatura”, ossia la disinvoltura con cui egli deve nascondere l’arte che rende ogni suo atto spontaneo e naturale nel “teatro” della corte.

Nelle vesti di cortigiano al servizio di papi e signori, la scrittura rappresenta per Castiglione, nell’ambito della letteratura rinascimentale, un’occupazione da gentiluomini e fa parte della vita sociale di corte.

Bembo offre una identità comune in cui tutti possono riconoscersi. Il suo pensiero è incentrato anzitutto sulla creazione di una lingua nazionale: nelle Prose della volgar lingua, pubblicato nel 1525, Bembo codifica le regole dell’italiano, prendendo in esame alcuni scritti di Petrarca e Boccaccio.
Il letterato italiano immagina un dialogo in casa di suo fratello Carlo, nel corso del quale, in tre giorni, si confrontarono diversi interlocutori, tra i quali Carlo Bembo (suo portavoce), Giuliano de’ Medici, Federigo Fregoso, Ercole Strozzi. Alla tesi sostenuta dal fratello, ovvero l’adozione come modello letterario del fiorentino del XIV sec. giudicato superiore, si contrappone in particolar modo la posizione assunta da Giuliano de’ Medici, il quale sostiene la necessità di utilizzare il fiorentino contemporaneo.

L’intellettuale deve usare un linguaggio universale, riconosciuto nei secoli a venire come quello del Rinascimento italiano. L’autore rinascimentale delinea inoltre una grammatica del volgare con l’intento di definire una lingua che si configuri come vero e proprio strumento letterario a uso e consumo di un pubblico di corte, espressione di un modo di vivere raffinato. A quel punto, il fiorentino letterario di Bembo si impose come la lingua della letteratura in Italia, utilizzata dalla maggior parte degli scrittori dei secoli successivi, tant’è che si parlò di “bembismo”, fondamentale per lo sviluppo culturale italiano, almeno sino all’Ottocento quando la questione linguistica verrà ripresa in modo diverso da Alessandro Manzoni.

Ecco dunque che nell’ambito della letteratura italiana rinascimentale gli autori e gli intellettuali, idealizzarono e formularono nel corso del tempo, modelli di vita cui dovevano riferirsi sia personalità illustri che il popolo. Ogni opera diventa interpretazione delle esigenze ma anche delle aspettative dell’umanità, anticipando temi che saranno trattati successivamente.

Nell’ambito della letteratura rinascimentale si possono riconoscere diversi filoni di appartenenza, correnti di pensiero alle quali aderirono i vari intellettuali, poeti, artisti e letterati del tempo:

  • La corrente detta “cortigiana”, che trovò i maggiori sostenitori in Baldassar Castiglione e Gian Giorgio Trissino; 
  • La corrente fiorentina rappresentata tra gli altri da Niccolò Machiavelli;
  • La corrente “arcaizzante”, chiamata poi “bembismo”.

La “rinascita culturale” non riguardò solo le arti figurative ma interessò anche i diversi aspetti propri della letteratura. Il rapporto fra letterati, uomini di cultura, scienziati ed artisti, diventò sempre più intenso, tanto che tanti artisti (tra i quali anche Leonardo Da Vinci) oltre all’arte, si interessò anche al sapere letterario. Tra gli altri, Leon Battista Alberti rappresenta lo “spirito” della letteratura italiana rinascimentale: egli è architetto, ma anche letterato e primo grammatico di una lingua volgare. Nella sua Grammatichetta vaticana, Alberti concretizzò per la prima volta alcune delle regole del volgare fiorentino colto. L’intento del letterato e artista è quello di dimostrare che la lingua in uso a Firenze può competere con il latino in tutti i campi del sapere perché anch’essa dotata di norme grammaticali. In questo modo Alberti diventa il principale esponente dell’Umanesimo volgare, in contrasto con l’idea allora prevalente che voleva il latino unica lingua grammaticale.

Le opere degli autori della letteratura italiana rinascimentale aiutano a comprendere il significato specifico del termine “Rinascimento”, inteso come rinascita, dopo il buio del Medioevo, stabilendo oltre ad una serie di regole, tra le quali quelle della lingua, anche caratteristiche e ideologie volte a spiegare aspetti della realtà, dell’arte e della scienza, rendendoli comprensibili a tutti. Sicuramente il Rinascimento rappresentò un movimento culturale, ma anche politico e artistico di grande importanza, pur essendo di notevole complessità. Le difficoltà nascono dal fatto che il “progetto rinascimentale” si configura come un proseguo dell’Umanesimo, sia di tipo linguistico e stilistico che morale ed estetico.

Immagine in evidenza: Pixabay

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