Pierre Cardin: stilista visionario e inventore del prêt-à-porter

Pierre Cardin

Pierre Cardin, lo stilista visionario deceduto lo scorso 29 Dicembre 2020, ha iniziato la propria carriera dopo un apprendistato presso Christian Dior e sin dal primo momento apparve chiaro che non sarebbe stato uno dei tanti couturier: infatti lo stilista italiano Pierre Cardin, naturalizzato francese, ha fatto la storia della moda con innumerevoli invenzioni rivoluzionarie, tra cui il prêt-à-porter, la moda di abiti sartoriali, ma prodotti in serie, da indossare tutti i giorni.

Tra le sue collezioni più suggestive occorre citare “Space Age”, ispirata allo spazio, negli anni ’60, con abiti bianchi e dalle trame geometriche. A tal proposito il Brooklyn Museum di New York nel 50esimo anniversario dallo sbarco sulla luna, gli ha dedicato una mostra, ripercorrendo la sua carriera ed esponendo 170 pezzi provenienti dal suo archivio. Egli è stato definito come un grande maestro di sartoria, ma anche un uomo col fiuto per gli affari. È stato il primo ad anticipare il futuro della moda introducendo l’unisex, il concetto di abito che prescinde dal genere sessuale, una rivoluzione negli anni in cui la moda femminile si basava sull’esaltazione delle forme. E’ stato il primo ad introdurre la minigonna in passerella e nel ’66 fece scandalo la gonna con lo spacco. Introdusse le giacche senza collo per gli uomini e i pantaloni a sigaretta, oltre alla creazione di una collezione per bambini.

Cardin è stato ignorato per diversi anni dal mondo della moda, soltanto nel 1980 al Metropolitan di New York è stato valutato il suo genio e la sua visione pionieristica. Egli ha rappresentato la decostruzione della norma e i suoi abiti sono stati indossati dai Beatles, Jacqueline Kennedy, Brigitte Bardot e Mia Farrow. Nel 1974 è stato uomo dell’anno, in copertina sul Time, il primo stilista della storia e l’aprifila dei numerosi colleghi italiani che lo seguiranno. Quando gli sono state poste delle domande riguardo il processo creativo ha affermato: «ho una pratica molto diversa dai miei colleghi: il corpo è assente, astratto, non penso al corpo. Cerco di mettere un materiale nell’indumento, in modo tale che assuma la forma dell’indumento». Con il suo decesso, la moda ha registrato un’enorme perdita, ma il suo genio non sarà mai dimenticato.

Immagine: Fashion Network

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