Settimana lavorativa di 4 giorni: in molti Paesi è già realtà

Settimana lavorativa in 4 giorni: in molti paesi è già realtà

Negli ultimi anni, il discorso sulla settimana lavorativa corta ha avuto nuova linfa vitale, non solo per quanto riguarda il benessere dei lavoratori, ma anche per il suo impatto sull’economia di una nazione. Come dimostrato da Paesi del nord Europa come Svezia e Nuova Zelanda, la settimana lavorativa corta si è rivelata un vero successo sia dal punto di vista sociale che economico. 

Si lavora meno e si produce di più 

Secondo uno studio condotto dall’ Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), ridurre i giorni di lavoro durante la settimana può portare a un aumento della produttività; diversi dati hanno dimostrato che un maggior equilibrio tra vita privata e lavorativa può migliorare il morale e la voglia di lavorare dei dipendenti, aumentando di conseguenza la qualità e la quantità del loro lavoro durante le ore lavorative. Oltretutto, con una settimana lavorativa più corta, i lavoratori sono meno inclini all’esaurimento e all’affaticamento, diminuendo di conseguenza anche i fenomeni di assenteismo.

Pro e contro per le imprese

Benché possa sembrare contro intuitivo, paradossalmente, la settimana lavorativa in 4 giorni, si tradurrebbe, a lungo termine, in un aumento del guadagno. Tuttavia potrebbe succedere, come è normale che sia, che nel più breve periodo si vada in perdita, ma è come praticare una sorta di investimento i cui frutti si raccolgono dopo. Uno studio condotto dall‘Università di Stanford ha dimostrato come le aziende, riducendo il numero di giorni in cui gli uffici restano aperti, possano anche ridurre i costi delle bollette di energia, acqua, gas e anche dell’affitto. Inoltre, una maggiore produttività e una minore rotazione del personale possono ridurre i costi associati alla formazione e alla sostituzione dei dipendenti.

Effetti sull’economia

Con minor tempo passato a lavorare e più tempo libero a disposizione, i lavoratori hanno maggior possibilità di partecipare alla vita sociale: eventi, fare compere, andare nei ristoranti, nei cinema, viaggiare, insomma di consumare, con effetti dunque positivi sul settore del consumo sia interno che esterno. In un paese con una scarsa domanda interna, la settimana lavorativa in 4 giorni potrebbe essere la soluzione per stimolare l’economia locale e riportare in pari le casse dello stato, favorendo settori come il turismo, l’intrattenimento e il commercio al dettaglio. L’Italia è uno di quei Paesi che beneficerebbe dalla settimana lavorativa corta, infatti, la sua economia è stata colpita da periodi di stagnazione alternati a periodi di bassa crescita. Secondo l’Istituto Nazionale di Statistica (ISTAT), l’Italia è uno dei Paesi europei con i tassi di produttività più bassi.

Il parere di un esperto

Pedro Gomes, professore di economia presso l’Università di Harvard, afferma che: “La riduzione della settimana lavorativa non è solo una questione di benessere dei lavoratori, ma può anche portare a un aumento della produttività e della competitività delle imprese.” Ci sono diversi studi accreditati che hanno dimostrato come la riduzione della settimana lavorativa possa avere degli effetti benefici sulla salute psicofisica dei lavoratori. Questa è una caratteristica umana che non andrebbe sottovalutata, perché quanto più una persona sta bene mentalmente e fisicamente, tanto più il suo lavoro migliorerà qualitativamente e quantitativamente, traducendosi in un complessivo aumento anche della produzione. Oltretutto, avendo più tempo a loro disposizione, le persone hanno anche più tempo da dedicare alla loro famiglia, e ai loro figli, andando quindi questa cosa a incidere positivamente anche sul dato demografico, che attualmente, in Italia, è in forte calo.

Premesse necessarie affinché ciò diventi realtà

Tuttavia, la settimana lavorativa corta non può essere applicata efficientemente se prima non si adottano delle politiche adeguate che ne costituiscano le fondamenta, per citarne qualcuna: il sostegno economico alle imprese, l’incentivazione alla flessibilità lavorativa e la promozione di una cultura lavorativa attua a preservare e promuovere il benessere psico/fisico dei dipendenti.

In conclusione, la settimana lavorativa corta non è solo una questione di benessere dei lavoratori, ma può anche rappresentare un’opportunità per migliorare l’economia di una nazione che può inficiare sulla sua crescita demografica. È necessario però l’impegno e il sostegno da parte di imprese e governi politici, senza i quali non si può fare niente, perché lo sforzo parte dalle alte sfere. Solo con queste premesse questo modello lavorativo innovativo potrebbe diventare un pilastro per la creazione di una società più rigogliosa e sana e potrebbe contribuire al miglioramento della vita di tutti quanti e forse, un giorno, si potrebbe smettere di vivere per lavorare e si potrebbe iniziare a lavorare per vivere.

fonte dell’immagine: Wikicommons

A proposito di Adele Frascione

Vedi tutti gli articoli di Adele Frascione

Commenta