In Venezuela continuano le contestazioni contro Maduro

In Venezuela continuano le contestazioni contro Maduro

In Venezuela continuano le contestazioni contro Maduro

In Venezuela continuano le manifestazioni di protesta contro il presidente Nicolás Maduro che non riesce a portare in salvo un Paese in cui quasi l’80% della popolazione vive in condizioni di povertà, anche estrema.

Le proteste che si protraggono ormai da più di un mese e che hanno causato un bilancio di 31 morti, centinaia di feriti, 1500 arresti e una scia di distruzione e saccheggi sembrano non poter trovare una conclusione. La coalizione d’opposizione, la “Mesa de la unidad democrátaica” (Mud), che nel dicembre del 2015 è riuscita ad ottenere la maggioranza dei seggi in Parlamento, ha dichiarato che le manifestazioni continueranno fin quando il governo non prenderà in considerazione le sue richieste che implicano il convocare nuove elezioni, autorizzare aiuti umanitari nel Paese, rilasciare prigionieri politici e licenziare i giudici della Corte Suprema accusati di voler sciogliere il Parlamento. Ad alimentare il clima di tensione vi sono le guerre propagandistiche tra i giornali che sostengono il governo e quelli che lo accusano di aver creato la crisi. Secondo gli oppositori, Maduro è il responsabile di un accentramento del potere legislativo, esecutivo e giudiziario che, unito al controllo della stampa e dell’esercito, potrebbe innescare reazioni ancor più violente e non risolvibili attraverso modalità democratiche.

Il Venezuela di Maduro, un paese allo sbando

In Venezuela è diventato praticamente impossibile condurre una vita normale. Il primo problema è legato alla penuria alimentare e, conseguentemente, alla difficoltà nel reperire alimenti come pasta, pane, olio, zucchero o riso. I cittadini sono costretti ad interminabili code e a prezzi che, seguendo le dinamiche del mercato, tendono a crescere in modo smisurato. Alla crisi alimentare si aggiunge quella sanitaria causata dalla mancanza di medicinali e dalle condizioni durissime nelle quali medici ed infermieri sono costretti a lavorare data la mancanza di fondi. La carenza di medicinali è dovuta anche alla presenza di un mercato nero gestito in parte anche dai militari che sfruttano la precarietà della situazione per venderli dopo averli sequestrati o anche rubati. L’impossibilità di curarsi e di trovare cibo ha portato a più di centomila casi di malaria all’anno e anche a casi di peste.

Secondo i dati del Fondo Monetario Internazionale, il tasso di inflazione del Venezuela è il più alto del mondo e l’economia ha fatto registrare una drastica recessione. Le fabbriche non riescono più a produrre e l’esportazione dei beni rende sempre meno, data la svalutazione del Bolivar. Le poche persone che continuano a detenere gran parte della ricchezza sono generali, alti funzionari o grandi imprenditori che sfruttano la corruzione, il contrabbando, gli appalti statali e il riciclaggio di denaro. La violenza dilaga e diviene normalità. In una realtà dove gli stessi poliziotti rubano, le immagini di ladri e stupratori che vengono linciati, denudati e lasciati morire anche nel centro di Caracas diventano ordinarie.

I risultati raggiunti dal Chávez durante i suoi 14 anni di governo attraverso un uso strategico della ricchezza petrolifera del Paese avevano portato ad un miglioramento delle condizioni di vita per i più poveri. L’azione di Chávez però non aveva risolto il problema della criminalità, già ampiamente diffusa al momento della sua elezione, ma l’aveva controllata attraverso una forte repressione militare. Ovviamente, con la crisi e il diffondersi della povertà, quella criminalità è tornata con prepotenza nella realtà di un Paese stremato. Il problema di fondo del Venezuela, così come per molti altri paesi sudamericani, è l’aver puntato tutto sulle risorse minerarie non sviluppando altri settori. Questo sistema economico che si reggeva unicamente sul petrolio è crollato nel momento in cui il prezzo del greggio è andato a picco.

La popolazione non potrà sostenere ancora a lungo questa crisi sociale ed umanitaria. Data la mancanza di beni primari e medicinali, il dilagare della violenza e della corruzione, se Maduro non riuscirà a trovare velocemente una soluzione, la situazione potrebbe velocemente degenerare in modo drammatico.

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A proposito di Salvatore Tramontano

Studia Mass Media e Politica presso l'Università di Bologna. Scrive per capire cosa pensa.

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