Castagnaccio al cioccolato, ricetta e storia
Dopo una passeggiata in montagna o quando fuori l’aria comincia a diventare frizzante, cosa c’è di più genuino castagnaccio al cioccolato da gustare in compagnia vicino al fuoco?
La castagna, protagonista di molte sagre e feste paesane autunnali è, oggi, uno dei prodotti che ha rischiato la scomparsa, soprattutto a causa della diffusione del cinipide galligeno del castagno che nel 2012 ha provocato un calo dell’80% alla produzione campana (soprattutto nella zona del casertano).
La storia della castagna, la ghianda di Giove
Già conosciuta nell’antica Grecia quando Ippocrate (IV sec. a. C.) esaltava le proprietà di queste “noci piatte” (la forma dei frutti dipende anche dal numero e dalla posizione che essi occupano all’interno del riccio: emisferica per i frutti laterali e schiacciata per quello centrale), e Teofrasto (IV sec. a. C.) la definiva “ghianda di Giove”, segnalando la presenza di castagni sull’Isola Eubea e a Creta. A Roma la castagna era uno dei principali ingredienti del pane che le donne mangiavano in occasione dei culti in onore della dea Cibele, di Cerere e di Iside, quando era proibito l’uso di cereali per la preparazione del pane (come ci informa Plinio il Vecchio, che sottolinea anche il pregio di quelle raccolte a Taranto e in Campania).
Commercializzata nei mercati romani della Via Sacra, dove era venduta con l’uva ai giovani innamorati, durante il Medioevo la coltivazione e raccolta della castagna si diffuse anche in Portogallo, Spagna, Francia, Svizzera e Inghilterra meridionale, e si cominciò a usare il frutto del castagno, chiamato pista che, dopo essiccazione e sbucciatura, veniva macinata e frantumata per alcune preparazioni come zuppe e farinacci.
Il castagnaccio è un dolce a base di farina di castagne, olio EVO, pinoli, acqua e uvetta e nasce come piatto povero, prodotto dai contadini nelle zone appenniniche soprattutto campane, toscane e piemontesi. Nel Commentario delle più notabili et mostruose cose d’Italia e altri luoghi di Ortensio Lando (1553) si hanno notizie di “castagnazzi” preparati da un certo Pilade di Lucca che ci aggiungeva anche un poco di zibibbo, un profumato vino dolce giallino dall’elevato tasso alcolico.
In Campania, la castagna di Montella (prodotto DOC e IGP) costituisce la varietà più pregiata per questo tipo di prodotto, di cui esistono molte varianti (da quella molto sottile chiamata patona, diffusa in Lunigiana ad una più spessa diffusa in Toscana, dove è chiamata torta di neccio, al “migliaccio” fiorentino). Ma la versione più golosa è sicuramente quella che aggiunge l’amaro del cioccolato fondente ad un dolce farinaceo, basso e che si accompagna perfettamente al miele di castagno, ricotta o ad un semplice bicchiere di vino.
Una ricetta per una castagnaccio al cioccolato
Vi proponiamo la ricetta campana del castagnaccio (così come lo preparano a Roccamonfina), dove una leggenda vuole che ancora oggi, nei pressi del Santuario della Madonna dei Lattani, sia sopravvissuto un castagno piantato dal suo fondatore, il francescano S. Bernardino da Siena, in occasione del suo pellegrinaggio: questi avrebbe visto germogliare il proprio bastone di castagno secco quando, giunto nella cittadina del casertano, lo piantò nel terreno di montagna.
Ingredienti del castagnaccio al cioccolato:
1 kg di castagne sbucciate, lessate con un pizzico di sale e passate
70 gr. di cioccolato fondente
30 gr. nocciole
70 gr. di zucchero
1 bicchiere e mezzo di liquore amaretto
125 gr. di amaretti tritati
50 gr. di burro
500ml latte
3 tuorli
Preparazione: Sciogliete a bagnomaria il cioccolato fondente con il burro e lo zucchero. Intanto in una ciotola mettete la “farina di castagna” e versate a filo il latte, mescolando con una frusta per evitare grumi. Unite la crema di cioccolato al composto di castagne e sul fuoco amalgamate bene le due parti. Poi con lo sbattitore mescolate tutto con i tuorli, gli amaretti, le nocciole e il liquore, fino a quando vengono eliminati tutti i grumi. Ponete il dolce in una tortiera rotonda o per plum cake imburrata (così da ottenere la forma a “tronchetto”). Infornate a 160o per 50 minuti circa. Decorate con crema pasticcera, pinoli, mandorle a lamelle o scaglie di cioccolato. Il castagnaccio al cioccolato è pronto da servire.
Eleonora Vitale