Elaborazione del lutto: tutto ciò che c’è da sapere

Elaborazione del lutto: tutto ciò che c'è da sapere

Spesso, quando si perde una persona cara, e non solo un parente, le reazioni sono diverse per ognuno di noi, così come lo sono le cosiddette fasi di elaborazione del lutto. Le modalità di adattamento dipendono, però, da fattori specifici.

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Le 5 fasi dell’elaborazione del lutto

Elisabeth Kübler Ross è stata una psichiatra svizzera, la quale oggi viene considerata la fondatrice della psicotanatologia e uno dei più noti esponenti dei death studies, ovvero tutto ciò riguardante il lutto e la sua elaborazione. A lei dobbiamo le 5 fasi dell’elaborazione del lutto.

Ma, di cosa si tratta? Il modello a 5 fasi dell’elaborazione del lutto è stato elaborato nel 1970 e permette di comprendere le dinamiche mentali più comuni della persona considerata malata terminale. A proposito di ciò, gli psicoterapeuti lo hanno trovato valido quando si deve elaborare un vero e proprio lutto.

La prima fase dell’elaborazione del lutto è quella della negazione. In questa fase, il paziente rifiuta la realtà dei fatti, scatta quindi una sorta di meccanismo di difesa ritenendo impossibile avere quella determinata malattia. Il rifiuto della verità sul suo stato di salute può essere, però, utile al malato per proteggerlo dall’angoscia e dall’ansia di morire. Quindi, può essere considerato un bene, anche se a lungo andare gli si ritorcerà contro, dovendo accettare ciò che gli sta accadendo.

La seconda fase dell’elaborazione del lutto, invece, è la rabbia. Questa qui è una fase molto delicata della mente del paziente, e rappresenta un momento davvero critico, in quanto l’individuo potrebbe chiudersi in se stesso non relazionando più come prima. A proposito di ciò, la frase più ricorrente può essere del tipo: Perché proprio a me? Incominciano, così, a manifestarsi emozioni forti quali rabbia, paura e disperazione, che esplodono in tutte le direzioni, investendo i familiari, il personale ospedaliero e persino Dio, incolpando loro per quanto accaduto.

Proseguendo, vi è la terza fase dell’elaborazione del lutto: il cosiddetto patteggiamento. Qui, il paziente comincia a pianificare cosa può fare e come può investire la propria speranza. Con ciò, la persona riprende in mano il controllo della sua vita e cerca di riparare il riparabile, o almeno in mente sua.

La depressione è la quarta fase dell’elaborazione del lutto. Il paziente comincia a prendere consapevolezza delle perdite che sta subendo o che sta per subire. Questa fase di solito si manifesta quando la malattia peggiora sempre più e il livello di sofferenza aumenta. Essa viene distinta in due tipi di depressione: una reattiva e una preparatoria. La prima è data dalla presa di coscienza, in quanto l’aspetto della persona comincia palesemente a mutare. Quella preparatoria, invece, ha un aspetto anticipatorio rispetto alle perdite che si stanno per subire. Per di più, in questa fase della malattia, l’individuo non può più negare la sua condizione di salute, e incomincia così a prendere coscienza del fatto che ribellarsi ad essa non è più possibile, per cui il rifiuto e la rabbia vengono sostituite da un forte senso di sconfitta.

Infine, la quinta e ultima fase dell’elaborazione del lutto è l’accettazione. Quando il paziente ha avuto modo di capacitarsi di tutto quanto, arriva a un’accettazione della propria condizione e a una consapevolezza di quanto sta per accadere al suo corpo. La persona in questione tende a essere silenziosa e a raccogliersi in sé, senza più esternarsi. Alla fine, vi è l’arrivo degli ultimi saluti, del cosiddetto addio.

Si può quindi affermare che il processo di elaborazione del lutto, in base all’intensità del legame affettivo, può essere di durata e complessità variabile.

 

Fonte immagine in evidenza: Wikimedia Commons

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