Fast food: storia e diffusione del cibo veloce

Fast food: storia e diffusione del cibo veloce

Oggi tutti, giovani e non, si recano nei fast food per mangiare qualcosa di veloce e a basso prezzo, che sia per comodità o semplicemente per gusto.
Sicuramente ad incentivare la gente a recarsi presso un fast food è la pubblicità che questi offrono dei propri prodotti o dei menù a prezzi moderati e vantaggiosi; spesso, infatti, ci sono grandi offerte con più portate e bibita inclusa, che concorre con il prezzo del singolo prodotto.
Ovviamente, il cliente si lascia vincere da queste offerte se il prezzo del singolo prodotto è di poco più basso o pari al prezzo dell’intero menù.
I fast food sono quindi spesso utilizzati per pasti veloci, convenienti ed economici. Inoltre, sono frequentemente situati in posizioni strategiche, come vicino ad autostrade, stazioni o aeroporti, rendendoli quindi una scelta popolare anche per chi viaggia e solo tra coloro che hanno poco tempo per preparare i pasti o non hanno il tempo per aspettare un pasto in un normale ristorante che in genere ha tempi di attesa maggiori.
Per quanto esistano lati positivi, quali la velocità e la convenienza, i fast food sono spesso criticati per la loro impronta ecologica a causa dell’eccessivo uso di imballaggi di plastica e della produzione di rifiuti; inoltre, l’uso eccessivo, o frequente, di pasti consumati in tali luoghi può avere effetti negativi sulla salute, come il rischio di obesità, malattie cardiovascolari, diabete e altre malattie croniche, motivo per cui molti esperti consigliano di limitarne i consumi. 

Una breve storia del cibo veloce nel mondo

Il moderno concetto di fast food è stato sviluppato negli Stati Uniti nei primi decenni del XX secolo, nonostante abbia origini risalenti almeno al XVIII secolo, quando le bancarelle di “cibo veloce” iniziavano a diffondersi in Europa e negli Stati Uniti.
Nel 1921 a Wichita, nel Kansas, nasce uno dei primi esempi di fast food, un ristorante che si chiama White Castle, che offriva hamburger a prezzi convenienti.
Ancora oggi, la catena di fast food più famosa al mondo è il McDonald’s, catena fondata in California, precisamente a San Bernardino nel 1940, da Richard e Maurice McDonald. Con la nascita del McDonald’s, c’è stata una innovazione del concetto di fast food, introducendo l’uso di attrezzature specializzate per cucinare gli hamburger in modo rapido e uniforme, e offrendo un menù limitato per limitare i tempi di attesa e renderli più brevi.
I fast food si sono diffusi rapidamente negli Stati Uniti e in tutto il mondo dagli anni ’50 e ’60, grazie alla crescente popolarità dell’automobile e alla diffusione delle autostrade. Oggi, il fast food è un’industria globale che comprende molti marchi noti, come Burger King, Subway, KFC e Pizza Hut.
Nel 2004 è uscito un documentario molto noto, dal titolo “Super Size Me” che ha messo in evidenza i rischi per la salute associati al consumo eccessivo di fast food. In questo documentario, un uomo si è sottoposto ad una “dieta” solamente a base dei prodotti offerti dal McDonald’s, quindi i tre pasti regolari giornalieri, e nel corso di un mese ha documentato i suoi progressi e la sua salute esaminando gli effetti a lungo termine di una dieta a base unicamente di fast food sulla salute.
L’obbiettivo del documentario è stato quello di sottolineare l’importanza di scegliere alimenti sani e di mantenere un equilibrio nella propria dieta, sensibilizzando quindi il pubblico sui rischi del consumo eccessivo del cibo veloce.
Come risposta a questo “attacco” molte catene di fast food hanno introdotto opzioni più sane nei loro menù; infatti, ancora oggi molte catene stanno cercando di rinnovarsi introducendo opzioni vegane e vegetariane, oltre ad opzioni più salutari.

Fonte immagine: Pixabay

A proposito di Elisabetta Giordano

Sono Elisabetta Giordano, ho 23 anni e vivo a Napoli da 4 anni. Originariamente sono del capoluogo di regione più alto d’Italia, Potenza, in Basilicata. Studio Arabo e Spagnolo presso l’università degli studi di Napoli “L’Orientale” e lavoro presso un bar. Scrivo di qualsiasi cosa da quando sono bambina, diciamo che è una mia passione.

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