Fino a che età una donna può avere figli?

L’età biologicamente ottimale per avere un figlio è tra i 20 e i 35 anni, ma le moderne tecnologie riproduttive consentono alle donne di diventare madri anche in età più matura, sebbene con rischi medici più elevati.

Tendenze attuali e limiti biologici

Secondo i dati dei Centri statunitensi per il controllo e la prevenzione delle malattie, l’età media delle donne al momento della nascita del primo figlio è cambiata notevolmente: se nel 1970 era di 21,4 anni, nel 2017 è aumentata a 26,8 anni. Anche nel Regno Unito si osserva una dinamica simile: nel 1920 l’età media delle madri al momento della nascita del primo figlio era di 25,6 anni, mentre nel 2018 ha raggiunto i 29 anni. Oggi è diventato abbastanza comune che il primo figlio nasca dopo i 30 anni. Ma bisogna tenere conto del fatto che tali cambiamenti sono legati principalmente alle tendenze sociali, mentre la biologia della donna rimane immutata.

L’organismo femminile è soggetto a un programma biologico che è stato stabilito già durante la gestazione. Questo programma non tiene conto dei risultati professionali, del livello di istruzione o dello status sociale. Gli ovociti si formano prima della nascita e non si rinnovano durante la vita, il che rende i limiti biologici della maternità molto rigidi. Proprio per questo i medici raccomandano di pensare alla gravidanza quando la fertilità della donna è al massimo. Più si rimanda il momento della gravidanza, più diminuisce il potenziale naturale dell’organismo.

La società moderna si trova sempre più spesso di fronte al conflitto tra le norme sociali e la biologia. Molte donne desiderano prima costruirsi una carriera, raggiungere l’indipendenza finanziaria e solo dopo pianificare una famiglia. Nei paesi europei, tra cui Regno Unito, Francia e Germania, l’età media delle donne al primo parto sta aumentando rapidamente. Ciò comporta anche sfide mediche, poiché il sistema riproduttivo umano non si è adattato ai nuovi modelli sociali. Soprattutto nelle megalopoli cresce la tendenza a rimandare la maternità: le giovani donne dedicano attenzione all’istruzione, ai viaggi e alla crescita personale, il che inevitabilmente influisce sui loro piani riproduttivi.

Aspetti biologici e medici dell’età

Con l’età, il numero di follicoli antrali nelle ovaie diminuisce gradualmente e la qualità degli ovociti inevitabilmente diminuisce. Questo processo è naturale e irreversibile. Va ricordato che gli ovociti si formano prima della nascita della donna, quindi la loro “età” coincide completamente con la sua. Più una donna invecchia, maggiore è la probabilità di anomalie nel materiale genetico e di una diminuzione delle possibilità di concepimento. Ad esempio, all’età di 40 anni il numero di ovociti nelle ovaie si riduce drasticamente e, anche con mestruazioni regolari, la fertilità rimane estremamente bassa.

Il problema è aggravato dal fatto che con l’età aumenta il numero di malattie concomitanti. Il background ormonale diventa meno stabile, il funzionamento del sistema endocrino peggiora, compaiono malattie croniche che possono influenzare la gravidanza. Tutto ciò, nel complesso, riduce le probabilità di portare a termine con successo una gravidanza. Inoltre, aumenta il rischio di complicazioni durante il parto legate al sistema cardiovascolare o a disturbi endocrini.

Menopausa e cessazione della funzione riproduttiva

Quando arriva la menopausa, non rimangono praticamente ovuli vitali. Il ciclo mestruale cessa, l’ovulazione scompare e l’endometrio perde la capacità di accogliere l’embrione. Tuttavia, l’attività ormonale delle ovaie persiste ancora per qualche tempo, garantendo una transizione graduale dell’organismo verso una nuova fase. Questo processo aiuta a mantenere la salute generale della donna, protegge il sistema cardiovascolare e attenua i cambiamenti legati all’invecchiamento. Tuttavia, ogni donna vive questa fase in modo diverso: in alcune il cambiamento ormonale è lieve, in altre è accompagnato da sintomi evidenti che richiedono assistenza medica.

Età ottimale e possibili rischi

L’età più favorevole per la nascita del primo figlio è considerata quella compresa tra i 20 e i 28 anni, mentre per il secondo figlio è fino ai 35 anni. È proprio in questi anni che gli ovuli sono di migliore qualità e l’organismo femminile è in grado di affrontare al meglio lo stress della gravidanza e del parto. I riproduttologi sottolineano che proprio questo periodo offre le maggiori possibilità di concepimento naturale senza ricorrere a interventi medici. Inoltre, in questo periodo il rischio di aborti spontanei e complicazioni è minimo.

La maternità tardiva, d’altra parte, comporta una serie di rischi. La probabilità di anomalie cromosomiche, come la sindrome di Down, aumenta notevolmente. Inoltre, dopo i 36 anni aumenta il carico sul sistema cardiovascolare, che può portare a complicazioni. Sono più frequenti le patologie gestazionali: preeclampsia, diabete gestazionale, ipossia fetale. Nella pratica ostetrica, l’età avanzata della madre richiede spesso un monitoraggio più attento e aumenta la probabilità di un taglio cesareo. Inoltre, anche in caso di gravidanza riuscita, le donne in età avanzata hanno più spesso problemi di allattamento e di recupero dopo il parto.

Preparazione alla gravidanza dopo i 35 anni

Se una donna pianifica una gravidanza in età matura, la preparazione deve essere completa. La diagnostica genetica aiuta a identificare potenziali rischi ereditari, mentre il controllo del peso riduce la probabilità di complicanze. Il medico può prescrivere una terapia farmacologica per stabilizzare il background ormonale e prevenire problemi di coagulazione del sangue. In presenza di miomi, polipi o cisti endometriali è indicato un trattamento chirurgico, che aumenta le possibilità di concepimento.

La componente psicologica è molto importante. Le donne di età superiore ai 35 anni hanno più difficoltà a gestire l’ansia e lo stress legati ai tentativi di rimanere incinta. Pertanto, lavorare con uno psicologo o partecipare a gruppi di sostegno può avere un effetto positivo significativo. A volte i medici raccomandano la consulenza familiare, in modo che anche il partner sia coinvolto nel processo e possa fornire sostegno emotivo.

Inoltre, è necessario tenere conto dello stile di vita: una corretta alimentazione, l’attività fisica, l’abbandono delle abitudini dannose e un sonno adeguato aumentano le possibilità di una gravidanza e di un suo corretto svolgimento. Nelle cliniche di medicina riproduttiva vengono sempre più spesso introdotti programmi di preparazione al concepimento che includono sia assistenza medica che psicologica, creando le condizioni più favorevoli per la donna.

Gravidanza dopo i 40 anni e possibilità di PMA

Le moderne tecnologie di riproduzione assistita consentono alle donne di età superiore ai 40 anni di diventare madri con successo. Tra i metodi utilizzati vi sono la fecondazione in vitro con ovociti propri, il trasferimento di nuclei o di nuclei in divisione, nonché programmi di donazione di ovociti ed embrioni. In alcuni casi si ricorre alla fecondazione in vitro con donazione di ovociti e, se necessario, alla fecondazione in vitro con doppia donazione, quando sia gli ovociti che lo sperma provengono da donatori. Nei casi più complessi si ricorre alla maternità surrogata. È importante sottolineare che il successo di tali programmi dipende dallo stato dell’endometrio e dalla capacità dell’utero di accogliere l’embrione.

FIVET con donazione di ovociti è raccomandata in caso di esaurimento della riserva ovarica, dopo interventi chirurgici alle ovaie o in caso di malattie ereditarie. Questi programmi consentono anche alle donne di età superiore ai 45 anni di diventare madri. Naturalmente, si tratta di rischi medici più elevati, ma i progressi della scienza moderna offrono una reale possibilità di maternità. La fecondazione in vitro con doppia donazione offre nuove possibilità alle coppie che hanno gravi problemi con entrambi i tipi di cellule riproduttive e, in questi casi, grazie alla selezione rigorosa dei donatori, nascono bambini perfettamente sani.

Gravidanza tardiva e precoce: due aspetti diversi dell’esperienza

La maternità tardiva è spesso una scelta consapevole. A questo punto della vita, la donna ha acquisito esperienza, stabilità emotiva e stabilità finanziaria. Comprende meglio le proprie esigenze, è in grado di garantire al bambino un futuro sereno e di creare un ambiente armonioso per il suo sviluppo. Tuttavia, è necessario tenere presente che con l’età i processi biologici rallentano e i rischi medici aumentano. Spesso le donne devono dedicare più tempo e risorse alle visite mediche e all’assistenza sanitaria.

La maternità precoce, al contrario, è associata a un’alta qualità degli ovociti e a rischi minimi di anomalie cromosomiche. Le donne giovani hanno meno malattie croniche e meno problemi cardiovascolari. Il parto naturale è più facile e il periodo di recupero dell’organismo dopo la gravidanza e il parto è notevolmente più breve. Tuttavia, a questa età le donne non sempre dispongono di una stabilità finanziaria ed emotiva sufficiente, il che può influire anche sull’educazione dei figli. Pertanto, la scelta del momento giusto per diventare madre richiede sempre un equilibrio tra le possibilità biologiche e le circostanze sociali.

Se rimandate la maternità

Le donne che decidono di rimandare la nascita di un figlio dovrebbero preoccuparsi in anticipo di preservare la loro fertilità. La valutazione della riserva ovarica mediante ecografia e analisi delormone antimulleriano aiuta ad avere un quadro completo del potenziale riproduttivo. Sempre più donne prendono in considerazione la possibilità di congelare gli ovuli in giovane età per avere la possibilità di diventare madri in futuro. Questa pratica è molto diffusa in Europa e negli Stati Uniti, dove le banche di ovociti crioconservati aiutano migliaia di donne a realizzare il loro diritto alla maternità.

È molto importante curare tempestivamente le malattie ginecologiche, poiché anche patologie minori possono ridurre notevolmente le probabilità di concepimento. Uno stile di vita sano gioca un ruolo fondamentale: smettere di fumare e bere alcolici, seguire una dieta corretta e praticare regolarmente attività fisica influiscono direttamente sulla qualità degli ovuli e sulla salute del futuro bambino. Aggiungiamo a questo anche lo stress, uno dei fattori che riduce significativamente la fertilità. La gestione dello stress e la cura della salute mentale diventano importanti quanto gli esami medici. Alle donne si consigliano yoga, meditazione e pratiche di respirazione, che hanno un effetto benefico sullo stato generale dell’organismo e sulla salute riproduttiva.

Qual è l’età ideale?

Dal punto di vista fisiologico, il periodo più ottimale per avere un figlio è tra i 20 e i 35 anni. In questo periodo l’organismo femminile è più pronto per la gravidanza e il parto, e i rischi sono minimi. Tuttavia, i progressi della medicina moderna hanno ampliato i confini del possibile. Oggi, grazie alle tecniche di riproduzione assistita, le donne possono diventare madri anche in età più matura. Inoltre, l’approccio individuale dei medici, l’uso della diagnostica genetica degli embrioni e i moderni protocolli di fecondazione in vitro consentono di aumentare notevolmente le possibilità di una maternità di successo.

Ogni storia di maternità è unica. Tutto dipende dallo stato di salute della donna, dal suo stile di vita, dalla disponibilità di assistenza medica e dalla sua preparazione psicologica. La clinica di medicina riproduttiva Natuvitro accompagna le donne in ogni fase, dalla preparazione e dagli esami alla gravidanza e al parto. L’alto livello di professionalità e l’approccio personalizzato consentono di realizzare il sogno di diventare madre praticamente a qualsiasi età. I progressi della medicina negli ultimi anni hanno rappresentato una vera e propria rivoluzione e oggi le donne hanno a disposizione possibilità che fino a poco tempo fa sembravano impossibili. Grazie alle nuove tecnologie, come la fecondazione in vitro con donazione di ovociti e la fecondazione in vitro con doppia donazione, la possibilità di diventare madre rimane reale anche in situazioni in cui le risorse biologiche dell’organismo sono estremamente limitate.

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