La dieta chetogenica è un regime alimentare che ha guadagnato popolarità per la sua capacità di indurre una rapida perdita di peso, ma che richiede un’attenta valutazione a causa del suo forte impatto sull’organismo. Non è una dieta equilibrata e non deve essere intrapresa alla leggera o senza la supervisione di un medico o di un nutrizionista qualificato. Il suo scopo primario, in ambito clinico, è il trattamento di specifiche patologie, come alcune forme di epilessia farmaco-resistente.
Questo schema alimentare si basa su una drastica riduzione dei carboidrati, a favore di un elevato apporto di grassi e un moderato apporto di proteine.
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Cos’è la dieta chetogenica e come funziona la chetosi
La dieta chetogenica forza il corpo a entrare in uno stato metabolico chiamato chetosi. In condizioni normali, il nostro organismo utilizza il glucosio (derivato dai carboidrati) come fonte primaria di energia. Riducendo drasticamente l’apporto di carboidrati (solitamente sotto i 50 grammi al giorno), il corpo è costretto a trovare un carburante alternativo. Inizia così a bruciare i grassi, producendo nel fegato delle molecole chiamate corpi chetonici. Questi diventano la nuova fonte di energia per il cervello e per il corpo. Una corretta ripartizione dei macronutrienti prevede circa: 70% di grassi, 20-25% di proteine e meno del 10% di carboidrati.
Alimenti consentiti e da evitare
La scelta degli alimenti è estremamente selettiva e richiede grande attenzione per non interrompere lo stato di chetosi.
| Alimenti generalmente consentiti | Alimenti da eliminare o ridurre drasticamente |
|---|---|
| Carne (rossa e bianca), pesce grasso (salmone, sgombro), uova, formaggi stagionati, oli vegetali (oliva, cocco), avocado, frutta secca a guscio (con moderazione), verdure a basso contenuto di carboidrati (spinaci, zucchine, cavolfiori). | Cereali e derivati (pane, pasta, riso), zuccheri, legumi, tuberi (patate), la maggior parte della frutta, bevande zuccherate e alcoliche. |
Sintomi iniziali e durata del regime
Il passaggio alla chetosi richiede un paio di giorni e può essere accompagnato da una serie di sintomi noti come “keto flu” o influenza chetogenica. Questi includono: nausea, stitichezza, stanchezza, mal di testa e irritabilità. Solitamente, questi disagi sono temporanei. La dieta chetogenica, specialmente se finalizzata al dimagrimento, viene prescritta solo per brevi periodi, che possono variare da poche settimane a un massimo di qualche mese, sempre sotto stretto controllo medico. La fase di reintroduzione graduale dei carboidrati è un momento delicato che deve essere gestito da uno specialista per evitare di recuperare rapidamente il peso perso.
Rischi principali e controindicazioni assolute
Sebbene possa essere efficace per una rapida perdita di peso, è fondamentale essere consapevoli dei rischi. L’accumulo di corpi chetonici può comportare un notevole stress per l’organismo, in particolare per i reni che devono smaltirli. Come sottolineato dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS), un approccio “fai da te” è fortemente sconsigliato. I rischi principali includono:
- Sovraccarico renale;
- Disidratazione e squilibri elettrolitici;
- Ipotensione e ipoglicemia;
- Palpitazioni cardiache e crampi muscolari;
- Aumento del rischio di calcoli renali a lungo termine.
È fondamentale rivolgersi a uno specialista, poiché la dieta chetogenica è assolutamente controindicata in presenza di determinate condizioni, quali:
- Insufficienza renale, epatica o cardiaca;
- Diabete di tipo I;
- Gravidanza e allattamento;
- Disturbi del comportamento alimentare.
Secondo il Manuale MSD per professionisti, non ci sono prove che, a lungo termine, la dieta chetogenica offra risultati superiori rispetto a diete più bilanciate e sostenibili.
Fonte immagine in evidenza: Freepik
Articolo aggiornato il: 01/10/2025

